LA CIMA……IN CIMA !

(Sottotitolato a qualche pagina per i non capienti!)

In cima: il posto più inutile…..a detta dei più! O comunque uno dei posti meno consigliati o non compresi dai “non addetti ai lavori”.

Invece trenta minuti di pausa bastano per darle un minimo di apprezzamento, per rivalorizzare uno dei posti sicuramente più ameni, più attesi o qualche volta neanche considerato.

Di solito quando arrivi sulla vetta, guardi, ma mai abbastanza bene o mai a sufficienza. La foto a trecentosessanta gradi che ti si presenta entra di colpo nelle ram della tua memoria, ma poi in certi casi viene dimenticata oppure ti fanno la domanda sulla parte che tu hai cancellato.

Il tempo stringe, come quando gli amici per scherzo ti prendono i mmaroni! Bisogna fare in fretta: spesso l’aver raggiunto la cima ha comportato un dispendio di energie e si è … solo a metà!

Devi cercare le doppie, devi capire se puoi cambiare itinerario, devi scrivere un bel saluto sul libro di vetta (sempre che ci sia!) oppure pronunciare un vaffa sperando che a valle ti senta chi ti deve sentire; devi stringere la mano al socio, devi abbracciare quelli a cui vuoi bene.

Non devi dimenticarti che chi è legato alla tua corda, spesso è quasi come un fratello e non c’è neanche bisogno di ricordare e/o non dimenticare: vien da sé!

Insomma c’è una tale mole di cose da fare e/o da ricordare che non sembra proprio il posto più inutile.

Qualche volta c’è talmente tanta gente che all’improvviso t’inkazzi per non aver portato il mangime per i piccioni: era meglio la piazza del Duomo.

Capita anche di trovare qualcuno che conosci, magari sei in Svizzera, magari quella parte della CH dove parlano e usano l’ascia per separare le parole: tu arrivi in cima e ti senti dire: “Ueehh, anca chì, seeée féétt in girr!?!?”

Di solito c’è a mala-pena il posto per appoggiare le chiappe a riposare; magari non puoi neanche pretendere di stare con il tuo socio o più di uno in cima, perché non c’è proprio spazio; in altri momenti non vedi niente perché è brutto tempo o la nebbia non è passata solo agli irti colli; preferiresti in quel momento un bel piumone caldo, magari “con le tette”, dove poter trascorrere momenti sicuramente più intensi.

In quei frangenti ti chiedi che cosa ci sei salito a fare in quel posto, visto che, a meno di fatti straordinari, se il luogo merita e la salita pure, ci ritorni sicuramente. Di solito però quest’ultima è “una cima a metà”, fra il salitone e la salita trastullante. Non torni più dove hai patito e i tempi sono lunghi & spessi.

A volte ti ricredi: pensavi che fosse di serie B, invece ha lasciato un bigliettino sotto un sasso con su scritto: “Te vistt!?”

Qualche altra volta ti consiglia lei stessa se stare un metro di qua o due metri di là, perché cambia, cambia la nazione, cambia il campanile.

Può variare in altezza, può variare di forma, può variare in bellezza. La vedi dal basso e ti prende per la sua estetica, per quel non so che. Le dai la sua (o la tua!) importanza a seconda di come ti gira, di come la vedi. Magari te l’hanno proposta enne volte, ma tu hai sempre visto che il dono della bellezza non le appartiene. Forse l’hai vista d’inverno ed è meglio d’estate o viceversa.

La cima è il punto da cui devi ricominciare, da cui pianti le doppie per ritornare a casa dalla tua famiglia, da cui giri le scarpette per fare rientro…….quello in cui togli le scarpette per mettere gli scarponi e uscire le tolle dalla montagna.

Da ultimo e può succedere, che la cima deluda; deluda le aspettative. Quindi volenti o nolenti si può sempre trovare uno stimolo per portarsi in quota. Adesso basta però perché sono stufo; se doveste essere sulla cima qui vicino, fate un urlo, fatevi sentire.

…..cià, fa freddo, scendo anch’io!!!! Mi sono rotto il packaging….

Ci vediamo alla prossima

PJ®

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