Oggi, domenica 27 maggio 2018, è un giorno diverso: mani e piedi toccano e spingono cose diverse da quelle cui siamo abituati. Le prime sono sempre in appoggio, ma non trazionano nulla che sia simile ad una presa o ad un bastoncino; i secondi sono in appoggio, ma tendono solo a garantire fluidità in orizzontale, con variante salita e discesa.
Abbiamo aperto un ciclo diverso? O semplicemente stiamo cavalcando un nuovo ciclo? Forse si, abbandonando per un giorno lo standard.
Non è stato per niente male, anzi. Nuovo appuntamento con il Cai Desio per una gita sezionale sulla ‘due ruote’. Appuntamento a Monza con un’ unica condizione: venire in Mountain Bike dall’inizio alla fine e sotto l’egida di Stefy, artefice sin dall’inizio di questa avventura.
Giornata piena di episodi, uno in fila all’altro e quindi emozionante nel suo lento dipanarsi:
- Partiamo con il puzzo della tratta Monza-Bergamo: qualcuno ha nascosto un merluzzo sotto il sedile nei giorni precedenti oppure ha mangiato una platessa cruda lasciando la più parte in giro per il vagone: devastante! Meno male che il viaggio è durato poco;
- Passare il ponte di Paderno sul treno è sempre una piccola emozione, il cui colore può essere solo mono-cromatico!;
- Ieri eravamo in dodici, ma nel caso in cui fossimo molti di più occorre pensare a come sistemare le bici sul treno; fuori sul tetto sarebbero un problema in caso di galleria e avete mai visto una ferrovia senza?
Arrivati a Bergamo non ci resta che azionare i pedali insieme a Massimo e Roberta che ci hanno raggiunto lì direttamente; si parte quindi ufficialmente con la gita per entrare in Valle Seriana.
Il tempo di dire da parte del Capo-Gita Stefy: “Fate qualche prova coi cambi, visto che siamo in piano”…. che subito il sottoscritto scassa il carter di protezione e perde la catena, momento topico di panico unito a risate pazzesche: catena in mano e difficoltà a rimetterla in sesto tra risate esilaranti!
Non distribuiamo le maglie coi vari colori, ma è chiaro che i Gran Premi della Montagna sono molto più wc-ni di quel che sembra.
Fatto sta che partiamo a tuono ed al Ponte di Nembro siamo già persi……lanciamo un urlo ed il gruppo si ricompatta: la maglia rosa torna in bacheca e s’innalza in cielo per un nuovo obiettivo. Comincia il tratto tecnico della prima vera salita: da gruppo ci trasformiamo in fila indiana, che piano piano misura la lunghezza del paese.
Scopriamo che la lingua esce non solo durante il tric & trac delle assi, ma anche sui pedali e ci chiediamo, dato che il primo punto di ristoro è nell’Oasi della Pace, perché la Madonna non appaia a livello del mare. Perché dovrebbe apparire e parlare solo in quota?
Posto tranquillo e pace incredibile, ideale per rifocillarsi e per verificare dove è avvenuta l’apparizione.
Comincia ora una discesa classificata tecnica senza palta, che oggi però abbonda; gesto tecnico e audacia di movimento diventano un must per portare a casa la pelle. Qualche caduta sporadica e kg di palta raccolti sulle ruote con lancio di proiettili ai concorrenti. Un momentaccio che dura sino all’Oasi del Pranzo. Nessuno in giro e relax micidiale, pronti per la seconda fase: anche qui un mix di salita e discesa che spezza le ultime risorse (per alcuni) delle gambe.
Sul finire qualche ulteriore elemento che merita di essere menzionato:
- I freni del sottoscritto che finiscono e debbono essere tirati, visto che a leve tirate la bici non mostra intenzioni di bloccarsi;
- Pier viaggia per 40 Km con il manubrio al contrario e se ne accorge solo grazie ad un turista (attento) che troviamo al Bar-cicletta, luogo ameno in cui compaiono le birrette; anche qui un momento esilarante visto che ci si accorge di come la bicicletta abbia funzionato sinora al contrario;
- Boris, sempre lui, indipendentemente dal calzare le assi o la bicicletta: quest’oggi ha pensato bene di perdere il GPS sul ponte del fiume Nembro, in corsa e direttamente in mezzo alla carreggiata. Il solito kulo e per cinque minuti non è passata nessuna macchina; altrimenti avremmo un nuovo ritrovato della tecnica: l’ultra-piatto.
- Isidoro, che dopo il suo vissuto quotidiano coi treni presi e ripresi con ritardi apocalittici accumulati sulla tessera punti e dopo diverse comparse in libri di Agatha Cristi per suicidi su rotaia, finalmente riesce a vedere l’interno della locomotiva, intervistando il ‘cocchiere’ e pensando per frazione di secondi di poter toccare con mano anche la sirena….azionandola una volta nella vita.
Insomma, un bel momento tutti insieme per una gita finalmente diversa dal solito; magari siamo sempre noi ma chi-se-ne-fotte; si spera che la prossima sia frequentata da altri. In effetti in questa domenica a Desio ci sono stati numerosi eventi che hanno potenzialmente sottratto aderenti.
Ci siamo divertiti ed in maniera diversa dal tradizionale, ogni tanto ci sta.
I vincitori del Primo GP della Val Seriana: Stefy (un elogio particolare per l’organizzazione impeccabile), Manuela, Anna, Patrizia, Roberta, Antonio Inox, Bob il Conte, Pier, Boris, Max T., Isidoro e Patajean.
by Patajean®