LA MIGLIORE CONFETTURA DEL 2012?: E’ IN SVIZZERA.

PIZ CARAL & FORCELLA DEL CAMBRENA 3.373 MT.

Dieci centimetri di cielo sotto gli sci, sole splendente come nei disegni dell’asilo, ma anche e purtroppo discesa nella “confettura”, con neve assolutamente paciokka per non dire peggio; non posso dire neanche che non ci sono stati imprevisti, perché con il Nuzzo (ormai in gergo è “il ns Nuzzo”) è come andare in giro con il Monopoli e lui disteso in mezzo a forma di cartoncino con la scritta “Imprevisti” e quindi c’è sempre un episodio degno di nota: simpatico, ma sempre degno di essere ricordato e tramandato. Ieri nel mezzo della gita ha estratto un guanto e gli ha “detto”: ….”stai qui buono!”…..figuriamoci; i guanti sono peggio dei bambini e per far dispetti sono sempre in pole position. Fatto sta che il guanto (con il dito medio rigido!) ha preso il volo ed è sceso piano piano, ma in modo costante, lineare e tranquillo per un 150 metri sul jazzée, con Boris deciso al recupero e con lo stesso Boris che ha perso smalto, nei momenti susseguenti, prima di arrivare negli ultimi metri verso il Canale.

Decidiamo di andare al Piz Caral, anche se ormai capire come sarà il tempo è un terno al bilot; acqua-vento, sole, caldo, freddo ed un fetta di kulo col limone. Ormai meglio andare e decidere sul posto, perché non si capisce più nulla. Rigelo notturno dopo 40° si fa in fretta a capire cosa porta, però parete a nord ed oltre i tremila metri, potrebbe essere una soluzione. Meno male che ogni tanto si sbaglia!

Partiamo alle 5.00 ed alle 8.30 siamo già lungo i laghi del Passo Bernina con zero gradi ed un vento barbino e fastidioso. Robe da non credere visto cosa c’era solo mezza giornata prima; alcuni skialper sono già molto in alto, ma questo per noi voleva dire partire ancora peggio che all’alba. La neve tiene ed in mezzo cosa trovo? un bel I-phone praticamente nuovo!!!! (Ndr: sono già riuscito a trovare anche il legittimo proprietario….a Roma! L‘ha perso a Capodanno ed è rimasto sotto la neve fino al disgelo di Maggio; funziona ancora che l‘è un piésée).
L’attacco del ghiacciaio è anticipato da una canale stretto e ripido che immette direttamente sotto un piccolo seracco (a cui piace stare lì!) e poi nel vivo della lingua che scende dai pendii sommitali. Attraversiamo un pezzo delicato (sia in salita, sia poi e soprattutto in discesa), dopo di che andiamo via sereni fino alla base della paretina (kanala) che conduce con un buon 45° alla Fuorcla del Cambrena, da cui si gode una vista spaziale e c’è un bel mazzo di carte con la scelta: o Piz Caral oppure Piz Cambrena.

C’è in giro poca gente, ma certe volte ne bastano pochi: questa volta sono due agoni-K o, meglio, due kagoni stranieri (o forse ancora gli stranieri siamo noi??? Mah…). Che un pendio sostenuto possa portare entusiasmo e voglia di scenderlo anche con gli sci è risaputo, però farlo nello stesso istante in cui gente lo sale va bene uguale, ma sarebbe meglio un po’ più di sale in zucca, soprattutto se il pendio è lì che ride e non vede l’ora di cambiare posizione. E’ vero che aveva già scaricato, è vero che apparentemente non c’erano problemi, ma è anche vero che un briciolo di prudenza in più vista l’ora e vista la paretina rocciosa sopra le nostre teste, non fa mai male, fatto sta che il sottoscritto (un po’ troppo impegnato a pensare “alle suole” ultimamente!!!) ha deciso di ridiscendere e di raggiungere il Conte Ponti rimasto nel frattempo alla base, mentre tutti gli altri hanno definitivamente raggiunto la Forcella, con Silvan e Boris impegnati e disimpegnati con gli sci anche nel ritorno (un buon 45° considerato anche la condizione della neve, non è niente male per abituarsi al ripido, quindi solo complimenti!!!).

Chi ha messo le mani sulla confettura? Noi!!!
Chi rischia “le pelli” nella confettura? Noi!!!

Scendiamo quando il tempo è già scaduto; sugli spalti non c’è più nessuno e quindi bisogna affrettarsi. C’è un punto balordo che dobbiamo passare e lo facciamo con molta attenzione, passando uno ad uno e con gli occhi bene aperti. Tutto bene, tutto a posto e poi via verso la tranquillità, verso il treno del Bernina che per almeno una ventina di volte abbiamo visto passare sotto di noi, ma soprattutto sentito fischiettare. Fra poco ci ritroveremo per vedere insieme il dvd di “Ragazzo di campagna”, ma ieri ne abbiamo testato una scena; non avevamo la panchina, ma ci siamo messi davanti al trenino rosso per vederlo sfrecciare davanti a noi: che bello.

Quando arriviamo alla cava la tentazione di tirare fuori le formine e di fare il castello è molto forte, ma vi rinunciamo perché siamo sicuri che la tristezza svizzera si manifesterebbe con qualche sovra-tassa o multa.
L’ultimo pezzo dalla cava alla macchina lo percorriamo chi direttamente “sull’acqua” chi invece circumnavigando il piccolo lago nero….che tuttavia “tiene”.
Ore 16.00 più o meno e cominciamo il ritorno in macchina con una solfa che si ripete, fortunatamente, da molto tempo ormai: il traffico quasi inesistente.
Una nota degna di nota: sia all’andata che al ritorno abbiamo notato che tutti le pompe di benzina, durante il nostro passaggio, facevano di tutto per farci fermare: bracciate, fischi, cenni di invito ad entrare. Chissà perché?!?!? Ma certo, la ragione si chiama sempre “Nuzzo” ed è lui che fa girare l’economia fermandosi spesso a riempire il serbatoio o a gonfiare le gomme (tranne la posteriore sinistra!). addirittura il Conte deve fare opera di persuasione nel distogliere il “Nuzzo” dal voler passare da Merano, solo perché aveva promesso di garantire un mezzo-pieno anche al benzinaio che si trova in “Via tutti i Chiodi dalle gomme”.
Gelato con cono o coppetta al ritorno dalla tettona, che però oggi era assente ingiustificata.

La cima del Piz Caral l’abbiamo lasciata lì, anche perché ormai era abbastanza tardi per non dare ancor di più soddisfazione all’orologio; oltretutto abbiamo scoperto altre possibilità e quindi torneremo a visitare questo angolino un po’ speciale, tutto suo e posizionato niente male, un posticino che si lascia guardare accattivamnte dal Passo del Bernina.
Partecipanti: Stefania, Ale-Nuzzo, il Lord Ponti, Patajean, Silvan e Boris (questi ultimi oggi nelle vesti di Tone Valeruz con firme a 43°!!).
NCS-OET: Non ci siamo, ormai è tardi.
PJ

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *