Il Passo del Fo per noi è un po’ come il nostro “Passaggio a Nord-Ovest”, una specie di trasmissione nella quale raccontare un po’ di sana storia, magari non quella che finisce sui libri, ma sicuramente un po’ di storia da tramandare: se guardiamo dalle prime volte ad oggi non c’è mai stata una volta in cui la gita si sia manifestata in assoluta mollezza. All’ultimo momento molti pretendenti hanno dovuto mollare l’osso purtroppo, ma noi abbiamo sponsorizzato più che abbiamo potuto. Qualcuno di importante l’abbiamo visto!!!!
Ciao:…..sono Cri Chi-ha-fatto il botto! In televisione faccio “plin-plin”, ma quando non vado in onda, faccio candelotti di lunghezza 25!!!!”
Quest’anno al Passo del Fo c’era anche lei: ci ha tenuto compagnia per tutta la giornata, da quando siamo partiti all’alba a quando siamo rientrati, col fosck.
L’acqua le fa proprio bene, perché durante il giorno le sue perle di saggezza sull’utilizzo delle varie marche e delle loro proprietà diuretiche ci hanno aiutato a capire come fare nel futuro prossimo venturo. Comunque attenzione a bere senza criterio, altrimenti state seduti ore e ore…..e non certo per fare pubblicità.
Poche volte si era vista così tanta gente; tra il Geo & Geo di Calco e noi, facevamo fatica a trovarci: ad un certo punto hanno piazzato anche la “Celere” all’uscita da Erve per contenere i tifosi e gli striscioni: quando il primo è arrivato al Passo….l’ultimo partiva.
Mi hanno detto: dài racconta solo le cose “vere” e lascia perdere “il resto”…..
Disseminati sul Prà di Ratt, la voglia di salire e parlare del più e del meno era troppo grande, sotto un sole velato dalle nubi, che però alla fine è diventato prepotente e splendente sopra e sotto di noi.
Ognuno salendo ogni tanto guardava o toccava la sua “natura” o poi aspettava: lei era puntuale; “Ciao…..sono Cri Chi-ha-fatto il botto: durante le riprese faccio molta pì-pì, ma quando non mi vede nessuno faccio cose che lasciano il segno ed altro ancora……”!
Qualcuno è talmente carico che poco prima del rifugio sbaglia e cerca vie alternative: cercano creste impossibile e alla fine ….di fronte al cielo….non possono far altro che scendere tra gli altri umani.
Arrivati al Ghislandi, non potevamo esimerci dal pensare qualcosa da fare prima dei soliti rituali; ci siamo guardati in faccia ed abbiamo deciso: lo squadrone “Spalding” può andare ad allenarsi, tanto manca ancora un po’ di tempo alla S. Messa. Anche il nostro Don Marco ci ha esortato ed invitato a muoverci verso il Resegone.
Lasciati i pesi inutili partiamo liberi e senza zaino verso il Buco della Carlotta, che non è quello che pensano i più, ma un sentiero speciale in un anfratto speciale, un posto incredibile: i movimenti sono fatti a memoria e le leggere difficoltà di questo sentiero attrezzato, molto in piedi e che taglia verticalmente quella sezione di bastionata che sta sotto Pian Serada, vengono superate senza il minimo tentennamento: usciamo al sole del Piano e restiamo in contemplazione sapendo che non saliremo (non ne abbiamo il tempo!) in cima.
Torniamo indietro utilizzando il Sentiero della Stanga, che ci riporterà verso il Fo……non senza rivedere lei!!!!! “Ciao, sono Cri Chi-ha-fatto il botto: l’acqua mi fa bene, ma se mi fate anche mangiare vi faccio vedere cosa so fare!!!!!”
Due minuti dopo il Dream Team maschile trova una bella figliola con un bel cane lupo: “chi era più carino”? lei comunque passa indenne col quel sorriso un po’ così e ci saluta quasi incredula di trovare così tanta carne fresca (….solo in parte utilizzabile però! Dài Ongiul, osti cal’è la voelta giusta).
