CIMA: in realtà stavolta è stato un Colle, Colle des Fontaines 2.687 mt
- ZONA: Valle d’Aosta, più precisamente Cheneil in Valtournanche;
- SVILUPPO & DISLIVELLO: circa 7 km con 651 mt D+
- NOTE: il solito vento che quest’anno sembra essere un inesorabile socio di salita. Neve finalmente degna di questo nome. Da segnalare anche un ascensore in quota, una tecnologia al servizio degli skialper o forse dei paesani che abitano nella piccola frazione poco sopra l’ultimo metro in cui l’auto può mettere il battistrada.
Stavolta abbiamo rischiato l’inghippo matematico, altro che errori euristici: siamo saliti con il 4×4, abbiamo pensato con il 3×3, in cima abbiamo fatto 2+2…….infine siamo scesi 1×1.
Terza uscita del Corso SA1 2019 ed ennesima giornata ventosa: sarà che ci sono i “venti”, sarà che poi a metà giornata gira un “gi-peto”….praticamente abbiamo schivato per un pelo una giornata di mmerda.
Meta ricercata e partorita con estrema fatica per schivare vento, neve abbondante e meteo sfavorevole, ma anche per azzeccare eventuale e probabile “ugiada-de-sù”. Finisce un po’ ai punti con una giornata coperta, ma ventosa. Con le recenti ed abbondanti nevicate siamo stati in cesta per parecchio tempo, giudicando in diminuzione il pericolo valanghe.
Durante il viaggio tappa quasi obbligata per la colazione, con un bel panettone benedetto e pronto per festeggiare San Biagio.
Arriviamo al parcheggio di Cheneil con la dama bianca presente, anche se non nella dimensione e forma che ci aspettavamo: strade ricoperte di neve, ma zero problemi nell’avvicinamento. Ci immergiamo nei boschi del paesino per guadagnare presto la piana centrale e per prendere i diversi canali che portano al Col des Fontaines, nostra meta di oggi. E’ tutto un vociare, con spiegazioni dettagliate di questo mondo che percorriamo con le mitiche assi ai piedi; c’è sempre da raccontare e da imparare.
Qui Eolo sprigiona il suo potenziale indicandoci chi comanda ed è così, se ancora ce ne fosse bisogno, che nasce lo “scambio in quota”: la nostra roba parte dalla nostra cima per raggiungerne altre vicino, così come quella degli altri arriva da noi.
Facciamo tutto velocemente (Dài veloooooooocccciiiiiiiii!) in modo da scendere il prima possibile e posizionarci in zona-manovre. E’ infatti prevista la ricerca multipla ed una manovra di autosoccorso gestita dagli istruttori.
Il verdetto o giudizio è il Gipeto a darcelo, che ci sorvola mostrandoci il dorso quasi a togliere ogni dubbio sulla sua identità, poi giù tutti in farina più o meno lavorata sino alla piana, dove i più contenti sono Edo e Francesco, che non abbiamo mai visto così felici e gaudenti; bei movimenti e alberi non snodati da evitare per tutti. Ad un certo punto mi accorgo di passare tra i Due Maggio(ni) Ciondoli del Gruppo.
Si torna alla piana delle baite, in prossimità dell’ascensore che qualcuno considera sempre più come uno skilift: su & giù per l’ultimo pendio? Spesso le si pensano tutte per non finire mai….
Ultimo tratto da “sci ripido/estremo” (!) per tornare nuovamente al parcheggio; nel frattempo il nostro Diretur pensa bene di passare dalle assi al (la) tavola!
Salutiamo la zona, ma soprattutto la Saccatura rimasta tutto il giorno sul confine della Svizzera a fare da diga a tutto: sole e resto; peccato perché la vista da qui è tutt’altro che parente del Battista.
Sosta quasi obbligata in valle per panino & birretta in compagnia.
Il tempo è tiranno, bisogna rientrare e chiudere la “Chat di Cenerentola” prima che la mezzanotte trasformi la linea di contatto del Corso in una Kazziata galattica. Quindi via alle foto che documentano questa bella giornata insieme.
Partecipanti: Francesca, Marta, Marion (alla quale dico grazie per la bellissima esperienza di raccontare “il trick & track” o il “più ed il meno” in Francese, una lingua che adoro), Jacopo, Francesco, Paolo, Erik, Edo; Anna, Stefy, Ronz, Max, Barney, Andrea, LucaT, GigiM, Mirko, Giuseppe, Teo, Bob, Pier e Patajean
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