Desio-Montevecchia/Montevecchia-Desio: ormai una realtà. Una volta forse lottavano per la Promozione, poi è venuta l’idea della sfida calcistica fra alpinisti mai portata realmente a termine, oggi è un binomio proiettato nell’orizzonte Dolo-mitiko o più in generale Alpino.
Ormai l’intesa collaudata qualche anno fa sui 4000 Vallesi si è tramandata ed è giunta prepotente sino ai giorni nostri. Weekend concreto con meteo scricchiolante sulla domenica, ma con un’unica certezza: non ci annoiamo mai, anzi!
Praticamente riusciamo con un solo gettone a far girare una giostra per tutto il giorno e ci posizioniamo a meraviglia. Grazie a tutti questo meccanismo ci mette proprio a Bell’agio! E’ la forza di un gruppo e di persone che si trovano bene insieme.
Obiettivo del sabet: un bel giretto con il compasso, con perno centrale il Catinaccio e con punti di partenza ed arrivo il Rif Vajolet, che per usucapione è anche un po’ della VdS, senza che nessuno lo sappia.
Poco importa se all’inizio l’Effetto Nuzzo (attenzione: il prossimo Uragano sembra che gli americani lo vogliano chiamare proprio Nuzzo’s Urricane) cerca di prendere il sopravvento con una gomma bucata sulla sua auto e rischia di compromettere i tempi di salita al Rif. Gardeccia; poco importa se la coda per prendere la navetta è paragonabile a migliaia di persone sulla battigia di tutta la costa italika, in attesa di salire su una barca (l’unica) in arrivo dal mare! Nel primo caso ci pensa la Provvidenza che lascia aperto l’unico Q8 (Ku[l]otto?) in tutta la Val di Fassa, oltretutto per l’ultima domenica della stagione…..nel secondo caso di pensa Bud Lele Spencer, che con la sua stazza mette a tacere i soliti ‘portoghesi’ che non conoscono né vergogna né coda.
Dopo aver depositato l’inutile al campo base (Rif Vajolet) ci inerpichiamo sul Passo delle Coronelle a 2.630 mt, canyon di notevole impatto visivo e ci fiondiamo all’attacco della Ferrata Santner, che si presenta subito piena di neve; la nebbia aiuta a celare guglie e canali e rende tutto più selvaggio ed attraente. Ogni tanto si squarciano le nubi ed è l’annuncio che il cielo non è azzurro solo su Berlino!
Usciamo a Passo Santner felici e contenti e ci facciamo fare un selfie di gruppo; da qui si vede ciò che una volta si guardava dal buco della serratura. Godimento ed emozioni, tanti ricordi e anche tanti progetti! Le Torri del Vajolet sono semplicemente un gioiello di pietra che non si può non apprezzare e si narra che al passaggio di persone della Valle del Seveso, le Torri abbiano di solito come un sussulto, come se salutassero o si muovessero per esprimere anch’esse l’emozione di rivedere in giro i Brutti Kuli. Saranno stati anche i sassi (tanti) nascosti negli zaini durante i Corsi? Saranno i diritti di riscatto che le Torri vantano sugli stessi?
Scendiamo al Re Alberto e si comincia con l’eno-gastro per poi tornare al crepuscolo pomeridiano e abbandonarsi al riposo pre-cena presso il Vajolet. Il rifugio è pressoché saturo ed il casino in sala da pranzo evidenza l’inquinamento acustico a cui siamo sottoposti. Andiamo a nanna non prima di aver compreso che il miglior risveglio si ha con il “saluto al sole”; Jane Fonda è tra di noi e quindi non può perder questa grande occasione di mostrarci tappetino, video e tecnica per ringraziare il sole al risveglio.
Ora……che il sole si sia mostrato in maniera alquanto timida è sotto gli occhi di tutti (“Ho dì tuch, ma propri Tuch!”), che nel frattempo con i suoi gesti siano atterrati o si siano presentati in zona tre elicotteri, è altrettanto vero! Quindi? Ehh quindi è il sole che ha salutato noi.
