I GATTI DI MARMO: Aggiornamento in pista Valle del Seveso 2014.

Dicevano gli antichi: “Busto e spalle sempre a valle; e per fare un bel curvone, piegamento e distensione, con l’appoggio del bastone!”

Poche parole, ma tanta roba! E aggiungiamo che, dopo la giornata di oggi, pochi suggerimenti e tante correzioni. Se poi riusciamo a metterle in pratica anche a partire dalla prossima volta, durante la selezione in pista dell’SA1, beh qualcosa di buono vuol dire che avremo appreso.

Sabato 11 gennaio ’14: aggiornamento in pista per lo scialpinismo “intersezionale” della Valle. L’America in questo caso è stata l’Aprica ed il viaggio l’abbiamo intrapreso con le “Tre Karavelle”: tre furgoni pieni di atleti che scalpitavano per tornare con le gambe viola. Ormai nella VdS è come comprar casa a Beverly Hills: se non hai il furgone non ti scrittura nessuno……e probabilmente non è ancora finita!

La partenza “Brenva” ci permette di essere in loco all’Aprica all’orario convenuto per salutare Marco, Egidio, Mauro e Adriano che ci seguiranno durante la giornata (dall’ultimo maestro verremo ripresi con un filmato); l’economia del 2013 è da dimenticare, quella del 2014 non si sa ancora come prenderla, visto che rimanere in mutande oggi-giorno è “un attimo”, ma anche rimanere a piedi nudi sulla neve, se non è un attimo……sono due. Tempo di salire ed essere pronti per le manovre e succede che Antonio Inox rimane coi calzettoni negli attacchi: gli esplodono gli scarponi e naturalmente……vengon giù tutte le statuine del presepe! (poca spesa, poca resa, Meroni versetto 15,3,8!).

Comunque io personalmente penserei più che altro ad un sabotaggio, ad un ammutinamento all’inverso; sono scoppiati entrambi gli scarponi!

Soluzione rapida: scende, li noleggia, son due calchi in calcestruzzo, son pure bagnati dentro,…..fa nulla: lui sopporta, smadonna con tendenza alla diminuzione e tira dritto sino a fine giornata.

Cominciamo con una breve selezione e poi ci dividiamo in due gruppi più quello della tavola con Samuel “che tallona da solo”! e cominciamo a percorrere in lungo ed in largo le piste con difetti, lacune e tentativi di portare a casa qualcosa che ci faccia sentire meglio.

Posto che il motore dello sci è dalle ginocchia in giù, posto che l’asse dello sci è triplice (caviglie/ginocchia; ginocchia/bacino; bacino/spalle) ed infine che la curva non può prescindere dal piegamento, dalla distensione ed il ritorno in piegamento-angolazione……andiamo via tra l’ormai consuetudine acquisita dei nostri errori ed il desiderio di attivare qualche correzione che tiri su il morale.

La presa di spigolo sarà un nostro credo per tutto l’anno.

Il tempo è dalla nostra, ma sino ad un certo punto: la nebbia agli irti colli sale, ma ad tratto non più e poi non scende nemmeno; quindi rompe solo i mmaroni.

Ogni tanto abbiamo come l’impressione di sentire il boato tipico della curva che osanna qualcuno di noi; quando questa sensazione si ripete e si ripete al passaggio di uno di noi capiamo: è il boato della curva degli anni ’80, quando Pramotton, Toescht e soprattutto Tomba devastavano i podi mondiali dello slalom. Il tutto è probabilmente dovuto alla vista della tuta di Mirko, inguaribile romanticone delle nevi e conservatore spassionato dei colori di quegli anni. Da solo è in grado di far lacrimare l’Aprica, la sua tuta tira fuori i turisti dagli alberghi e li sprona anche di fronte al freddo. Sembra che anche il papà di Zeno Colò abbia lasciato giù alla Scuola Ski un biglietto di ringraziamento per i fasti dei tempi che furono.

Noi incassiamo e teniamo duro sino a portarci continuamente in zone in cui “la scighera” l’à gh’è no.

Nell’arco della giornata i gatti di marmo acquisiscono quella scioltezza tipica delle lepri della Savana; quasi di colpo diventiamo le saette Valtellinesi e finalmente le gambe cominciano ad assumere il colore viola, tipico di chi non ne ha più. Andiamo a beccare le “nere” del Baradello, ma soprattutto del “Magnolta” e le tiriamo secche sino in fondo per un paio di volte. Si comincia a godere fino in fondo.

Sulla seggiovia si ha modo di parlare di mille argomenti: dal fatto che la temperatura della neve sia inficiata dal vento, sino ad arrivare al fatto di diventar papà da un momento all’altro.

Dal tenere le racchette a “posizione dell’attaccapanni” sino ad arrivare al “granatiere di Savoia”, oggi abbiam portato a casa anche cose divertenti.

Alle ore 16.00, dopo un’ultima tirata senza respiro, i quadricipiti non ne hanno più e gridano la resa, noi pure e quindi usciamo le grandi tolle giù in paese.

Il tempo di cambiarsi e di scambiarsi i saluti ed il gioco è fatto; adesso aspettiamo ancora un bel 50 cm di fresca e poi che il cielo ce la mandi buona. I diplomi non ce li hanno dati, ma la garanzia che qualcosa di buono si può combinare, si!

Appuntamento a presto……magari senza passare da Costamasnaga, dove l’incubo si ripete; abbiam dovuto impegnarci per passare attraverso i paesini della Brianza, per scansare il solito ingorgo, probabilmente questa volta dovuto ad un incidente. Tuttavia a casina sufficientemente presto ed in tempo per la cena!

Partecipanti: Stefania, Anna, Renzo, Samuel, Faustino, Diego, Mirko, Gonza, Paolinux, Pier, Barney, Boris, Ronz, Tiziano, Matteo, Max, Andrea, Antonio Inox, Giuseppe, Silvano, GigiEmme e Patajean.

Maestri: Mauro, Marco, Egidio e Adriano per le riprese.

Patajean

Un commento

  1. a casa Ronzetti siamo piegati in due! per eventuali collezionisti è disponibile la foto di Mirko!

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