LA’ DOVE VOLANO LE AQUILE!!! VAL TARTANO – Cima dei Lupi mt. 2.415 – 3 Febb. 2013.

 

Obiettivo: Cima dei Lupi mt. 2.415 slm;

Dislivello: ca 1.100 mt dalla Valle Lunga;

Difficoltà: MS…..senza aquila…..MSA ovviamente con Aquila!

Newe: nella prima parte sino all’uscita dal bosco “N/A”, non applicabile; poi crosta non portante e farinosa in generale nella parte alta; da godimento inguinale lungo tutta la discesa!

Oggi volevamo andare all’Aprica……dove si mangia, si beve e si lecca la neve…..poi giustamente siamo rientrati nei ranghi.

Stavolta siam partiti con due giri della rotonda di Verano, anzi anche con lo scavallamento della statale, a causa di un paio di chiavi e della sensazione che nell’aria ci fosse qualche uccello, ma poi siam filati via dritti sino a Tartano, dove l’unica cosa che ci ha fermati è stato il ghiaccio sull’asfalto, con grande pena per l’auto che ci seguiva, che ha dovuto attendere che mettessimo “i caen”. Ormai siam pronti anche per Monza: catene inserite in 1’32’’….

DAAAAIII VELOCIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII !!!

Parcheggiamo le membra stanche ancor prima di cominciare e veniamo superati dal mondo; praticamente tutte le scuole di scialpinismo della Lombardia si sono date appuntamento in questa valle oltretutto sempre fredda come le chiappe, quando le tocchi dopo una giornata di neve.

Inoltre, i cani! Ecco, i cani sono belli, aiutano anche in circostanze particolari, ma gli scagazzamenti in mezzo al sentiero danno un po’ fastidio, soprattutto quelli attuati con millimetrica precisione; inoltre trovarseli durante la pertichetta è una piccola tragedia, perché il padrone incolpa te perché gli stai schiacciando la coda….quando invece è lui che viene a mettertela in mezzo ai mmaroni o è lì che aspetta “il carpe diem alla Mattley”: gioca d’astuzia e ti fotte in velocità, col padrone che ti insulta prima che tu possa fare qualsiasi mossa! Ergo, cane e padrone a casa, meno caos, meno traffico e meno mmerda in giro….

DAAAAIII VELOCIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII !!!

Saliamo tranzolli e qualunquemente insieme al mondo intero…..fino al ponticello nominato sulle relazze; da qui un po’ di gente fortunatamente prende strade diverse, verso i Laghi del Porcile, Passo Tartano e Cima di Lemma, mentre noi saliamo lungo la bisettrice che separa due chiappe, sulla destra orografica (sinistra idrografica, oppure enologica?). Per qualche istante l’idea di evitare la ventazza ci ha portato, al nostro arrivo al parcheggio, a valutare il Dosso Margareth Tatcher, ma poi l’idea di stare “tutto a sinistra” per salire, come oltre Manica, ci ha fatto cambiare idea.

Teniamo il ritmo, ma non è semplice: gli allievi devono smadonnare con le pertiche, mentre quelli che mangiano i sandwitch alle 6.00 della mattina sentono ben presto i motori grippare e chiedere aiuto. Motivo per fermarsi e fare la ricerca Artva in anticipo, supportata da una ricerca ottico-oculistica-olfattiva.

I dossi finali prima del pianoro sommitale che separa la Cima Vallocci (DAIIII VELOCCCCIIIIII SU CIMA VALLOCCCIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!) dal colle e dalla Cima dei Lupi, non sono in questa occasione associati ad alcun pericolo particolare (almeno questo è quanto verificato!) e quindi vengono percorsi neanchemente preoccupati ed addirittura con un paio di soste rifocillatrici.

Il tempo stringe e quindi occorre sferrare l’ultimo attacco; siamo in cima verso le 13.30, un po’ troppo tardi…..ma un po’ di tempo per le spieghe va via da capitolato.