Foto di gruppo, caos calmo, sveglia per tutti i clienti del rifugio, bordello indescrivibile, donne e Merkà de Saronn…..e coniugi Inox al centro dell’attenzione: il Tony con le Donne e l’Anna cun’t ì Homenn! Giusto!? Giusto.
Ripartiamo alla volta del Passo delle Cigolade a 2.552 mt, dove il freddo ed il gelo accarezzano la pelle schiaffeggiandola;
scendiamo sotto i Mugoni che purtroppo non si vedono, in particolare il diedro Vinatzer, e decidiamo di proseguire sino al Rif. Roda di Vael dove conquistiamo la nostra cimetta e ci mettiamo al calduccio del piccolo Rif. Pederiva. Ben presto è l’ora di ripartire e di portarsi al Rif Ciampedié attraverso il Sentiero delle Pecore; lo facciamo in compagnia di una ragazza argentina, capitata per caso in mezzo a noi ed alla quale consigliamo lo stesso nostro sentiero: in vacanza da circa tre mesi tra Austria, Croazia e Dolomiti……beata lei.
Anziché arrivare sul pianoro del Ciampedié ci fermiamo alla Baita PràMartin, dove svuotiamo la credenza e diamo fiato alla seconda parte dell’eno-gastro; infine ci riportiamo a Gardeccia per riprendere la via del ritorno.
Verso le 15.00 siamo nuovamente nella civiltà, ma vuoi che l’Effetto Nuzzo non prenda il sopravvento? Detto fatto: lo portiamo a recuperare la macchina dal gommajolo e lui con molta discrezione ritorna al parcheggio con la gomma a posto, ma……..ma quando il Nuzzo allarga le braccia, non è segno soltanto di sconforto, bensì di katastrofe. La macchina sembra morta e non c’è verso di farla partire. Telefonatina a Jean Todd, rubati i cavi a Lauda (in vacanza nel wc-no campeggio), niente da fare: non va!
Voi avreste dovuto vedere il suo viso, ma senz’altro e senza alcun dubbio avreste dovuto ancor di più vedere quella di Bob, il conte; stentava a credere ai suoi occhi, non poteva credere che la sfiga potesse essere tutta majuscola. Insomma l’abbiamo visto entrare il cartoleria per far stampare immaginette della Cappelletta dei Boschi, prox ritrovo per decidere logistica e itinerari delle nostre gite future.
Torniamo dal gommajolo che nel frattempo si trasforma in elettrauto (lui è riuscito a stare serio, ma il suo socio non proprio e tra una risatina e l’altra deve essere anche andato a prenotare in pizzeria ): tira fuori l’aggeggio per il controllo della batteria e decreta l’estrema unzione della stessa. Lacrimuccia del gruppo ed un bel centone che esce dal portafoglio per la sostituzione: le lacrime diventano di felicità e tutti vedono ormai casa davanti agli occhi. Che momenti! La cosa incredibile è che c’è sempre qualcosa da raccontare e questo qualcosa assomiglia spesso ad una trota o a qualche kilo di cavedani che entrano nel cesto senza pescarli.
Ale-Nuzzo ormai è un brand!
Insomma, lo raccontiamo in maniera goliardica, ma tutto è bene quando si risolve bene. Autostrada con un po’ di traffico e timore che tutti quelli di Lecco siano venuti di qua giusto per infastidire noi.
Un altro bel weekend trascorso insieme con alcuni momenti veramente conviviali e naturalmente con la voglia di ripetere l’esperienza con itinerari nuovi. Insomma abbiamo già comprato i nuovi gettoni per un’altra giostra!
Partecipanti: Stefy, Angeletta, Annalisa, Jane Raffaella Fonda, AnnaG, Lucia, Ginevra, Roberta, AnnaR, Grazia, Luciana, Sara, Inox, PierVDS, Paolinux, PierDesiano, Enrico, Marco, Ongiul, Lele, Luciano, Daniele, Max, Massimo, AleNuzzo, Bob il Conte, Boris, Augusto, Davide, Andrea e Patajean.
by Patajean