- CIMA: Punta Tuckett mt. 3.462
- GRUPPO: Ortles Cevedale
- PARTENZA: dal Passo dello Stelvio 2.748 mt
- SVILUPPO & DISLIVELLO: ca 13 km (?) e ca 1.350 mt tenuto conto il ripellaggio al ritorno. Purtroppo bisogna perdere quota per andare a prendere la costolona che, dopo un ampio giro, deposita sotto la cima.
- DIFFICOLTA’: BSA
- NOTE: neve tutto sommato accettabile, ma rigelo praticamente non percepito al Passo e marmellata pronta per essere confezionata già intorno alle 10.00; l’altra nota è che mi sono permesso di rubare una foto dalla rete….troppo bella per descrivere una cima perfetta!
Colpi di coda dell’inverno, con nevicate quasi fuori stagione e strati di neve che permettono ancora di usare le assi in attesa di spaziare altrove. In compenso fa anche troppo caldo e quindi occorre valutare bene dove posizionarsi nell’arco alpino. Decidiamo per la Cima Tuckett, non percorsa direttamente da lui, ma intitolata ad un alpinista britannico che ha spaziato non poco sulle Alpi, figura di rilievo del Cai che viaggia a sinistra.
Una cima fra le cime: bellissima montagna, ma che bisogna andare a cercare visto che non è a portata di mano; anche la vista non è il massimo, perché confusa ed offuscata da quelle circostanti; tuttavia, una meta da non mancare.
Buttata lì la sera delle manovre di corda del Corso A1 2016, diventa un’idea da cavalcare nelle ore successive; alla fine siamo in cinque e decidiamo di cadere dal letto alle 3.30 per partire molto presto (!).
Alle 7.00 siamo al Passo dello Stelvio, che apre proprio oggi sabato 28 maggio; fa freschino e bisogna passare subito ai calzoni lunghi; all’impianto ci sono già tutti i ragazzini pronti a mollare i bicipiti sui paletti. Lindsay Vonn invece non c’è ancora, mentre noi apparecchiamo gli artva e partiamo nel nebbione che nel frattempo è comparso. Dura poco, perché al Rif Livrio si spalanca la giornata: azzurro spettacolo e panorama da cartolina davanti agli occhi. Vediamo chiaramente l’itinerario davanti a noi e quindi iniziamo una discesa che ci farà perdere ca 220 mt (da risalire al ritorno!) per depositarci sulla vedretta di Madaccio, dove una seraccata ed alcuni crepacci ci invitano alla prudenza……prudenza che non è mai troppa, visto che qualche secondo prima di scendere vediamo staccarsi una piccola massa di neve umida sopra la nostra sinistra, provocata da snowboardista un po’ “distratto”. Dopo non pochi e non gentili convenevoli, lasciamo correre gli sci togliendoci dai premi di una seraccata che incombe sulle ns teste.
Nel frattempo c’è molta gente che già ritorna, saranno partiti prestissimo!, mentre tutt’intorno è un pullulare di scialpinisti, impegnati fra Cima Tuckett e Cime di Madaccio.
La vetta è molto panoramica e quindi non risparmiamo le foto. Torniamo quindi sui nostri passi con attenzione sui primi cento metri e riprendiamo le assi al depositi sci. Neve tutto sommato bella, ma ovviamente fino ai 2.900 ca dove spiana il ghiacciaio. Adesso si ripella e lo sloy unito alla petara bassa danno la mazzata finale. Trick & Track e risaliamo un pendio scocciante che ci riporta al Rif Livrio, dove arriviamo con un cielo che non promette nulla di buono. Snack e tentativo di corruzione dello skiliffaro per farci andare un po’ in quota per prendere la pista di discesa, ma nulla da fare. Nun se pole! Fa nulla, sappiamo arrangiarci e quindi ci andiamo da soli.
Verso mezzogiorno siamo nuovamente alle auto al Passo da cui abbiamo mosso i passi; mezz’ora di macello-materiale con tutto fuori e poi inizia il ritorno, con sosta a Bormio per rifocillarci.
Durante la discesa dal Passo vediamo parecchia gente che sale in bicicletta; col Giro in televisione e la voglia di far fatica, non mancano personaggi di tutti i tipi che ce la mettono tutta. Parecchie ragazze sul percorso e con grande grinta.
A Bormio sapevano che arrivava Giovanni e quindi i negozi han chiuso tutti, lui doveva comprare la marmellatona da portare a casa, ma il supermercato ha pensato bene di metter fuori il cartello (“Apriamo nuovamente alle 15.30 e comunque quando te ne vai!”); ma se compra barattoli da 2,5 quintali………quanto saranno grosse le fette biscottate? Comunque è riuscito almeno a comprare l’acqua (“L’acqua di Giò!”), che però non ha bevuto o voluto bere nessuno!!! Avremo avuto paura del contenuto?……però non profumava!
La Valtellina il sabato è come se fosse unta di vaselina, ci si scorre molto meglio rispetto agli altri giorni, salvo qualche incidentello ed un po’ di traffico dei locals.
Piacevole giornata in compagnia, con messaggio finale del tipo ‘non portate di sci dallo skiman’ o aspettate, visto che la neve arriverà ancora e qualcosa in quota verrà fuori.
Bello venir qua, bello vedere i panorami incredibili delle cime, un po’ meno rendersi conto di cosa vuol dire vedere i palazzi che una volta facevano il pieno di gente e che adesso stanno su con lo scotch a circa 3.000 mt. Speriamo che il caldo non rovini definitivamente questi luoghi, sia per le nuove generazioni che qui si allenano sia per quelli che desiderano ammirare e percorrere queste cime.
Adesso un bel weekendone di pace e riposo, vada-via-i-ciap!
Partecipanti: Laura, Gonza, Andrea, Giovanni e Patajean
by Patajean