E’ capitato di raccontare una fiaba o, prima ancora, di sentirla dalla bocca di altri. Forse è capitato meno di accorgersi, durante il racconto detto o sentito, di ritrovarsi improvvisamente immersi nelle pagine di un libro.
Ecco è successo questo, in una notte di inizio dicembre’17, mi sono ritrovato con la famiglia a pagina 85 di un libro di fiabe e racconti fantastici.
Dopo trecentosessantacinque giorni di attesa un giorno di gioia, ma di quelli da raccontare per le coincidenze che si sono verificate: una su tutte, la neve. Chiamata a più riprese, assente negli ultimi tempi, merce rara forse peggio……beccata proprio in pieno nel posto in cui un anno prima era partita la prenotazione. Chi l’avrebbe detto? Nell’unico punto in cui è passata la perturbazione.
Posto particolare che lo diventa ancor di più nella circostanza; fuori dal mondo, ma anche a portata di mano, lontano ma non troppo; situato dietro il paesino al di sopra del quale due piccole case sull’albero aiutano i visitatori a trascorrere una notte che in alcuni casi diventa un incanto. Notte che va prenotata con largo anticipo, perché va a ruba.
Si arriva in macchina a cinque minuti dalla meta, ci si trova davanti ad un bosco all’interno del quale sorgono queste due piccolissime abitazioni, sospese come se volassero tra i rami del bosco. Non ci sono armadi e ci devi andare con l’essenziale. Poi ti accorgi che basta. Tutto in miniatura tranne l’emozione, ma una grande vetrata che ti permette di contare le pecore di notte nel bosco, nel caso in cui non prendi sonno. Impossibile e infatti non ci sono pecore.
Tanto stupore per nulla? Forse abitiamo in una regione sbagliata, bella ma troppo caotica; basta uscire, anche solo mangiare in tre e spendere poco e domandarsi ”dove” c’è qualcosa che non va: da noi o da loro……
Vi si arriva a piedi passando per un piccolo sentiero di gnomi e luci, si entra per depositare i pochi bagagli e quando si esce, sorpresa: neve a manetta e centimetri che arrivano uno dietro l’altro, tutti in fila e tutti che si posizionano come da manuale, in un puzzle che poi si mostra nella sua bellezza.
Si dorme beatamente, ma si viene anche improvvisamente svegliati dai botti che la neve di notte, cadendo sul tetto di legno, provoca e che ti echeggiano nei timpani.
Al mattino i centimetri sono più di trenta, anzi trentacinque quando esci dal bosco dove non ci sono protezioni di nessun genere; poi vai a cercare l’auto ormai sommersa: uno spettacolino senza biglietto.
Ti sposti nell’angolo colazione ed anche qui sei immerso in un paesaggio diverso da quello cui siamo abituati. Bellissima esperienza.
L’ultima parte è costituita da un gioco: “Cerca la tua auto” e se la ritrovi puoi tornare a casa, non facilmente visto che sei lontano e devi uscire dal raggio della perturbazione che in questo weekend ha deciso di venire a trovarti. Non si è capito se spostandosi verso al Francia abbia gridato: “Fra un po’ torno e la porto anche da voi”.
Speriamo perché l’è dura…..senza.
A distanza di più di quarant’anni si torna a giocare sugli alberi, prima immancabile meta per chi decide di non avere il kulo di pietra; un passaggio obbligato.
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