Una nazione nuova con ulteriore bisogno di indipendenza locale? Un nuovo stato aderente alla UE, magari con deposito bandiera e sovranità in qualche luogo remoto? Un paese di proprietà di un tiranno donna? Niente di tutto ciò, ma semplicemente uno stato d’animo che sento sempre più presente in questo periodo; siccome le cose belle ogni tanto vanno dette, eccomi a descriverla nella sua manifestazione più elementare. Si, perché in fondo si tratta di questo: un semplice, e sicuramente già testato da molti coetanei, momento in cui la percezione duale “mente-corpo” si esprime alla massima potenza pur non essendo, la scocca che li contiene, quella di un tempo. Eh si, perché si sono superati i quaranta da un pezzo. Peccato per quest’ultimo aspetto, ma altrettanto bella la sensazione vissuta!
Quante volte capita di dire a voce alta, durante una discussione, “ma perché non avere avuto questa testa venticinque anni fa!?” Da numerose schermografie ed ecografie fatte negli anni sono emerse un casino di fratture qua e là, ma fortunatamente il cervello nella sua essenza grigia, dello stesso colore anche sull’esito, è sempre risultato esserci (ndr: le kazzate di solito hanno volume e peso specifico, per cui rimangono nonostante il passare degli anni). Forse si è sempre trattato di una scatola, di un packaging vuoto, contenente il nulla cosmico, un’impalcatura strutturata solo ed esclusivamente per tenere distinte e distanti le orecchie (citazione, sorry!), però diciamo che non ha mai avuto piena consapevolezza come quella maturata negli ultimi anni. La consapevolezza del qui ed ora è indescrivibile. E’ anche vero che un binomio corpo-mente come quello attuale avrebbe avuto venticinque anni fa ben altri riflessi: considerato che ‘a diventar vecchi aumentano gli stremizi e tutto il resto’, molte delle innumerevoli kazzate sarebbero rimaste nel sacchetto all’interno di un baule, per paura di essere bastonate appena fuori!
Certo, avere oggi molto del tempo che fu aiuterebbe a togliersi qualche sassolino in quota che è ancora lì, che si realizzerà magari col tempo, ma che rappresenta pur sempre un lumicino che prima o poi mostrerà tutte le dita (cinque) per salutarti oppure una sola (il medio!) per mandartici….
A vent’anni c’era la performance che bussava ogni mattina, anche se in realtà voltandosi indietro non era così accentuata, ma mancava quel controllo che, invece, c’è ora e che è sicuramente un valore aggiunto. Quindi meglio la gallina ieri o l’uovo oggi? Il “take-away inglese o il ciapa-e-porta a kà della Brianza” teniamocelo stretto.
Ultimamente, fra potenziamento del ginocchio malconcio a causa della Tagata del 2015, Progetto Benessere nell’azienda più bella del mondo per cui ho la fortuna ed il privilegio di lavorare e, per finire, le gite con gli amici, si sente proprio questo beneficio acutizzato dal fatto che la performance rimane sempre in secondo piano, mentre emerge prepotente il bisogno di star bene, in compagnia delle belle persone e con il massimo plaisir nel momento in cui si kaga-giù l’idea di andar in giro per valli e non.
Senza contare quando sei in giro da solo, perché hai deciso così e perché anche questo è vissuto come momento personale, intimo per fare il recap del cervello, delle priorità e degli obiettivi. L’eno-gastro-sessual-sportivo non è un binomio, ma un quadrilatero inespugnabile.
Non si possono dimenticare i doveri e gli impegni realmente più importanti come famiglia e lavoro; tuttavia la fortuna di poter condividere, come se si avesse ancora vent’anni, momenti talmente belli che non vi si può rinunciare è un must per non dire un valore aggiunto difficile da buttare ai pesci. Questi impegni orientano altrove e/o a cercare soluzioni diverse, come la mountain bike o la slackline, ma escursionismo e universo a punta restano, in qualunque modo li si raggiungano, gli orgasmi naturali irrinunciabili. Poi aver la fortuna di una famiglia che ama l’aria pura (?) e aperta aiuta in questo senso.
Anche la corsa, che mette mente più corpo al servizio dell’utile, nel momento in cui non diventa droga fine a se stessa e permette di vedere lungo o sperare di farlo nel senso di garantire un minimo di intelligenza emotiva atta a far si che quando saremo “over90” avremo sempre la possibilità di pestar neve e non altro, quindi muovere le ginocchia, è un altro bel modo di perdere tempo; se poi lo fai per conto dell’azienda per la quale lavori, che ti stimola a consumar suole……figata!
I confini dello Stato di Grazia speriamo non esistano o che restino invisibili per il momento, lasciando aperto ogni gesto atletico e lasciando che il fisico ne possa percorrere tutto il suo territorio, spero altrettanto sconfinato. Se così fosse, non si potrebbe chiedere di più, visto che poi la mano invisibile non la mette Adam Smith ma qualcuno ben più importante.
Un bel modo per avere conferma di questa sensazione è leggere per esempio alcuni articoli di Jeff Lowe, che ha tradotto in parole molte sue sensazioni, oserei dire da urlo!
Quindi? Quindi mani sui mmaroni e via andare.
Notte,
by Patajean®