COLAZIONE DA “PIFFANY” – Punta Kurz 3.496 mt

La Valpelline è una Valle “triste”, meravigliosamente triste, eppure qualcosa di bello se la si osserva bene c’è; bisognerebbe però andarci in totale autonomia, così sai in partenza quello che ti aspetta e ne rimani consapevole. L’alternativa è un po’ successa a noi con tante varianti rispetto all’atteso, ma con quello che di solito esce prima del THE END……ossia vissero tutti felici & contenti.

Di solito viene prima la quiete della tempesta, ma per noi il copione si è ribaltato e allora prendiamo la gioia di aver vissuto una domenica che ha più che compensato i disagi del sabet, che è meglio mettere in archivio se non rimembrando solo i lati migliori.

Siamo alle fasi finali del Corso A1 2013, condotto dal mitiko Paolinux che non molla mai e che ha saputo prendere, condurre e zippare nei tempi stabiliti, tutto: lezioni, gite e persone. E’ arrivato sotto il traguardo 2013 con il mano il carteggio dell’A1 in piena regola, l’unico che è riuscito a posticipare le uscite senza posticipare il Corso (si fosse trattato di un mutuo, glielo avrebbero erogato con il palmares dell’eccellenza); su una cosa però sta mostrando lacune: la sua camicia! La gh’è pü! Una volta non faceva una mossa (anche a 3.500 mt) senza la sua camicia (ti dobbiamo riprendere Paolo!!!). Comunque un “asset” per la Valle del Seveso!!!

L’obiettivo è una due-giorni in quota per assaporare il gusto delle punte dei ramponi, magari percorrendo creste e pendii immacolati, come si è verificato (la traccia di chi precedere “non conta”).

E quindi sono più o meno le 7.45 del 29 giugno quando la carowana si mette in moto; l’inizio è scandito da soste immeritate e multiple, senza senso e senza fortuna. Ma siccome l’obiettivo insito è il “panino con bianchino” facciamo ugualmente centro.

La meteo (il meteo, ul meteo……..fate come volete!) non è messa bene e lo sappiamo; tergiversiamo sulle natiche per un po’, ma poi non possiamo stare più di tanto in panciolle, anche perché il tedio della salita dura dalle tre alle quattro ore. Da Place Moulin la destra ha il colore verde smeraldo del lago , la sinistra è imbiancata, mentre sui prati e nel cielo il marrone prevale….

Insomma partiamo e becchiamo un paio di “sgiafüni” che ben presto diventano “kataficch”: l’acqua allo stato solido diventa neve, la neve schiaffata dal vento diventa proiettile, ma la cosa strana è che, senza saperlo, ti puoi ritrovare veramente nel guano in pochi minuti e se non sei attrezzato al punto giusto, soffri!

Andare in giro può voler dire testare situazioni particolari e questa è stata una di quelle. Siamo arrivati al rifugio Nacamuli a grappoli, zuppi-fradici e con un’accoglienza degna della Famiglia Addams.

Due paroline, magari anche sulla Rivista del Cai potremmo metterle, non tanto per screditare la struttura, in sé potenzialmente molto accogliente, ma per sollecitare un modo diverso e più coerente di condurla, visto che di esempi in giro ce ne sono e magari un po’ di rispetto (nonostante la parola “rifugio” significhi sempre qualcosa) in più per un gruppo di persone, alcune delle quali alle prime armi, è atteso! Fare il “Gabanat” non è facile, impegnarsi è un dovere, soprattutto quando fuori il ciel non ti aiuta.

Invece noi abbiamo trovato:

  • il gelo nelle persone ed in gelo nella struttura: praticamente la differenza fra fuori e dentro era data unicamente dal vento: assente all’interno;
  • per non dimenticare il thé, centellinato peggio che nel telefilm dello Zio Jessy: lo spirito era più rivolto a come e quanto fatturare per bicchiere che non al fatto di garantire sostegno e ristoro ai poveretti in arrivo;
  • e la stufa? E’ un prototipo da suggerire per lo Stadio di S.Siro in una domenica di gelo……per lo meno a 90° minuto sembrerà esserci grande pubblico!!!
  • vogliamo dimenticare le camere? Fredde come la jazzera;
  • ….vogliamo infine dire due paroline anche sul cesso: ma io diko……ma perché un cesso, che per definizione va in loop con se stesso, già al centro dell’attenzione per i fatti suoi, deve diventare il perno, il fondamento di tutto il rifugio? Quando guardi il rifugio, la prima cosa che noti è lui e, arrivando in una giornata di bel tempo da sotto, ….ti può andar anche peggio! Ve le immaginate trent’uno persone che, per motivi vari ma soprattutto per il frech, evitano di andare a fare plin-plin o peggio? Cosa potrebbe capitare dopo H48???


