A SPASSO PER CENGE – Weekend 15/16 sett 2018.

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  • FERRATA STRADA DEGLI ALPINI: dal Rifugio Rudi al Rifugio Carducci;
  • CIMA POPERA mt 3.046: via normale dalla Busa di Dentro;
  • MONTE CENGIA mt. 2.559: per la FERRATA ALPINI 1915/1918;
  • CRODA FISCALINA DI MEZZO mt. 2.677: via normale con vista sui baratri nord.
  • NOTE: giro di circa 30 km, non difficile ma da ‘stare in cesta e con gli occhi ben aperti’, no neve e quindi no ramponi, dislivello complessivo di 2.000 mt circa.

Traccione Dolomiti Sesto

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Squadra che vince non si tocca ma soprattutto non si cambia: consueto appuntamento annuale fra le due sezioni di Desio e Montevecchia, che in settembre uniscono le forze e si addentrano nei meravigliosi paesaggi Dolo-mitici per esplorarne i contenuti. Quest’anno è uscito il “26” sulla ruota di Bagni di Moso in Val Fiscalina (Dolomiti di Sesto). Ventisei componenti con abbondanti quote-rosa.

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Magia di una gita che ha richiesto due anni di organizzazione, passando dal versamento di un tesoretto tenuto in caparra per 720 giorni esatti a causa di maltempo nel corso del 2017. Altrettanto magia di una gita che, proprio per l’attesa di un biennio, sembra uscita alla perfezione.

Le Dolomiti di Sesto…..non sono in provincia di Milano e quindi anche la logistica sfocia spesso in decisioni drastiche che portano l’utente ad allungare il soggiorno post-estivo; per alcuni questo si traduce in una partenza anticipata al venerdì pomeriggio o ad un rientro posticipato al lunedì. Nulla di male ed il Gruppo si ricongiunge alle 8.30 del sabato mattina, dopo che il resto della truppa ha percorso le autostrade italiane, nei pressi dell’ovovia che sale ai Prati di Croda Rossa.

Si parte dal Rifugio Rudi un po’ piano ed un po’ adagio tra un vedo-non-vedo delle nubi che aumenta il fascino circostante; siamo insieme a pochi altri, soprattutto nel momento in cui stacchiamo il sentiero che sale al Passo Sentinella per prendere il kanalone di Forcella di Cima Undici, vero punto di partenza della nostra Strada degli Alpini.

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Ormai siamo in quota e nell’estasi totale cominciamo a percorre le cenge che caratterizzano questa lunga dorsale, che in fondo ci depositerà a Forcella Giralba. Paesaggi che cambiano, bivacchi in posizioni assurde (come il Mascabroni, con storia incredibile alle spalle, che si trova a 2.950 mt circa e ti guarda come a richiamare un’attenzione ormai riservata solo al punto fotografato per eccellenza: la Cengia della Salvezza) e quinte fantastiche che nulla lasciano all’immaginazione. Il lungo tratto della cengia è sufficientemente largo da permettere un camminamento sicuro e sfocia con un effetto sorpresa in una svolta verso sinistra che deposita in un budello assolutamente unico. Qui entri in un libro di relazioni, finalmente ti riconosci nelle parole che hai letto mille volte, sei parte integrante delle foto che hanno fatto il giro del mondo, delle librerie e di quasi tutte le case degli alpinisti. Per usare un termine esagerato, sei talmente social che più social nun se pole!!!

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Non c’è in giro nessuno (tutti ai centri commerciali) e quindi il Click-Day parte a manetta; l’Holter segnerebbe battiti oltre soglia….quindi spruzziamo un po’ di camomilla e prendiamo il tempo necessario. Usciamo in prossimità della Busa di Dentro e ci dividiamo tra Cima Popéra e Forcella Giralba. Il tempo è un po’ tra il gnack-ed-il-petack, comincia a fare freddo; quindi scendiamo al Rifugio Carducci, meta del nostro pernottamento. Riposo, merenda e prime ipotesi per il giorno dopo. Nel frattempo arriveranno anche quelli di noi saliti alla Cima del Popèra.

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Qui devo menzionare alcuni episodi che ricorderemo anche nel futuro remoto:

  • Di estrazione tedesca, la rifugista non ha smentito la provenienza; scelta del menù da “SS” così come le ordinazioni. Tutti in fila per due e ordine prima di tutto!
  • Cena perfetta ed una delle mangiate in rifugio, in gite simili, migliore in assoluto. Canederli semplicemente fantastici, preparati da Bepi a “cielo aperto”, ma anche ottimi secondi piatti e dolci gustosi. Chapeau! Elogio al Carducci e a coloro che lo gestiscono;