Scivoliamo via leggeri-leggeri e nuovamente verso il nostro dovere.
Alle 11.00 il timer scatta ed i preparativi vengono ultimati: Don Marco celebra la S. Messa nel posto migliore in cui poteva farlo; vengono ricordati i nostri cari amici e purtroppo quest’anno dobbiamo aggiungere anche il Lottar.
Dopo la messa eccoci alla spaghettata: un momento catartiko che da anni ormai catalizza un paio di ore di discussione, sogni e pirlate di ogni genere.
Ci sono gli spaghetti di Kissme, ma ovviamente ogni leccornia finisce per essere degustata; ognuno porta sempre qualcosa e poi si divide in compagnia.
Le grappe si sprecano e di solito chi si presenta per elargire l’assaggio, propone sempre contenitori ed imballi fra i più disparati, quasi a voler dimostrare ancora una volta che la mattina, prima di uscire, ha detto alla mamma che tutto è a posto e tutto è sotto controllo.
Alla fine si conteranno più di venticinque bottiglie, fra vini, grappe e genepì.
Ad un certo punto eccola nuovamente: “Ciao….sono Cri Chi-ha-fatto il botto, faccio pipì quando la suora non mi vede, ma l’ultima volta che sono uscita dal suo convento, ho lasciato la tazza in condizioni pietose!”.
Le discussioni riprendono vive e vegete sulla piazzola del Rifugio: si spazia dalla Thailandia al Perù ed alla Bolivia, per viaggi di piacere che avranno luogo anche nel 2010, fino a quando il sole ci avvisa che ben presto ci lascerà e quindi decidiamo di procedere con il solito cammino, che ormai nel solco della tradizione, prevede la discesa alla Capanna Monza per un saluto al gestore e poi verso Erve dove le macchine, almeno loro, ci aspettano “sane” e ci porteranno a casa (o a Livigno…per qualcuno!).
Le ultime luci sulla bastionata del Resegone, dal rifugio, ci fanno apprezzare la giornata in maniera totale; basta ricordare che questa è stata una finestra di bel tempo, anzi su un cortile di gran schifo da almeno tre settimane. Questo ci rallegra oltre al fatto di scattare qualche faccia proprio con il sole al tramonto.
E’ venuto il momento di accendere le luci e allacciare il casco, poiché il fosck ormai è alle porte; dopo un paio di canzoni della nostra nuova Giusy B….!!!! e dopo una tentata deviazione del Rava, che ci scappa di mano e procede per un sentiero alternativo, passiamo prima dalla fonte S. Carlo e poi finiamo giusto al parcheggio della cittadina di Erve. Da lì….le kazzate saranno state senz’altro molte altre, ma ci siamo riproposti di trovarci proprio per riassumerle, in modo che si possano tramandare di generazione in generazione.
Dopo l’ultima toccatina alla “natura” ed i saluti di rito, ci invitiamo semplicemente alla prossima uscita e…..quando stiamo per salire nuovamente in macchina…..”Ciao, sono Cri Chi-ha-fatto il botto: in pubblicità sponsorizzo la diuresi, ma se volete vi faccio vedere di cosa sono capace; lo sterco fumante delle torte di mucca è la goccia in un oceano!
Insomma, il Passo del Fo lo potete considerare sotto il profilo che più volete, si passa dal “Tempo delle mele” alla “Diuresi”, resta il fatto che non si viene mai via tristi.
Alla prossima e meno male che il Passo esiste.
Un grosso ciao da Ongiul, Alessandro, Beppe, Fausto & Fabiana (in bocca al lupo!!), Angeletta & Patajean, Lele, Luciano, Mario, Minchi-Uan, Mago, Andrea (prima o poi anche tu avrai un tuo nome….un nome come si deve!!!!), Nicchio e suo collega, Egidio, Don Marco, Edo, Il Rava, l’altro “Lele “?, e molti altri, fra i quali i cantori del Geo (and Geo).
PJ