Volete l’anello di congiunzione fra la geometria applicata e l’anatomia pesante? Venite a fare plin-plin a 2.800 metri e capirete per bene cos’è un angolo retto!!!!!!!!!!!!!!!!!

E’ un peccato perché potrebbe essere un piccolo gioiello in un posto selvaggio con montagne imponenti e non facili da salire.

Dalle 13.00 alle 17.30 il tempo viene passato in fianco all’unica stufa, implorante pietà, a scaldare tutti gli indumenti. A tratti sembrava un totem e mancava giusto lo sciamano di turno che facesse riti indiani. Nel dubbio che anche in Valle fosse necessario cambiare l’ora, si decide che anziché in avanti tiriamo indietro, sono le 17.32 e serviamo cena…..alle 22.00 facciamo colazione e magari, quando ci alziamo alle 7.00 ci accorgiamo che la cima è già nella macchina fotografica!

Comunque alle 17.59 abbiamo finito di cenare e non ci resta che guardare il secondo tempo del film “il cielo in una stanza”: altre tre ore abbondanti in cui la stufa è l’unica preoccupazione ed anche un Tizio che ha continuato a ravanare in maniera irrazionale, da quando ha messo piede nel rifugio. L’alpinista capisce bene cosa vuol dire essere pensionato e guardare un oggetto per ore e ore senza stancarsi e provando continuamente emozioni.

 

Però attenzione, perché abbiamo anche temuto ad un certo punto: nessuno più trovava i suoi calzoni e sembrava di essere in un reparto del negozio con gente in mutande pronta a planare sulle prime cose viste; c’era in giro un’aria di rapina e chi vedeva un paio di Montura se li infilava senza chiedersi se fossero i suoi. C’è qualcuno che ha sofferto i “cinque minuti” pensando e temendo che la sua salita potesse essere messa addirittura in dubbio.

 

Caricati e convinti che l’ottimismo sia un condimento, predisponiamo le cordate tutte dirette alla Punta Kurz: obiettivo saggio e condiviso, viste le condizioni generali.

Sono le 7.00 della domenica quando fuori è l’apoteosi del bello; saltiamo giù dalle brande e mettiamo in corpo la colazione e le gambe in spalla. Un gruppo ci precede battendo la pista, mentre a poco a poco anche noi, suddivisi in cordate, guadagniamo prima il Col Collon a ca 3.100 mt e poi la Punta Kurz a 3.496 mt, attraverso un ultimo tratta artistico che richiede un minimo di attenzione.

La cima è come una bancarella su cui sono posizionate le vette più imponenti e ci sono anche quelle veramente attraenti: finalmente oltre alla nostra grande passione vediamo e sentiamo i commenti di chi più o meno per la prima volta affronta cose simili; il sabato così difficile e la domenica così accogliente e con vista super, anche se il venticello della cima non lo era così tanto. Andare la Mont Brulé oggi sarebbe stato impegnativo per le cornici  oltre la metà……meglio “suo fratello” al rifugio!

 

Rientriamo veloci al Colle e poi al Nacamuli per rifocillarci e per metterci al sole; poi è solo un perdere quota e non vedere l’ora che la diga faccia la sua comparsa; il lago ha sempre il solito colore verde che però questa volta fa rima con speranza…..che finisca presto il sentiero.

 

Adesso basta: giù la saracinesca per un po’ coi Corsi…..

 

Partecipanti: Paolinux, Max, Matteo, Massimo, Andrea, Gegio, Lo Svizzero, Egidio, Antonio F., Antonio Inox, Dario, Stefania, Alessandra, il Gonza, Silvan e Patajean; Emanuela, Roberta, Annalisa, Sara, Matteo, Giovanni, Marco, Luca, Alessandro, Adriano, Massimo, Ermann, Giovanni 2, Emanuele, Stefano, Edoardo e Lorenzo, che avrà tempo e modo di recuperare questa gita.

 

Le cordate di questa domenica 30 giugno, con 30 persone in vetta contente come “majali nel fango”:

  •  Paolinux-Alessandro;
  • Massimo-Annalisa;
  • Andrea-Stefano;
  • Gegio-Matteo-Giovanni;…..un po’ di legnate per scegliere la 1^ lettura
  • Patajean-Sara;
  • Max-Massimo;
  • Antonio F-Roberta;
  • Antonio Inox-Adriano;
  • Dario-Luca;
  • Matteo-Marco….altre legnate per la 2^ lettura!
  • Silvano-Stefania;
  • Lo Svizzero-Ermann
  • Egidio-Emanuela-Emanuele;
  • Il Gonza-Giovanni2

 

 

…….quest’ultima foto è stata scattata in vetta, anche se non sembra (c’era molta nebbia dietro e non si vedeva più nulla!!!, inoltre faceva anche molto caldo……..).

 

Complimenti a tutti, bravi ……. però adess basta!!!!!!

Patajean

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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