IL BORELLI TI CAMBIA LA VITA!

Oh, oggi non ho voglia di trovare il titolo e quindi lo prendo direttamente in prestito dal cartello che sta appeso al rifugio a ca 2.307 metri in uno degli angoli che molti di noi vorrebbero facessero parte dell’arredamento di casa.

Questa volta avrebbe potuto essere “Una Bella Giornata”! Non so se il Borelli ti cambia la vita, so però che oggi siamo stati bene ed è stato proprio piacevole arrivare quassù e trascorrere qualche ora in compagnia.

Ogni tanto un giretto in qualche nido d’aquila e/o posto riservato più agli alpinisti che non agli escursionisti non fa male: sapere che in una giornata, a meno di eventi particolari o coincidenze improbabili, vedrai solo tre/quattro persone ogni tanto fa bene; rende anche un po’ egoisti e sicuri che quell’angolo dei monti resterà proprio e condivisibile con se stessi! Alla facciazza del chiasso dei posti dove si kagano tutti.

E poi ci sono alcuni episodi che non puoi non notare e che sono più o meno coincidenze apprezzate o su cui ti viene spontaneamente da sorridere; tipo:

  • al Borelli anche la tecnologia ha trovato la sua collocazione: dal pannellino solare per
    ricaricare il cellulare all’auto-radio che ti lancia le canzoni…..e qualche minuto prima di scendere parte “Ciao” di Lucio Dalla! ….non è possibile!;
  • oppure le calze ritrovate sotto la ruota dell’auto di Samuel e prestate ad una donna……che le ha
    restituite!!! E’ una notizia e forse si riesce ancora a fidarsi di qlc;
  • non mancare al Bianco in una giornata tersa, di bel tempo, con la brezza che ti obbliga ad
    indossare un mezza-manica dopo la “lunga estate calda”.

L’intenzione ormai paventata a lungo di salire a trovare “i nuovi gestori” che davano il cambio “ai vecchi” si è tradotta in realtà, con i componenti che sono un po’ cambiati…..però, col solito seno di poi (che son tutte tettone!!!), devo dire che rimanere a casa sarebbe stato come trascorrere 24 ore con la Marcuzzi a parlare di BAR (Bifiduss Acti Regulariss). Volevamo partire presto anche noi, ma non ci sembrava il caso di farlo così presto (i Fassani, i nuovi gestori per una settimana, partivano alle 3.30 di questa domenica fresca).

Poi ho capito perché: l’uomo che ha fatto inkazzare una valle intera (no comment) adesso si diletta, come un vero e proprio pensionato, a rompere i kokomeri a tutti. Si mette in piedi, mani incrociate, e guarda inferocito l’obiettivo fino a quando trova il momento katartiko per vomitare la sentenza. “Questa cosa qui, io, l’avrei fatta diversamente!”. Insomma proprio come quelli che ormai non hanno più una beata fava da fare……..e quindi vanno a gestire anche i rifugi.

Appena entrato in Courmayeur sono stato fermato da un vigile che mi ha detto: “E’ passato qui uno di voi che ha detto che quelle gru tra il Torino e la Punta Helbronner non stanno bene a vedersi ad occhio nudo”!…..”Ma chi è?!?!”.

Poi appena entrato in Val Veny mi han fermato quelli della Protezione Civile, inkazzati neri, perché “uno dei vostri della Bassa ci ha chiamati dicendo che non gli piace vedere la Brenva coperta di così tanti detriti”! Ma chi è???

Infine l’ho visto, anche se era molto davanti a noi, quando è uscito dalla ferrata esclamare: “Osti, ma c’al rifugio lì, à duevan fal inscì inkastrà sòta la parete; io l’avrei messo diversamente!”.

