Descrivere cos’è la “Voglia di Masino” non è facile. E’ un misto tra sensazione e realtà. Quando ti prende sei spesso nel posto sbagliato, ma lei sopraggiunge nel momento giusto.
In quel momento senti un profumo diverso, hai voglia improvvisa di vedere certi posti, li immagini e sei a posto per una mezz’oretta.
E’ una specie di malattia, ma una di quelle che ti fanno stare bene anziché male; se stai male e ci vai ugualmente, novanta su cento guarisci……..se stai bene e ci vai, ti senti ancora meglio; se, infine, sei mez e mez e ti misuri la febbre quando arrivi, stai tranquillo che la febbre si alza ed il termometro si chiede cosa succede!!!
Le Torri di Trango saranno anche belle, ma le “nostre Cattedrali di granito” che si ergono in questa zona non si fanno bagnare il naso da nessuno!
La voglia di Masino ti assale quando meno te lo aspetti, la respiri con quel mix di colori tersi, limpidezza di immagini, contrasto di colori e angoli che non esistono altrove.
Magari quando ci pensi non ci puoi andare direttamente oppure devi rinunciarci per altri impegni, ma la voglia diventerà ancora più forte la volta successiva, quando finalmente ci metterai piede.
Se qualcuno vi chiede se avete voglia di andarci, avete almeno tre risposte: Ma-Si-No……..potete scegliere voi quale sia la più giusta ed in ognuna c’è un perché: si passa dalla certezza all’impossibilità, attraversando anche il dubbio.
Di solito ci si va per arrampicare, ma non è detto che lo scopo possa essere anche diverso: una camminata, un bel pic-nic con magari il desiderio di mettere mani e piedi (e non solo) nel Bidé della Contessa, una lustratina agli occhi, magari in attesa di qualche via importante; una sbirciatina a chi arrampica per farsi venire la voglia di appoggiare mani e piedi sulle pareti.
Può essere semplicemente l’avanscoperta di attacchi di vie impensabili, difficili, nascoste.
E’ contemporaneamente di facile e difficile accesso: se avete voglia di fare pochi passi c’è l’imbarazzo della scelta, ma se avete desiderio di lunghi accessi e/o sgamellate avete almeno una decina di “sotto-valli” da percorrere.
Almeno un paio di volte bisogna andarci in Masino, magari anche tre, mettendoci dentro anche un po’ di freddo e neve.
La febbre da Masino la senti ovunque: nella mente, nel cuore e nell’obiettivo della macchina fotografica; basta aver voglia di spostare la propria figura di un centinaio di km ed il gioco è fatto.
Le vibrazioni cominciano quando uscite dall’ultima galleria di Colico; è lì che si vede se è “una giornata da Masino”, con il Pizzo Manduino che svetta imponente davanti a voi, con il sole limpido che indica una bella giornata, con il freddo pungente cha aiuta a non soffocare.
Quando poi cominciate a salire e passate Cataeggio, lì comincia l’apoteosi del godimento “masinoso”; vi si stampa sul faccione il paretone del Qualido o la mole del Cavalcorto e la vegetazione vi fa pensare di essere stati catapultati di colpo all’anagrafe di una cittadina canadese.
Per un’ora e mezza di aiuto non è male!!! Si può provare….
E’ una delle poche valli dove la gente arrampica dal punto più basso al punto più alto. È piena di boulderisti che sono attaccati ai massi in fondo alla valle e di spericolati che si annidano nei punti più alti ed esposti delle cime ardite. Ognuno di loro cerca il suo alpinismo in un gesto, di qualunque tipo esso sia.
Le uniche facce spaesate che sembrano non capire l’importanza di una tale bellezza sono le pecore e/o capre al pascolo;……meno male non essere un quadrupede! Magari se la godono pure loro, hanno una qualche malattia da quota anche loro, ma a prima vista la loro indifferenza lascia perplessi: come si fa a stare inerti di fronte a questa rarità?
Naturalmente bisogna andarci anche con il brutto tempo, per sentire i boati delle slavine (ocio, però!) o vedere come la neve si annida sui pendi, sulle placche e sulle pareti.
La voglia ti nasce dentro all’improvviso, quando per esempio un amico ti chiede se vuoi andarci per fare “un giro”.
Là è come muoversi in una città d’arte, è come ed è meglio che passare in fianco ad un monumento famoso.
Le pareti, la vegetazione, la neve: tutto è lì e risponde solo a leggi della natura e della fisica, sembra insensibile, ma come per magia è in grado di lanciarti le emozioni che vanno a sbattere esattamente contro di te, quelle che senti dentro e quelle che cerchi di far capire agli altri quando descrivi la Valle.
Quando arrivi e guardi è come se cerchi di controllare che tutto sia ancora lì e sempre al suo posto; è come fare le pulizie di casa al sabato e controllare che la cristalleria è tutta al suo posto, ordinata e pulita.
E’ uno dei pochi lavori di pulizia che faremmo sempre volentieri senza incaricare terze persone.
E’ come avere una seconda casa sempre aperta e dove non ci si stanca mai di andare.
Non dimentichiamoci poi che il novanta per cento della popolazione è interista! Andateci quando finisce il campionato……e vedrete!
Fatevi venire il febbrone anche voi una volta, poi vedremo come si mette; lo stimolo ci deve sempre essere.
Un saluto da Antonella, Fabiana, Simone, Fausto e Patajean.
PJ