- CIMA: Pizzo Cadrèigh mt. 2.516 slm
- ZONA: Swizzera, Passo del Lucomagno; con partenza da Campo Blenio 1.215 mt.
- DISLIVELLO & SVILUPPO: circa 1.600 mt D+ su tutto il weekend per una 20ina di km totali;
- DIFFICOLTA’: MS
- NOTE: stavolta la quasi assoluta mancanza di vento, tiéééeee ! J, in compenso una kaldazza anomala e quasi fastidiosa. Essere a fine aprile-inizio maggio in questo momento disorienta anche quelli che la labirintite non sanno cosa sia.
Penultima uscita del Corso SA1 2019 e primo weekend vissuto tra salite e manovre; stavolta il tutto si manifesta in territorio elvetico, dove Stefy/Luca/Max organizzano uno splendido pernotto in un posto nuovo quasi per tutti. La gita prevede il passaggio dalla Capanna Bovarina prima di metter piedi e assi su Cima della Bianca a quasi 2.900 mt sul livello della Kaldazza.
Si parte da Campo Blenio, una specie di Verbier del Lucomagno, un angolo densamente popolato come pochi: è l’esempio di come uno skilift possa fungere da calamita per attrarre gente: ci sono 25 piattelli (che diventano 50 visto che sono àncore) per 25.000 persone che si fiondano in questo angolo di valle nel weekend. Calcolate che poi ci sono 5 motoslitte, 4.550 tra bob e slittini che viaggiano in trasversale, una quindicina tra bar e pub all’aperto, una trentina di caseifici e latterie…….il tutto condito da una puzza misto-mmerda-latte da fare invidia alle stalle più famose. Anche la scritta BAR inganna….(Bifidusss-Atti-Regularis). Se non sei stitico e ti capita di passare di qua, ocio: su i calzoni, un bel respiro lungo e passa oltre….
Qui anche solo aprire una confezione di pastiglie Falkui per sbaglio può scatenare un inferno mai visto; in farmacia sguardo teso solo sul necessario, una sola occhiata alla scatola e TRACCC…….parbleu, ma l’è marùuunnn e l’en fàda in dì kùlzun!
Saliamo per boschi di larice alla volta della Capanna, ma non sappiamo se la modalità con la quale siamo apparecchiati è quella giusta: di solito gli atti osceni sono puniti, noi ci andiamo wc-ini. Sembra di essere alla scampagnata di quinta elementare ed il fuori coscia diventa il non plus-ultra;
arriviamo in Capanna, ma il Direttore non lascia scampo; via il materiale inutile ed altri 150 mt di pellata per andare a provare il c.d. Blocco di Slittamento. Noi lo distraiamo un po’ subito dopo aver abbandonato il rifugio e, appena svoltato l’angolo, voilà……., ecco che gli suggeriamo un posto ideale: i 150 mt di dislivello diventano 15 mt, lui si illude e ritiene pertinente la location e così la prova del blocco ha inizio, non prima di aver compiuto una sana ed attraente stratigrafia.
Ne esce una lezione pratica all’aperto molto interessante, corredata da un profilo che Luca completa su documento cartaceo e poi tutti liberi per…….una mezz’oretta, visto che in Capanna ci aspetta “il Coso di Rotta”…..come lo ha ribattezzato più di uno.
Svaccata generale, birretta, una bella partitina a briscola e scopa e poi “sòta cun’t la kartina” per schematizzare lo schizzo di rotta della Cima della Bianca, meta dell’indomani. Ore 18.30 aperitivo e ore 19.00 si mangia a sbafo. Si inizia con una sbobba dall’aspetto inversamente proporzionale al sapore, si passa da una quintalata di salamella con risotto per finire al dolce un po’ liquoroso. Nel mezzo un bel po’ di vino sincero.
Kazzeggio finale, qualche briscola a chiamata e poi tutti a nanna. Ci svegliamo carichi come molle e, dopo una colazione all’italiana, siamo sulle assi alle ore 7.00 come richiesto dal Diretur. Partiamo ma, dopo quindici minuti, ecco la sorpresa: ci chiede una sosta! Increduli lo vediamo muoversi in direzione est, solo come solo è il camoscio che all’improvviso compare sul crinale sopra di noi; è questione di attimi, i due sembrano in perfetta sintonia. Nasce un idillio, seppur a distanza. Sul più bello squilla il cellulare…..è Robert Redford, inkazzato come una jena. Dice che esiste solo un uomo capace di interagire con gli animali, capace di sussurrare a tutto ciò che ha quattro zampe, non importa se cavallo, stambekko o camoscio! Lo tranquillizziamo e nel frattempo, a mezza costa, i due attori di questa fresca mattina si staccano salutandosi, con il Ronz che rientra tra i ranghi dei gruppi. Ci comunica che di là non si passa: il Guardiano della Valle ha detto no, non ci sta. Documenti non in regola, troppa gente su quei pendii e quindi della Cima della Bianca non se ne fa più nulla.
Dobbiamo nostro malgrado cambiar meta: ci tocca fare la Prova del Cadrèigh, anche se nessuno degli Allievi si chiama Aldo, Giovanni o Giacomo. In compenso ci sono 42 gambe!
Niente di male, ne è uscita una super gita in una valle splendida (un po’ piatta, ma che si è illuminata in maniera speciale appena si è acceso il sole), con praticamente solo noi in giro. Disegnando in ogni dove la nostra traccia siamo arrivati ben presto in cima, per ammirare ancora una volta come lo stupore possa fare tanto: per noi e per chi questa Passione la sta toccando/sperimentando/inserendo nel suo bagaglio personale.
Come detto oggi il vento non c’è e quindi possiamo trastullarci sulla cima a nostro piacimento. Ognuno guarda dove vuole e fa quel che può, passando dal mettersi in evidenza piuttosto che il contrario.
Iniziamo la discesa consapevoli che il dislivello ed i pendii saranno goduriosi, ma anche un po’ piatti. Alla fine ce la siamo spassata non male (Edo & Francesco perdoneranno l’esagerazione!) e proseguiamo per tutto il vallone stando sulla sinistra orografica. Non ci perdiamo nemmeno lo spettacolo offerto da una quindicina di camosci che correvano a mezza costa. Con le quattro-zampe-motrici è stato fantastico vedere l’agilità al servizio della conoscenza dei luoghi; in poco meno di cinque minuti hanno attraversato circa cinquecento metri di sviluppo. L’unica cosa che si spera è che nessuno davanti trascinasse, sebbene nascosto, un piatto di patatine fritte per portarli in trappola…
Verso le ore 15.00, dopo aver percorso il bosco, piombiamo nel marasma degli impianti ma, soprattutto, finiamo nuovamente nella tanfa del paesino.
Saluti e Baci per questo bel weekend in compagnia.
Un paio di note doverose: un grazie al Trio organizzatore (in modo particolare a Max!!! J), un bravo a tutti gli allievi per impegno misto a kazzate (meglio il primo!) ed un plauso sempre a loro per i tempi di realizzazione degli scavi nella prova di ricerca del travolto.
Partecipanti: Stefy, Marta, Marion, Smaranda, Francesca, Il Ronz, Max, Teo, Luca, Bob, Andrea, Giuseppe, Gigi, Edo, Francesco, Jacopo, Alessandro, Alberto, Paolo, Erik e Patajean.
by Patajean®