Nell’incantevole scenario Lariano del Lago di Como e sopra la splendida Valmadrera si è svolto il recupero di una parte della “due giorni” di manovre al rifugio Lecco, dove le abbondanti nevicate ci hanno impedito di essere presenti come “da capitolato”!
Un altro gruppo si è invece diretto al Pizzo Boga, dove altre vie conosciute e percorse in passato garantiscono un parco giochi degno del Corso Base A1 2013.
La profondità del cielo terso ed il gioco dei colori di questo periodo dove le gocce non si contano più sono il contraltare perfetto e fanno persin apprezzare quanto è accaduto meteorologicamente.
Partiamo nel fresco frascoso e ci immergiamo nella vegetazione senza alcun accenno alla presenza umana e ci portiamo piano piano all’attacco della via, dove incontriamo il mondo!!!!! E’ incredibile come fino all’ultimo non incontri nessuno e poi, girato l’angolo, scopri il marasma.
Abbiamo dovuto aspettare quasi due-ore-e-mezza prima di muovere i piedi in verticale; peggio che essere in ospedale in attesa del neonato; avevamo tutti i fiocchi, ma non sapevamo quale appendere; però il tempo vola e le idee con lui, visto che in meno di dieci minuti ci sono frullate in testa due idee “mica da ridere”: la prima è quella da lanciare al Cai Interplanetario per creare un calendario delle uscite che eviti alle Scuole di essere presenti nello stesso giorno ed alle stesse ore negli stessi posti! La seconda è quella di mettere un “chip” alle estremità delle corde, in modo che il dialogo fra la cordata si svolga senza urla & schiamazzi ed evitando di portare radioline ingombranti seco.
Finalmente dopo che l’ultima cordata “di Milano” è partita, anche noi abbiamo potuto entrare nel vivo……ed anche oggi l’aspetto spirituale non è stato minimale, anzi: la partenza è stata benedetta da “Santopadre”, mentre i soliti Evangelisti Giovanni e Matteo….tra l’altro in coppia (!) sono stati invitati “ad andare e ad adorare”!
Oltretutto sono da segnalare, degni ovviamente di nota, un paio di episodi basilari dell’uscita; veniamo a sapere da Ermanno che si sta allenando come Stunt-Man in alcuni telefilm brianzoli….e quindi lo vediamo un paio di volte compiere carpiati che al Circo Togni si sognano da parecchi anni. Il primo volo, di un tre metri buoni, si spegne nello stupore del pubblico tra un po’ di panico e qualche sorriso di cortesia.
In via le difficoltà sono contenute ed è semplicemente incantevole percorrere questa cotoletta spetasciata contro il Moregallo, messa lì apposta per essere salita. E lo slancio che ci pervade ci porta ben presto a mettere il sale sulla coda alle cordate che ci precedono, che hanno l’illusione mai sopita sino in cima che noi si debba necessariamente rimanere dietro.
Ora, essere cortesi va bene, non infastidire anche, ma pretendere che 14 persone, su una cresta come la Osa, rimangano dietro da fondo a cima, aspettando che dawanti tutti facciano la stessa via a tiri, è illusorio, infantile e forse anche un po’ presuntuoso……così come giudicato il nostro sorpasso di massa che per lo meno ci ha garantito il rientro serale dai nostri cari. Stento ancora a credere che esistano queste perturbazioni mentali, ammesso che “chi Osa” può scegliere dove salire senza nulla togliere agli altri, tranne qualche leggerezza invadente in alcuni casi.
Comunque per alcuni di noi le orecchie non sentivano, mentre per qualcuno si sono sprecate parole leggermente grosse finite ben presto nel dimenticatoio.
Arriviamo in cima tra la contentezza di chi per la prima volta ha compiuto un’arrampicata e la stanchezza di chi deve trovare un po’ di allenamento….perché nato stanco!!!
Scherzi a parte ci sembra che tutto sia stato apprezzato, anche l’ultimo passaggio sul “ponte levatojo” che ci ha depositato in cima.
Discesa come sempre un po’ spakka-mmaroni, ma necessaria per chiudere la giornata. Ore 19.00….e siamo solo alle macchine; se fossimo stati in altri posti, dovevamo chiedere ferie sino a Natale.
Da oggi per qualcuno “fare la cresta” assume un significato in più, diversamente importante e non più unicamente conosciuto.
L’arrampicata si trasforma in un gioco nuovo e a molti piacerà; è già risultato diverso rispetto all’approccio iniziale del Sasso d’Erba e per alcuni – forse – sfocerà in qualcosa di più…….ma bisogna aspettare.
Per adesso, godiamocela!!!
Le foto sono poche, ma sono state gentilmente offerte anche dal Mitiko Ermann, che potrebbe dimenticare ogni cosa, ma non la macchina per fare le facce.
Partecipanti:
– allievi: Roberta, Edoardo, Massimo, Giovanni, Matteo, Luca, Ermanno e Stefano
– istruttori: Max, Matteo, Mourinhio, Andrea, Antonio Inox e Patapam.
Al Pizzo Boga c’erano almeno altri 15 bigoli di uno ad esercitarsi…..
Adesso un po’ di quota ed un fantastico weekend nell’angolo più selvaggio e pieno di storia del Monte Bianco. Speriamo che la neve non ci rovini l’avvicinamento al Rifugio Monzino in Val Veny.
Saludi e vada-via-i-ciapp!!!
Patajean