TRAVERSATA CIMA DI PIAZZO (2.099 MT) vs CIMA SODADURA (2.009 MT)
Domenica 20 Dicembre 2009
Il credo di questa uscita alla fine è stato: meglio il freddo intenso oppure una giornata afosa e torrida? Difficile dirlo, difficile fare una scelta e difficile è prendere la parte di una delle due! Quando fa caldo ti scopri, quando fa freddo il contrario, ma…..quando geli per tutto il tempo…..!
Comunque oggi abbiamo fatto bene a posizionarci sul versante sud; almeno il sole ci ha scaldato quel minimo sindacale necessario a condurre una gita.
La meta iniziale era la Val Tartano, ma chissà che fréch……qualcuno di noi alla fine è andato comunque. La meta finale è stata quella di restare un po’ più vicini: quando la neve arriva anche in zona la metamorfosi rocciosa si trasforma in luoghi ugualmente appetibili e qualcosa di carino si riesce sempre a scovare.
Noi quando siamo partiti ci siamo detti chiaro & tondo: “Ogni mezz’ora facciamo l’inquadramento topografico, ma ogni dieci minuti ognuno deve dire il suo nome; la “morte bianca” in questi giorni abita anche da noi e non vogliamo esserne testimoni!!!!
A parte la difficoltà di capire con chi andare e quante macchine prendere; essendo in nove……tre macchine bastavano, ma noi come al solito dobbia0mo fare i difficili, eravamo con tre macchine ed un furgone. Potevamo invitare tutta Nibionno senza problemi, invece abbiam fatto su un casino…..anche se alla fine ce l’abbiamo fatta!
Non c’erano grandi scelte: o andavamo anche noi a tentare la Cresta Piancaformia con la macchina (!)….ormai si sente di tutto in giro, oppure optavamo per una gita “solare”: quelle gite dove l’unica cosa che sta fuori è il naso.
Arriviamo al dunque verso le 10.30 di fronte al Rifugio Sassi Castelli; qualcuno senza fare nomi, appoggia i guanti nell’unico punto in cui c’è il “non ritorno”; uno di quei posti dove non li metteresti durante tutta una vita! Beh…….per cercare di tirarli fuori, di tutto: dallo svitamento della staccionata alla ricerca del cunicolo perduto, dalla richiesta al rifugista in carta bollata fino al …… cacciavite! Con una manina da fata ed una operazione chirurgica degna di ER, ecco che la moffola di lana di Giuliano……alla fine, ancorché in lacrime, torna dal padrone.
Lezione: per lo scialpinismo mettete dentro lo zaino almeno un altro paio di guanti: ….ho detto guanti però; non è necessario avere due rotelle supplementari delle racchette, quattro paia di guanti, due paia di pelli, otto thermos……..insomma un po’ di rispetto per quelli che vengono in giro la prima volta e soprattutto per quelli meno fortunati!!!
Dopo questo cartoncino degli “imprevisti” siamo di nuovo, ma al sole, di fronte al fatto compiuto e pronti ad immergerci nel panorama molto particolare che è un misto (pesce) fra l’altipiano carsico ed il Lagorai di Gionco!!!……..il paragone fa molto schifo, ma qualcuno senz’altro capirà.
Dopo molti tric & trac ci permettiamo anche un po’ di avventura là dove le tracce non ci sono ed in men che non si dica siamo sulla cresta che ci conduce alla Cima di Piazzo, con vista fino nelle cucine bergamasche, nonché sulle montagne di molta parte dell’arco alpino.
C’è solo il tempo di salutare la Madonnina, suonando la campana, di bere un po’ di thé che finisce subito nei posti giusti e via: verso la discesa.
Un mix di pendii interessanti e spianate che conducono a canalini ancora più pendenti, fino alla discesa che ci porta esattamente (e come x incanto) là dove la riga del kulo incide le due chiappe! Praticamente nel punto in cui bisogna decidere cosa fare.
Opzioni in gioco: i pizzoccheri del Sassi Castelli oppure la cresta Himalayana della Sodadura; optiamo per quest’ultima. Il vento sferza le facce, la cresta è sottile e ben incisa, la gente sale e scende facendo la traversata di questa piramide quasi perfetta.
Per molto tempo l’idea di base è quella di scendere il versante sud, ma poi il buon senso e le condizioni della neve ci fanno desistere.
La foto di vetta e la discesa dalla parte opposta, fino al punto in cui ci siamo….decisi. Calzati gli sci, abbiamo inciso la traccia di discesa fino a percorrere i pendii basali, infilandoci in dossi e cunicoli alla ricerca della strada giusta. In fondo abbiamo “mollato i legni” e sembravamo i discesisti della Val Gardena. Mancavano solo i pettorali.
Abbiamo pelato anche i fondoschiena di un gruppo di remagi, anche loro alla ricerca del senso della vita, per poi finire nuovamente nei dintorni del rifugio, dove non abbiamo saputo resistere al richiamo degli gnocchi!
Chi al sugo e chi ai quattro formaggi, alla fine la solita magnata….che poi non fa altro che farti rimettere i kg che hai perso qualche mezz’ora prima.
Ritorniamo verso casa con il freddo nelle ossa; oggi è stato un incontro di mani, fra alpinisti e sci alpinisti.
Adesso tanti auguri di Buon Natale Felice 2010…..e domani copritevi, che fa freddo anche a casa. Se proprio volete uscire….mettetevi anche le pelli ed andate al lavoro con quelle, perché se è vero quello che dicono, sono non solo amari, ma…..anche jazzati!
Incontrata anche Luisa ed i suoi amici, che…..dopo aver tentato la Piancaformia in macchina…….hanno circumnavigato le Prealpi alla ricerca del sole!
A presto e non fate casino!
P.s. dimenticavo: una volta c’era la Vacca Vittoria, almeno fino a quando non finiva la storia; oggi c’è la Mucca Scivolona, che non è una gran porka, ma solo un acronimo simpatico: voi subito a pensare alla metafora con il Vecchio Topazio di Milano degli anni ’90; in effetti nei pressi di Moggio c’è un ring con dentro le donne biotte munite di solo tanga che fanno la lotta a -10°!!!! Che homm…pardon che donn!!!
Stefania, Silvan, il Gran Mogol, Renzo, Alessandro detto Nicchio, Francesco, Luciano, Antonio e Patapam.
Dài c’à la vegn…..
PJ