Adesso comunque ha la possibilità di mostrare le sue valenze, insieme ad Andrea e Simone, gli altri componenti del Trio Fassano alla Noire.Con la mia mogliettina saliamo abbastanza velocemente lungo la ferrata, per nulla banale, che si inerpica sotto il Feuteuil des Allemands, la conca che accoglie la piramide dell’Aiguille Noire de Peuterey. Lo slancio e l’esposizione si manifestano con il panorama che si può notare dall’alto; alle 10.00 malcontate siamo sui pratoni che precedono il rifugio e, dopo averli avvisati, riceviamo in contraccambio il suono della tromba (pratica usuale per chi sale qui)….che però da lontano sembra più il rumore di un petomane!!!! Capiamo subito CHI ha tentato di mettersi nei panni del rifugista.

La bellezza del panorama merita il viaggetto costoso; da notare che prima o poi qualcuno pagherà per le schifezze che fa….sì, perché far pagare 26 € l’andata e 26 € il ritorno è semplicemente una bastardata! Che poi non si vada in giro a dire che il turismo non fa girare l’economia….qui l’unica cosa che gira (e continuamente) è il sacchetto dei mmaroni!!!! Per una ragione o per l’altra devi tenerti sempre in movimento, ma per evitare che qualcuno abusi di te!

E’ semplicemente scandaloso per non andare oltre!

Comunque il dado è tratto e noi ci godiamo panorama, meteo e soprattutto la compagnia.

Birretta con antipastino “della casa” e poi ancor meglio la pasta di Giovanni!!! Che spettacolino. Il Barbera “Fassano” completa un’opera che anche in un solo atto tiene testa ai teatri cittadini. Nel frattempo fa la sua    comparsa il primo ospite che si unisce alla truppa: Piero da Verona, l’agronomo partito per dormire sulla Est…..

In ferie da queste parti, gode immaginando Casarotto e le sue tre ore per raggiungere la Noire
dalla Val Veny negli anni in cui era un indomabile ed incredibile alpinista “invernale” (Piero scenderà col mal di testa per questo…pur non dandolo a vedere!); si aggiunge anche lui a tavola ed il tempo trascorre in armonia totale: pasta e piselli, Barbera ed un buon caffè.

Verso le 14.30 riprendiamo il cammino a ritroso; anche a scendere occorre un minimo di attenzione, per evitare di arrivare in fondo molto velocemente ma spetasciati. Ad aspettarci in valle “le ragazze della pallavolo A2” insieme a  Jenny la tennista. Poi relax al bar del campeggio di fronte ad una birretta e più o meno finalmente gambe in spalla alla macchina per il rientro.

Rientro caratterizzato dalle solite anomalie:

  1. un’autostrada pagata 26 €, ma che fa kagare…..senza corsie di emergenza e con lavori che continuano da quando è stata fatta; ma come fanno a dire che non c’è lavoro?
  2. i soliti idioti che viaggiano in autostrada costantemente in corsia centrale…probabilmente illusi che dopo 20 anni, per usucapione, diventa loro; oppure semplicemente attaccati dal morbo della mosca sul kulo: non sta mai sulle chiappe a destra o a sinistra, ma sempre sintonizzata sulla fonte, il buco. Se facessero un’autostrada a nove corsie, sarebbero tutti a sinistra con otto corsie libere, quasi come dei comunisti.
    Gli italiani, un popolo illuso ed immerso nel credo della furbizia, quando invece la materia grigia potrebbe essere coltivata e allenata diversamente.

Un’ultima nota prima di mandare i titoli di coda; parlando del mondo comune e della crisi che ci sta colpendo, è emerso che non serve guardare la TV per capire che la crisi è reale. Basta lavorare nella sicurezza e analisi delle fogne Riminesi: la quantità inferiore di mmerda raccolta nelle profondità cittadine dimostra ancora una volta che il 2012 è stato proprio un anno difficile. Analisi confermata anche da Leo.

Partecipanti:
Angeletta, Massimo, Andrea, Simone per quelli di Montevecchia, Samuel, Giovanni e Leo per quelli di Capiago ed infine, ma non ultimo, Piero da Verona…………….ah, c’ero anch’io.

Alla prox.

Patajean

PJ

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