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  • Odore incredibile di Storia: dagli Alpini a quello che han fatto, passando da Ettore Castiglioni che qui veniva spesso e ha scritto parte della Storia Verticale. Noi in giro a vedere quello che cento anni fa qualcuno ha creato in condizioni che forse è meglio neanche immaginare. Da lassù qualcuno dirà che almeno non tutto è stato fatto per niente.
  • La notte: un momento che non si può non ricordare o non trascorrere. Qui per forza devo fare il punto: abbiamo deciso che la prossima volta sceglieremo qualcuno che non dorme per assistere allo spettacolo. In alternativa, ma proprio nel caso in cui non dovessimo trovare alcun volontario, porteremo un drone acustico con lo scopo di posizionarsi a metà camera, nell’aere e di registrare a pieno volume “i versi, i suoni e qualsiasi cosa che dia segnali più o meno vocali” in modo da poterli riascoltare in sede o a casa di qualcuno. Vi assicuro che potrebbe diventare virale……si, perché praticamente nella notte fra sabato e domenica abbiamo buttato nel cesso una puntata di Geo & Geo, SuperQuark andrà in onda con una puntata senza musica per protesta contro “i rumori da foresta tropicale per i quali non ha fatto in tempo a pagare la SIAE” e, da ultimo, Varenne non rivolgerà mai più uno sguardo ad un brianzolo: i versi che quest’ultimo è in grado di produrre tra le 22.00 e le 6.00 del mattino sono da Accademia dell’Ippodromo. Ci sono stati momenti talmente esilaranti da risultare unici nel mondo: da frasi del tipo “Non posso tirare le 07.00 in queste condizioni” a richiami felini da Pet-Terapia, passando per insulti autostradali ed uso degli abbaglianti notturni peggio che in Tangenziale. Mai visto in tanti anni una notte così: da piegarsi!!! Il colmo è che la mattina tutto è talmente normale che sembra non sia successo assolutamente nulla.

Ci svegliamo comunque nelle migliori condizioni e decidiamo per un itinerario diverso da quello programmato; Cima Popèra risulta infatti ‘una piutéra unica’ e quindi il buon senso ci induce per altre mete.

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Tra l’altro sarebbe un modo per continuare il cammino storico intrapreso il giorno prima: quindi si parte alla volta di Forcella Croda dei Toni e la Ferrata Alpini 1915/1918 che attraversa in un viaggio quasi orizzontale il Monte Cengia. In Dolomiti non può mancare un Killer Slope e quindi, sotto la fatica di un passo avanti e due indietro, raggiungiamo la nostra Forcella dove una campana si farà suonare sino allo sfinimento. Incontriamo anche un simpatico local con le figlie che ci fa da Cicerone, incrementando la nostra cultura sulle crode. Il tutto sino a raggiungere Forcella Collerena.

Davanti a noi si taglia, possente, la Croda dei Toni; una prua nel cielo, una fotocopia del Crozzon di Brenta che fuma nel blu celestiale. Altro che monti pallidi: sei tu che diventi pallido al primo sguardo.

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Iniziamo il nuovo itinerario ferrato in completa esposizione sulle cenge: uno spettacolo che godiamo in completa solitudine e che porta piano piano nelle wc-nanze del Rifugio Pian di Cengia.

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Optiamo poi per le Crode Fiscaline e per il Rifugio Locatelli. Non può mancare, in una giornata come oggi e per l’ampia scelta disponibile, una cima su cui portare i nostri gagliardetti. Cima Fiscalina di Mezzo poi ha un fascino che si scopre solo salendola. La sua croce è posizionata a 40 cm dal vuoto assoluto; l’abisso nord a circa 600 metri più in basso è uno dei lassativi che produce effetti migliori. Non ci resta che andare di foto da maledetti.

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Ritorniamo al Rifugio e divoriamo un lauto pranzetto: chissà come mai in questi luoghi fioccano le padelle con uova, speck, patate, canederli, formaggi, pasta, ect…..

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Stessa scena simmetrica si svolge al Rifugio Locatelli, dove altri si stanno comportando alla stessa maniera. Li raggiungiamo presto (togliendo i sassi dallo zaino…….vecchia usanza, mai sopita e sempre in voga) sia per ricompattare il Gruppo sia per ammirare le Tre Cime di Lavaredo, ultimo e fascinoso angolo del nostro lungo peregrinare.

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Non resta che scendere, portando ormai le membra quasi stanche sino al Rifugio Fondovalle e poi ai Bagni di Moso, chiudendo un cerchio fantastico.

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Un Grazie di cuore a tutti i partecipanti, al fatto che ormai si va quasi a memoria e quindi non c’è bisogno di troppe parole. Un enorme complimento a Lele per le bellissime foto che ci permetteranno di ricordare ancor di più il tempo trascorso a mezz’aria: il suo ultimo acquisto è azzeccato. Il/la Meteo ci ha assistito alla grande nonostante qualche nube di calore e qualche coloritura sospetta, mentre le due Sezioni sono ormai consolidate nel mese di settembre e c’è già ampio fermento su cosa organizzare il prossimo anno.

Gita da H48: dalle 4.00 del sabato alle 22.45 della domenica.

Rigore è quando arbitro fischia ed anche qui un po’ di rigore è d’obbligo visto che, quando sei in questi posti, difficilmente hai voglia di tornare a casa.

Comunque possiamo dire che i capi-gita non sono stati troppo fiscali, mentre tutti quanti sono sicuramente risultati Fiscalini: Ginevra, Annalisa, Angeletta, Katia, Lu, Anna, Marta, Patrizia, Luciana B, Federica, Pier (arriveranno presto i risultati dei GPS, ma forse lui ha fatto il giro due volte), Paolinux, Massimo, Daniele, Erik, Lele, Gianluca V., Enrico, Davide, Bob, Ale N., Enrico, Ale B., Luciano, Andrea (capogita Montevecchia) e Patajean (capogita Desio).

p.s. Contrariamente a quanto scritto sopra, l’anno prossimo proporrò di fare la gita in un weekend piovoso; scegliere le foto tra quelle mandate e caricarle nel racconto è stato peggio che rifare il percorso per la terza volta. Pier l’ha fatto due volte, ma il sottoscritto almeno tre. J

by Patajean®

 

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