In cima capiamo di essere esattamente al limite del cambiamento meteorologico: la perturbazione che sta entrando da Genova comincia a manifestarsi, mentre sulla Val Masino è ancora tutto meravigliosamente bello. Stretta di mano, foto, altro cane “emozionato” e discesa al Colle “della cima inaspettata”: una bella crestina con un paio di passettini aerei ci permette di chiudere in bellezza la salita con una seconda cimetta.

 

Summit for love and peace è ormai un must delle nostre uscite e dopo aver tolto definitivamente le pelli, scendiamo in fresca godendo come a Bodengo!

A questo punto uno dei momenti katartici della gita: L’AQUILA! con il domandone da parte di tutto il gruppo: “E’ un’aquila, è un gipeto,…..è semplicemente un peto, oppure è uno Sterodattilo o ancora un incrocio fra lo sterco-raro e l’uccello Padulo!?!?!?!?”

All’affermazione di Pier vi lascio poi immaginare le idee, le convinzioni, le reminiscenze scolastiche (….dunque, il gipeto si appoggia, mentre l’aquila quando nasce prende il volo e poi non si appoggia più per il resto dei suoi giorni, manco vedesse corrente a 220 v. ovunque!)(lo Sterodattilo mangia gli sci-alpinisti e quindi lo escludiamo!)(resta lo sterco-raro, ma si vede veramente poco e quindi sicuramente ci siamo sbagliati!….forse l’uccello Padulo, ….NOOO! quello di solito arriva da dietro e non ti accorgi e non abbiamo comunquemente sentito nessun urlo particolare!); morale: deve essere stata proprio un’ AQUILA, ma dove??? Perché LAQUILA può essere LA’-QUI-LA’….quindi mettetevi d’accordo.

Scendiamo quindi bellamente nel bosco, con neve sempre bella e con curve “da sogno”, per entrare in zona ombra; i ragazzi sono un po’ stanchi, ma non mollano mai!

Arriviamo alle auto intorno alle 15.40 ed il pizzocchero nel thé ci fa sentire la sua voce; alcuni di noi escono le tolle subito, mentre lo zoccolo duro rimane in Tartano per l’ormai tradizionale merenda dello sci alpinista.

Noi facciamo dieci km con un litro, ma raddoppiamo con due piatti di pizzoccheri ed uno di tagliatelle ai funghi porcini, il tutto miscelato con del buon vino rosso.

E’ ora di tornare: saltiamo sul furgone, non prima di aver osservato i pescatori di Tartano e le galline della Valle stessa, quelle che fanno le uova direttamente nel cestino! E’ ora di tornare???? E allora….

DAAAAIII VELOCIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII !!!

Scendiamo in Morbegno tra un crampo e l’altro e poi lisci fino a casa, salvo capire chi gestiva l’acceleratore del furgone, visto che Silvan un paio di volte ha cercato di ciularlo a Renzo direttamente in guida.

Partecipanti: Alessandro, Casciavitt Ermanno, Andrea, Marco, Simone, Roberto, Dad-dario, Giovanni; Anna, Gonzales, Silvan, Ronz, Barney, Boris, Renzo, Samuel 1, Samuel 2…..oggi era in due gruppi diversi, beato lui che può!!!!, Giuseppe, Gh’è-Pier e Patajean.

In cima eravamo uno in più ed è sempre così, ma io questo Sem non l’ho mai visto. Tutte le volte in prossimità della cima ti senti dire: “Gh’è Sem, gh’è Sem…!”, ma io proprio non riesco a vederlo, mi basta sapere che gh’è Pier!

Nota: il nostro Boris da qui ad un paio di giorni rischia di dover scegliere tra fare il mobiliere e cambiare stile di sci: sta per prendere una kattedra di dottorato. Quindi tra un po’, o lo vediamo a Lissone con un negozio nuovo di mobili, oppure batte tutti, tavolari compresi e si butta a valle direttamente con la kattedra della Salewa (userà le pelli!?).

E comunque……era un aquila!

A presto per nuove emozionanti emozioni e…..Un Terùn, Dù Gratakù e Tri Rebambì…..

Patajean

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