Col dono della sintesi: il classico posto dimenticato da Dio e dagli uomini! Un angolo che visiti e hai voglia di vedere solo se hai spazio in fondo ai desideri. Eppure richiama altri ambienti già visti e ci devi andare quando vuoi appoggiare la mente e l’animo sul divano per andare a farti un giro.
Dopo una quindicina di giorni in cui la schiena è rimasta appoggiata….decidiamo di staccarci il velcro che la unisce al divano e di partire in cerca di posti mai visti.
La meta originaria doveva essere un’altra, piazzata sulle Grandes Murailles……..non certo una Piazza San Marco d’alta quota, anzi. Un altro posticino dove i Bivacchi ti chiederebbero il perché di questi piazzamenti, forse un angolo dove girano le scene di Goldrake……
Peccato per il tempo, ma andare in certi posti e non vedere una beata fava, è un po’ come giocare al totocalcio, vincere e perdere la schedina: non conviene!
E siccome noi non siamo in giro né a smacchiare il leopardo, né tantomeno a cercare di imbottigliare il Mar Ligure….ci diamo appuntamento a Lecco e via, verso l’esplorazione.
L’alternativa era anche il Bivacco Bottani-Cornaggia, dove altri amici erano già diretti, ma il fatto che Sandro ci fosse già stato, ci ha portato ad una meta del tutto “sconosciuta”.
La nebbia mista ad una giornata “padula” si vede sin dall’inizio e non abbiamo molte speranze che possa migliorare; abbiamo tutto l’occorrente e quindi “chi se ne fotte!”.
Si parte da Gordona e si prende la stessa strada per la Val Bodengo, dove il torrentismo è una meta ambita: c’è anche Edelfa (ex miss Italia) che lo fa. Se ci andate non fatevi ingannare dalle informazioni e state attenti a cosa vi dicono; noi abbiam beccato un ometto che ci ha detto che la strada fino alla locanda Donadivo….non si paga; invece, bisogna sempre avere il “permesso”. Povero, lui ha cercato di fare del suo meglio. Noi, baciati dalla fortuna e dalla signora della locanda, abbiamo ottenuto una specie di permesso “gratuito”: magari col lanternino, ma di gente buona in giro ce n’è ancora!!!!
Si parte da circa 700 metri s.l.m. e si deve arrivare a 1.851 mt dove è posizionato il bivacco; si passano alcune piccole frazioni, dove le detrazioni del 36% ed il 55% sono sicuramente state oggetto di attenta analisi: le case rifatte o sono finte o sono il frutto di grande classe.
Ultimamente visitiamo posti dove la valle te la devi sudare fino in fondo, per poi prendere la mazzata finale col dislivello all’ultimo kilometro.
Gli unici umani visti sono stati un local che non riusciva a calibrare la destra dalla sinistra e naturalmente ci ha dato indicazioni che abbiamo dovuto prendere, convertire ed immaginare allo specchio, ed un pastore che con garbo fin troppo ardito ci ha detto: “Ma…loro, da dove vengono!?”
Una roba da non credere: o costui è la reincarnazione di Carneade, o crede che Manzoni abiti ancora a Lecco, oppure ancora pensa che Renzo vuole conoscere Lucia solo per portarla fuori a mangiare un gelatino (magari…..a S.Siro così ci spetascia dentro anche la partita dell’Inter!).
Quando ci ha pronunciato quelle parole……si son girate anche le mucche!!!!!!! Solo che anziché dire “MUUUuuuuhhh”, hanno detto “MMMIIIIiiiiii…”.
Emozionati e fin troppo legati al fazzoletto, riprendiamo il cammino verso lo strappo finale, in mezzo ad un tempo da lupi; ogni tanto una pioggerella schifosa si schiaffa sulla testa per diminuire sempre più d’intensità fino a smettere e a riprendere da li a poco.
Il Bivacco è infognato giù in un piccolo anfratto che non si vede sino all’ultimo…..ed è naturalmente chiuso. Immaginiamo che le chiavi siano da qualche parte ma la caccia al tesoro non è mai stato il nostro gioco preferito.
Un boccone, un sorso di thé e poi via verso il ritorno; quando sai che ti devi sorbire anche i vari km percorsi all’andata, l’entusiasmo vola ancora, ma un po’ più in basso. Nel frattempo anche il cielo sembra aprirsi un po’ di più.
L’ultimo pezzo non finisce mai e soprattutto è caratterizzato da quei sentieri che qualcuno, con incredibile fattura, ha costruito centimetro per centimetro, chissà quanti secoli fa, mettendo una lastra in fianco all’altra in verticale, per garantire tenuta e stabilità. I puzzles esistevano anche una volta, ma non erano in scatola.
Complimenti a chi li ha fatti, sono dei capolavori e ci fanno andare in giro ancora oggi in condizioni perfette.
Il panorama non si è mai visto fino in fondo; davanti al bivacco ogni tanto si intravedeva la mole del Pizzo di Prada, che sembra il K2. Per il resto niente che sia degno di nota…..anche perché non vedendolo…….!!!!
Alla prox.
Alessandro e Patajean.
PJ