PIU’ KULO CHE ANIMA.

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Rapimento emotivo ieri, domenica 10 settembre, in Val Ferret: dopo rinuncia forzata alle Dolomiti di Sesto…..che non sono quelle situate vicino a Cinisello Beach (meno belle), il sodalizio gemellato Desio/Montevecchia si è rivolto verso il vecchio West, chiedendo aiuto a Eolo ed al Monte bianco.

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Nonostante l’acqua uscisse anche dall’applicazione del telefono, abbiamo tenuto duro sino all’ultimo ed alla fine siamo stati graziati e premiati: una specie di telone gigante è rimasto disteso sopra le nostre teste, teso tra la Valle d’Aosta, il Piemonte e la Lombardia, ma l’inizio di questo tratta (o la fine, a seconda del punto di osservazione) era al sole, cioè Courmayeur. Quindi il titolo rispecchia la sintesi di tutto quanto. E’ la somma che fa il totale.

Ieri era anche giorno di partenza del Tor de Geants, una gara di trail di 330 km…..che ti rende stanco solo a pronunciarla, di cui abbiamo ascoltato la partenza, vocalizzata attraverso megafoni il cui suono è straripato sino alla nostra quota, quella in cui sorge il Rifugio Bertone a 1.991 mt, prima tappa della nostra traversata verso il Rifugio Bonatti.

Dopo dieci minuti di rapimento emozionale per una vista che, nonostante non sia la prima, lascia sempre con il mal di gola, parte la fase delle foto. La prima neve contribuisce ad arricchire il paesaggio con un tocco di classe in più e a nascondere le crepe di un clima che sta sfasciando tutto piano piano, cambiando le sembianze ad un angolo che rappresenta idillio per gli occhi e auto-motivazione per gli arti….

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Un versante Brenva senza Brenva non rappresenta più il vero fremito che nasceva nel vedere l’imponenza di un tale ambiente solo qualche decennio fa; vederla in quelle condizioni è come vedere la pelle del serpente dopo che lo stesso è fuggito cambiando l’abito! Un peccato che si capisce bene quando dentro hai le palpitazioni tipiche di chi si tormenta per queste cose inutili.

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Il vento è l’unica pecca in questa fase, ma sappiamo che prima o poi toglierà il velo sulle ultime cime, oltreché svolazzare su di noi per farci coprire, massacrati letteralmente dal freddo.

Traversata in quota per toccare il Mont de la Saxe, la Testa Bernarda ed il Col Sapin in sequenza non mixata, poi discesa in valloni poco frequentati e puntata verso il rifugio Bonatti per il meritato ristoro.

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Il rientro è altrettanto lungo e si dipana sulla costa bassa, con un dislivello “da 1.900 a 1.900 metri” per farci ritornare al Bertone, dove salamino e birretta rimpinzano le forze per la tratta finale, a piombo su Villair, dove l’architettura abitativa fa capire che tipo di gara viene giocata.

Alle 18.00 siamo alle auto per il rientro. Partiti in canoa, tornati in kayak….acqua da tutti le parti.

Da notare in maniera assolutamente pregevole: gli stranieri in giro erano una moltitudine, encomiabile come il numero di ragazze, sempre e solo straniere che hanno percorso i nostri sentieri dimostrando come ce la si possa godere ugualmente; un’altra mentalità, così come quella della corsa. Ormai lo scarpone pesante è quasi come camminare con le pinne in piazza…..

I cercasole: Ginevra, Anna, Andrea, Lele, Erik, Enrico, Boris, Ale Nuzzo, Ale Barin, Davide e Patajean.

by Patajean®

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