Difficoltà: PD+/AD-; Dislivello: 1700 m
Dopo aver fatto due anni fa la normale dell’Ortles da solo e su suggerimento del simpatico gestore del rifugio Borletti con Vittorio abbiamo scalato la cresta NO dell’Ortles.
Via molto panoramica, interessante, lunga e di sicura soddisfazione.
La via parte a 10 minuti dal rifugio Borletti, rifugio molto carino che si trova al limitare del bosco dove cresce l’ultimo larice e da cui si dirama il sentiero per il rifugio Pajer e per l’attacco alla via.
Il rifugio, pulito ed ordinato è gestito egregiamnete dai simpatici ed attenti custodi sempre pronti a dare preziosi consigli, non è molto frequentato; chi si ferma qui è diretto principalmente alla nostra via, ma forse appunto per questo ha un fascino particolare, le colazioni sono servite alle 4:30 a lume di candela, la cena offre un menu un pò particolare, specialmente per noi “Italiani”:
Primo piatto: minestra
Secondo piatto: pasta al sugo
Dolce: macedonia
A parte l’abbinamento, tutto ottimo ed abbondante.
La via molto logica, già parzialmente attrezzata nel 1910 è stata riattrezzata nel 2004, segue quasi fedelmente la cresta NO lungo la quale si incontrano passaggi attrezzati con corde, funi e/o cavi metallici ed una breve scaletta, sino ad arrivare alla base della calotta sommitale, dove si calzano i ramponi, e che in breve permette di giungere alla croce presente sulla vetta.
Vetta che nel nostro caso si è rivelata molto affollata principalmente a causa degli alpinisti provenienti dalla “normale” che poi abbiamo incontrato anche lungo la discesa.
La roccia che si incontra lungo la via non è delle più compatte e solide, richiede quindi attenzione, ma è abbastanza pulita dagli ormai frequenti passaggi ed è una buona palestra per allenarsi ad arrampicare su rocce rotte.
Se avete quindi desiderio di fare dislivello (come me) oppure volete prendere confidenza nell’arrampicata su rocce facili ma che richiedono costante attenzione credo che questa sia una via da tenere in consideazione anche come alternativa alla super gettonata via “normale”.
Per l’eventuale bibliografia consiglio la “Guida ai Monti d’Italia” edita dal CAI-TCI volume “Ortles-Cevedale”.























