- CIMA: Bocchetta di Trela Quota 2.490 mt;
- CIME: Monte Sattaron mt. 2.716 + Motta Grande mt. 2.702
- ZONA: Alta Valtellina con Campo Base al Camping Cima Piazzi di Cepina;
- DIFFICOLTA’: MS+
- NOTE: FP+ (Freddo Porco più), ma solo fino a domenica mattina.
- DISLIVELLO & SVILUPPO: 781 mt + 800 mt ; 18 km in totale
Finalmente si riparte con il Corso Base di ski-alp (SA1 ’24) e miglior weekend non potevamo prendere; meno male che la neve quest’anno almeno è caduta senza fuggire. Meteo bello e campo base in Valdisotto, con un unico aspetto delicato: il freddo…..porco.
Temperatura da dentiera ballerina con rischio di battere i canini fino a romperli, ma l’alternativa era una sola, stà in lécc.
Il Camping Cima Piazzi di Cepina sta alla Valle del Seveso come la Piramide dell’Everest sta al viaggio in Himalaya: ci devi passare.
L’obiettivo per noi è di provare percorsi anche nuovi, magari su pendii soleggiati trovando dove possibile la neve soffice e farinosa che in queste zone sembra esserci quasi sempre. Le auto le lasciamo in zona S. Antonio di Scianno il sabato mattina, non dopo poche peripezie dovute al jazz sulle strade, oltre al fatto che qui i tratturi sono costituiti da assenza totale di parapetti (forse li ciulano il giorno dopo la costruzione), fatto sta che bisogna fa’-balà-l’ochh. Di solito andiamo a pericolare in giro, qui si pericola ancora prima di arrivare. Lo start è complesso, sarà l’emozione della novità ma ci sono alcuni che si vestono tre volte prima di mettersi in viaggio sulle assi. La gita del sabato è da godere: si passa dal bosco al terreno aperto, con visuale su valli e vallette all’interno delle quali è un piacere passare, non senza scorgere angoli idilliaci e baitume sparso (in particolare l’Alpe Vazzena).
Disegniamo la nostra traccia ed il contrasto dei colori è semplicemente invitante; arriviamo alla nostra Bocchetta, ma proseguiamo fino a raggiungere un punto sotto il contrafforte roccioso di Quota 2.490 mt, che ci impedirà di proseguire se non con arrampicata dolomitica.
Sosta, cambio gomme, thé caldo ed una bella Banana Cambogiana; si narra che la banana della Cambogia sia una delle più costose in termini ecologici. Lo schema è il seguente: Francesco-2 mangia la banana lasciando la buccia nel primo posto (non) recondito disponibile, questa marcisce dopo 2,3 anni, entra nel terreno e perde le caratteristiche, che penetrano nella crosta terreste fino ad uscire dalla parte opposta del globo, in Cambogia. Poi ci pensa Giuseppe, che va direttamente o manda suo figlio a riprenderla; ed il giro continua…..
Però quest’anno ci è andata bene; un triennio fa probabilmente la banana era marcita del tutto, fatto sta che c’erano i grilli!
Rientriamo tra curve e ricerca Artva; alle auto la voglia di Livigno è tanta e, nonostante i primi dubbi, decidiamo di andarci. Social e Telefoni non sono fatti per noi, troppo Boomers. Forse il freddo ha inciso, ma siamo in quattro auto e riusciamo a perderci o a rincorrere una ‘posizione’ che non prenderemo mai, se non di ritorno al campeggio. Compriamo liquori, dolci e salumi al calduccio, ma la benzina ci costa gran freddo. Rientriamo finalmente a Cepina per una breve lezione Indoor di Paolo e consci dell’ottima cena che faremo; qui non si smentiscono mai e tutto ciò che arriva la tavolo viene tritato e ben digerito, segno che è fatto a regola. Non ci resta che il sorbetto al Braulio, un grappino, un giretto a Bormio per digerire e/o una bella dormita.
La nanna è sempre un momento speciale:
- Tutti russano ma chissà come mai nessuno lo ammette;
- Sembra che dal Bungalow n.3 sia passato Il Volo, ma nessuno se ne è accorto;
- Pensi alle cazzate del giorno dopo.
Domenica mattina siamo in sella molto presto; colazionati già intorno alle 7.20, partiamo alla volta del curvone di Arnoga, dopo i cani dello sleddog latrano già alle prime ore, preparando i blocchi di partenza per gli ospiti in arrivo. Lorenzo e Francesco, assenti il sabato, sono puntuali come la stalattite nel suo movimento sincronico. Un bel parcheggio anticipa la partenza nel bosco, il meraviglioso bosco del Motta Grande. Essere qui in mezzo è un po’ come essere nel Vietnam, con passaggi talvolta intricati e attraversamenti di vallette super. Tutto fino a raggiungerne la sommità, da cui iniziano i gobboni che portano verso l’ultimo tratto. Percorriamo in totale gaudio i pendii sommitali, fino ad uscire in vetta al Monte Sattaron. Da qui piccola traversata sino al Motta Grande che permette di avere una visuale su tutto il mondo a punta di questa zona. Poi da qui puoi vedere Trepalle dall’alto,….cosa che non succede spesso, visto che di solito dall’alto se ne vedono solo due!
Cambio assetto e tutti giù dalla cima in un’orgia di polvere che nella parte iniziale è proprio da urlo. Neve parzialmente intonsa e curve che vengono a memoria. Più scendiamo e più l’entusiasmo si spegne, soprattutto dopo che il manto nevoso mostra segni di cedimento e trasformazione. Nessun problema, visto che torna protagonista il bosco. Ognuno sceglie i suoi alberi azzurri ed i suoi alberi rossi e via a due a due…..in lontananza la pista Stelvio con la Carcentina ed il Muro di San Pietro invogliano.
Si gode finché ce n’è, ma poi arriva anche la macchina là in basso e purtroppo la festa finisce. A questo punto le pacche sulle spalle diventano saluti e facciamo a gara a chi parte prima per schivare i Merenderos del pomeriggio. La Valtellina è un po’ come il fondo del cesso: devi risalire sperando che nessuno o pochi tirino l’acqua. A casa veloci per un’altra porzione di domenica.
Bella & Buona la Prima!
Partecipanti: Alice, Federico, Francesco, Lorenzo, Davide1, Davide2, Roberto, Augusto, Gigi, Anna, Giuseppe, Fra1, Fra2, Luca, Paolo, Ronz, Ale e Patajean
by Patajean