COL KESCH CHE VEGNI CUN VIOLTER – Sabato 28 marzo 2015

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  • CIMA: Piz Griatschouls mt. 2.972;
  • ZONA: Endagina CH (partenza da Zuoz e/o S-Chanf a 1.660 mt circa);
  • DIFFICOLTA’ & DISLIVELLO: BSA con cresta e 1.306 mt di dislivello;
  • NEVE: assente sul versante sud sino a 2.200 mt ca, poi bella sino in cima; in discesa giusto remollo e ca 5 cm di fresca su fondo consolidato…..il tutto su un letto di rukola!

Swisstopo

Dialogo a distanza con l’Engadina, sicuramente una conferma in termini di bellezza, dal piattume basale con laghi, pinete e cittadine, sino alle cime circostanti con viste da sogno in ogni-dove.

Dopo un po’ di ‘disagio sociale’ che ci accompagna da Verano a Lecco, ci fermiamo in pasticceria a Chiavenna per la colazione, dove incontriamo gli altri diretti al Piz San Gian a conferma che l’Engadina oggi tira di bestia.

La neve in giro è poca e cominciano a montare i dubbi sul ns versante che è in pieno sud e che dovrebbe permetterci di attaccare il costone che deposita sulla cresta finale. Arrivati a Zuoz non sappiamo da che parte girarci ed allora puntiamo a S-Chanf, paese dal nome bizzarro che non dice nulla, ma che permette di parcheggiare…..ecco parcheggiare in Svizzera per noi oggi è una novità: loro sono sempre avanti almeno un paio di pagine rispetto a noi e qui ne abbiamo avuto la prova provata. Purtroppo posso solo descrivere la scena, ma sarebbe stato bello poterla anche filmare. La colonnina invita a digitare il numero del parcheggio e poi a pagare……poi italianen aspettare scontrinen senza fortunen……..per forza: skontrinen non essere kakato-giù. Svizzera attenta anche da un pdv ecologico: parcheggio occupato e visibile dal numero e nessuna necessità di carta che poi verrebbe buttata senza scopo. Anziché criticare sempre e aprire la bocca senza motivo (la nonna diceva: “Prima de parlà, sa tass!”), mi verrebbe da dire testa bassa e idee nuove anche da noi!

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Nel frattempo c’è da decidere da che parte iniziare, visto che il pendio è marrone quanto le nostre idee e quanto il nostro morale; poi marrone per marrone, nasce l’idea consequenziale……..siamo vicino alla stazione e quindi ci si va. La capostazione ci mostra quello che è il sentiero di salita, non senza commenti che appaiono come quelli dei film sulla seconda guerra mondiale, dove la “c” al posto della “g” fanno assumere alle frasi quel contesto goliardico a cui non resistiamo.

Facciamo dunque portage per ca 30 minuti, scatenando il diesel sui primi 300 mt, poi finalmente tocchiamo il fondo desiderato e iniziamo il solito trick&track sino ad arrivare al bivacco che si trova a circa 2.350 mt. Secondo appunto: il nome del bivacco non lo sappiamo, ma come al solito non possiamo non riconoscere la bellezza di un simile piccolo luogo, talmente piccolo che c’è tutto quel che serve ed è in legno; credenza antica e sottotetto protetto, dove sicuramente si dorme.

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Ripartiamo dopo un piccolo relax dovuto e ci portiamo sul costone di sx, bello ripido che esaurisce ben presto buona parte delle ns risorse.

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La cima ormai ci appare evidente con la sua cresta ed un ultimo pendio bello sostenuto ci deposita sull’anticima, dove togliamo gli sci e dove possiamo ammirare buona parte dell’arco alpino: per gli amanti di oggi delle cartine, appaiono anche la “Nord dell’Eiger, quella del Gran Zebrù e l’Everest”.

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Per i palati fini si vede molto bene la salita del Piz Kesch, che da qui sembra sempre impossibile e bella tosta.

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Iniziamo la nostra pedalata ramponati su questa crestina niente male, che in circa 15 minuti ci porta sulla sommità del Piz Griatschouls, da cui possiamo vedere sino nel soggiorno di casa nostra. La limpidezza della giornata, il vento abbastanza calmo, se non per le piccole raffiche rinfrescanti e la stanchezza che si esaurisce, ci rendono contenti di essere arrivati, soprattutto se si tiene conto dei dubbi iniziali dovuti all’assenza di neve.

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Decidiamo di scendere verso Zuoz e quindi attraversiamo in quella direzione; pendio ben sostenuto all’inizio e neve semplicemente meravigliosa ci regalano una bella discesa inguinale. Anche Adriano, rimasto in zona anticima, si diverte con una traversata ‘da emisfero a emisfero’ sino a raggiungerci sotto i pali delle stazioni meteoreologiche che sovrastano Zuoz. La sciata continua sino in paese, visto che qui la neve c’è e le piste ormai chiuse permettono di percorrere i pendii sino in fondo al mondo.

Adesso non ci resta che tornare a S-Chanf, ma come?……fuori il pollice e via, si ferma subito il camioncino della coca-cola, che raccoglie il sottoscritto. Caso vuole si tratti di uno scialpinista di Chiavenna, di corvé oggi per le consegne con il suo mezzo. Lo ringraziamo di cuore e siamo nuovamente operativi (oltretutto Zuoz e S-Chanf, da un pdv mappale e catastale, non hanno per noi più segreti).

Sono le 16.00 ormai e puntiamo nuovamente per l’Italia, non prima di esserci iscritti tutti ad un corso di Romancio: tra sveltezze, limita generala e wacca logia, siamo diventati ormai degli adepti!

Sveltezza

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Abbiamo sete e l’acqua del Pranzaira soddisfa i nostri palati: potenza del getto e della bontà……talmente buona e salutare che Silvan riacquista la vista, dimenticando gli occhiali sul basello!!!

Si narra che i poteri di quest’acqua durino solo in Svizzera ed infatti giunti in prossimità del confine, Silvan perde nuovamente le sue diottrie e si accorge che li ha lasciati sulla fontana: si torna, ma non per rifare anche la cima……

Ore 17.00 siamo al Chiostro, dove mettiamo qualcosa sotto i denti, mentre arrivano le foto degli altri, che stanno svaligiando il Crotto Quartino. Io sono convinto che la VdS debba ricevere un regalo dalla Valchiavenna, che ha più supporto da noi che non dallo Stato. La sua economia vive in gran parte con il nostro contributo. Rientro senza altre difficoltà. Bella giornata e idillio inguinale dopo inizio demotivante causa assenza di neve.

Partecipanti: Silvan, Matteo, Andrea, Giovanni, Giulio, Adriano e Patajean.

by Patajean

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