FUORI DALLE PALE!

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  • VETTA DI OGGI: Cima dell’Uomo mt. 2.662
  • DOVE: Svizzera, dal Lukmanier Pass
  • DIFFICOLTA’ & SVILUPPO: MS+ con circa 7 km di sviluppo totali;
  • DISLIVELLO: circa 710 mt
  • NOTE: una neve da favola in discesa: PG: Puro Godimento.

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Nuova uscita del Corso SA1 2022 alla ricerca della neve; oggi giornata dai connotati strani: si parte con le ultime notizie tristi e sconfortanti sulla situazione della guerra (un gioco del Medioevo che purtroppo permane anche nell’era del digitale: siamo “indietro come le palle del cane” a giocare ancora ai confini territoriali, senza contare che stiamo uscendo da un biennio che ci ha accorciato la vita dello stesso ammontare!) e ci si convince che la destinazione svizzera possa incontrare le nostre esigenze, con almeno una quantità di neve che ci consenta quattro curve in salita ed otto in discesa. Non stiamo a chiedere neve bella o brutta, basta che le assi possano scivolare nei due sensi.

Grazie a Dio qui non dobbiamo venire coi carri-armati e i metri che conquistiamo sono tutti grazie allo sforzo, alla determinazione e a qualcosa di bacato che frulla tra Testa & Cuore. Il motore della Passione si muove senza grandi investimenti, se non quello mentale.

Partenza mirata da Varedo alle ore 6.00 con destinazione diretta Passo del Lucomagno: ormai non ci si ferma neppure per la colazione, tanta è la voglia di pellare decentemente. Arriviamo al Passo con il solito scenario ventoso. Il Bollettino dava un po’ di vento ed una temperatura percepita inferiore allo zero: siamo come al solito entusiasti…..soprattutto quando apriamo la portiera.

Ormai quando guardi una dorsale qualsiasi la stessa si presenta come un libro che ti spiega e ti illustra l’azione del vento. La Cima dell’Uomo si presenta più o meno come un Ferro da Stiro e per raggiungerla devi saltare su, in groppa alla dorsale che ti porta verso la ‘maniglia finale’.

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Le possibilità in realtà sono due: quella descritta ed un’altra più lunga che percorre la Val da Tiarms che al mattino è in ombra: meglio la dorsale.

Ogni gita ha la sua e qui sembra che il punto fondamentale sia tracciare questa trappola di vallette apparentemente mai finite; riusciamo ad infilarci fra dedali di sassi, conchette e salti più o meno riuscendo sempre a sgusciare verso l’alto. La trappola sembra non finire mai, ma alla fine raggiungiamo la Schiena d’Asino che mostra in fondo la nostra cima. Nessuno in giro ad eccezione di un ciaspolatore svizzero, quindi tutto il terreno è nostro……e senza sparare alcun colpo o senza che nessuno debba arrendersi.

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Improvvisamente si torna a respirare quella voglia incredibile di essere in questi posti: la neve in certi luoghi ci preannuncia qualcosa di bello ma ancora non totalmente decifrabile, la vista spazia a non finire su Adula, Todi, Clarinden e Val Bedretto. Lasciamo tutto al Deposito Sci e decidiamo che per oggi è meglio così. Ci sono pochi metri che separano una ventina di scialpinisti dalla cima, ma il pendio finale non è il massimo tra sassi e neve schifosa e valutata tale; l’assenza dei ramponi in un corso SA1 fa il resto e valutiamo che anche la discesa non sarebbe il massimo. Ci rifocilliamo e passiamo alla fase dei lavori: ricerca in valanga con Artva sepolto almeno a 70 cm di profondità. Rimaniamo piuttosto nascosti perché se l’Anas o la FIS ci vedessero sicuramente verremmo assoldati per battitura piste o lavori di pulizia neve e ghiaccio.

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Quindi passiamo un’oretta circa per la Manovra di ricerca Artva e un po’ di relax, prima del godimento inguinale che ci aspetta sui pendii!

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La manovra è stata fatta con grande perizia da parte di tutti; si è “andati di bestia con la pala” scavando a manetta per cercare il sepolto in profondità e con pochi minuti persi, tutti bravi.

Poi finalmente verso le ore 12.30 ecco lo switch sul godimento inaspettato.

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Tra fare lo slalom della salita fra rocce e salti e l’idea di percorrere la Val da Tiarms prevale la seconda: i pendii sembrano buoni oltreché intonsi, così come le pendenze gestibili. Ecco il dado che viene tratto, ecco la ciliegina sulla torta….ecco una delle c.d. forme benigne dell’Orgasmo Bianco. Non te lo aspetti, sei deluso dalla guerra e dall’assenza di neve, ma improvvisamente scatta qualcosa e la discesa diventa la miglior cosa di quel momento. Pendii stupendi e una neve da favola: sembra veramente di entrare in un migliaio di sacchetti di farina 00  e godersela tutta.

Sembra impossibile che con queste condizioni ci possa essere un angolo sciabile con cotali vibrazioni interne sul morale: si intuisce anche da parte degli allievi cosa voglia dire fare scialpinismo. Scendiamo sin dove possibile e poi dobbiamo penare un po’ nella parte bassa, piuttosto piatta. Ma chi se ne fotte!

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Il resto è “toujour le memes Italiens” svaccati sul parcheggio, le solite foto che, per scattarle, devi bloccare il traffico al Passo e il caffè che non ti aspetti…….meglio, sappiamo com’è, un po’ meno che il costo dell’energia sia tutto nella macchinetta del “Coldrerio”; neanche a Sotebys battono un espresso svizzero 3,3 Franchi CH, ma…… prima o poi il caffè verranno a chiederlo a casa nostra e allora….

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Partecipanti: Anna, Giuseppe, Mirko, Massimo, Ale, Fra, Paolo, Luca, Bob, Simone, Emanuele, Stefano, Andrea, Stefano, Francesco, Gianni e Patajean.

Alla prox!

By Patajean