Gennaio di solito per noi è tempo di slogan coniati soprattutto in materia di prevenzione (zio can-tan-te!!!), di stimoli nuovi e…..naturalmente di minkiate!
– “il mio artva serve per la tua sicurezza”…ed il giorno dopo tutti avevano la stessa marca di artva!;
– “più imparo e più mi sento sicuro”…ed il giorno dopo era su Rai3!
Quest’anno stiamo giocando parecchio sul ruolo che la psiche “brianzola” può avere nella gestione dell’urgenza in caso di autosoccorso in valanga; sembra banale (…Paola Banale!!!), ma l’essere pronti in caso di necessità aiuta tutti, lo senti nella bocca ed anche nel naso, …..fa bene qui e fa bene lì !!! L’essere pronti anche a pronunciare i comandi giusti al momento giusto semplifica le manovre e tende a ridurre la distanza che separa “la fessura dalla sepoltura”, annullando un gap “umano” che sembra sempre più marcato rispetto al gap “tecnico”, ormai ampiamente colmato dallo strumento Artva stesso.
“Ma che BBello è!?!?”
In questa domenica datata 13 Gennaio abbiamo così deciso di mettere il Karlo davanti ai buoi e di tirare il Karletto con quanta più forza possibile: a costo di ernie varie, ma la manovra sta entrando in zucca.
Al di là di essere simpatica come “pestare la mmerda con le Geox”…..la cui suola, ricordiamocelo, ha i buchi!, questa manovra comporta una serie di potenziali errori che potrebbero essere fatali sui DICIOTTO minuti canonici, concessi dal capitolato per non capitolare!!! Errori che sembrano by-passabili, ma che sono sempre lì dietro la “gonfia”. Caderci in fase di test, lo abbiamo riscontrato bene in questi ultimi aggiornamenti, diciamo che può essere istruttivo per non caderci in fase di “produzione”.
Oltre alla sintesi di cui sopra, c’è anche un’analisi ben precisa e fatta di undici persone che nella giornata di ieri si sono catapultate in Spluga ed hanno messo l’azione davanti alla contemplazione.
“Ma che BBello è!?!?”
Partiamo alle 6.30 dalla Renault di Verano (parcheggio molto più comodo rispetto alla contro-saracinesca) con qualche gocciolina d’acqua che cade dalle nuvole sparse, per poi incontrare tempo decisamente più brutto, ma solo in prossimità della meta, perché già a Isola prima e a Montespluga dopo, il cielo lascia intravedere il sole e la speranza che non sia così schifoso come annunciato; addirittura dalle 12.00 comincerà una giornata di sole sufficientemente buona, con soddisfazione dei brutti kuli che alla mattina si sono diretti al Tambò. Di gente ce n’è in giro sempre tanta, nonostante la meteo e, cosa positiva, si cominciano a vedere anche i ciaspolatori con l’Artva…..segno che i tempi cambiano e non sempre le parole escono dal buko sbagliato!
“Ma che BBello è!?!?”
In montagna si sa, le parole giocano spesso un ruolo fondamentale: si va dalla “libretta” alla parte “tennica”…..e quindi anche noi non manchiamo di aderire a questa Accademia della Crusca andata-a-male……cominciamo la gita e andiamo “a dietro” al capo-gruppo, piuttosto che torniamo “a basso” quando veniamo chiamati all’esercitazione. Il programma infatti si è svolto con il supporto del Gonza, che ha predisposto il campo valanga e con due gruppi composti da cinque persone ciascuno, che hanno svolto la manovra di autosoccorso “con direzione” in due sessioni distinte. Robe da Università, con “appelli” diversificati e valutazione di gruppo a posteriori.
Nel mentre della cosa, i due gruppi hanno intrapreso una simil-gita, con pascolo verso il Passo Spluga ed anche qualche dosso più avanti sin verso i 2.500 metri; da notare che in prossimità del Passo Spluga abbiamo trovato il cartello che confermava l’apertura dello stesso……noi abbiamo atteso, ma le macchine non sono mai passate! Abbiamo pensato di chiamare l’ANA-NAS, ma poi sarebbe andata contro i principi della CNSASA.
Nel momento in cui, ogni componente si è sufficientemente reso conto dell’importanza di una tale manovra, dei meccanismi spesso inconsci che la regolano e della pratica che è necessario fare…..è arrivato anche il momento di andarsene, magari in un bel posto, e magari per farsi un bel piatto di pasta …..fatta in CNSASA!!! Sono le 13.20 e c’è ancora spazio per fare una capatina a Rasdeglia, nella reggia di Stefanio & Silvana!!!
Siamo a Gennaio, ma ci si arriva ancora in macchina e questo la dice lunga sulle condizioni nevose di questo inverno! E’ anche vero che dobbiamo mettere tutti le catene, perché il ghiaccio si fa sentire, però non è un bel vedere per l’inverno che si era annunciato positivamente soltanto un paio di mesi fa.
A questo punto esce il meglio “dell’uomo”, la sua rivincita per tutto quello che non riesce a fare in settimana; è l’apoteosi ed il risveglio delle qualità maschili al servizio della casa. In circa mezz’ora vengono pronti: 1,5 kg di pasta, un sugo di tre vasetti, un salame di settanta cm riposizionato in fette, una peperonata, due pezzi abbondanti di formaggio “al seghetto”, una teglia di pizza, tre bottiglie di vino, cinque mandarini (“li wuoi quei kiwi!?”……”anzi, uno!”), il grappino, l’ammazza-caffè, l’iva, la ritenuta, un 730, il rimborso ed…..il conto!!!
Un altro obiettivo della giornata era di migliorare l’aspetto, ma credo che qui stavolta non ci siamo riusciti: tra scambiare la Panda per un orso e “annotare le aderenze” ad un’ipotetica, ma anche no, gita in Norvegia, non possiamo certo dire raggiunta questa importante promessa, e poi basta guardare in faccia ognuno di noi per ricredersi.
Alle 17.00 del Rolex della casa vicina, salutiamo le SS e voliamo verso la CNSASA di ognuno di noi, in maniera del tutto indolore, cioè senza coda alcuna, causa probabilmente il brutto tempo che ha tenuto i gratakù attaccati col velcro al divano di casa!
Prima di partire non siamo proprio riusciti a non fare i complimenti a Stefanio & Silvana per l’acquisto di tre uccellini fatto in Dolomiti……belli eh, ma che non valgono l’ipoteca sulla CNSASA che hanno generato.
“Ma che BBello è!?!?”
In nomination stavolta: Stefania, Silvan, Gonzales, Barney, GigiEmme, Ronz, Pier (che tra l’altro continua a vedere “cose” che noi sci alpinisti non abbiamo ancora compreso bene), Samuel & Garfankel, Diego, Renzo e Patajean.
Dài cadi, o neve!!!
Solo per puntualizzare che il parcheggio Renault di Verano deve essere chiamato con il suo nome di battesimo e cioè: “controtapparella asfaltata”. Si deve sapere infatti che il ritrovo classico è la “controtapparella”, ma che a causa della sua pavimentazione in terriccio, si è reso necessario trovare un’area adiacente maggiormente fruibile. Ecco quindi la recentissima scelta del parcheggio Renault.