“Tutt’informa, dài veloci, pre-sciistika, l’Epifania tutte le feste se le porta via”, un sacco di paroloni e di buoni propositi……ma alla fine va sempre di moda il pasturare. Una volta il motto era “….E io pago!” adesso è diventato “E io Pasturo”.
Incontri in giro un cartello che dice così e ti fai influenzare subito……
….cominci a chiederti chi, dove, come e perché uno deve pasturare, però ci credi e vai dietro al cartello! Qual è la conseguenza? Questa:
Di solito si festeggia dopo che l’evento è accaduto, noi oggi abbiam festeggiato l’inizio dell’anno e soprattutto la neve che non arriva, tristezza.
Dopo un periodo misto fra gozzoviglie, ubriachezze & vecchi rimedi per uscirne, ci ritroviamo nuovamente immersi nei percorsi di sempre, nella voglia di ribellarci alle code da rientro e nei nostri territori sempre più affascinanti se visti con gli occhi giusti. L’aria poco sottile che ha tirato in questi giorni e reso i panorami tersi, il sole rosso-fuoco che attira l’attenzione prima di coricarsi dietro le Cozie e la stanchezza che sembra non esserci mai, sono una costante di questo periodo pre e post Natalizio.
Per iniziare l’anno si decide di stare quindi in cesta, navigando verso il Rif Riva sul versante solivo del Grignone.
Già uno quando arriva a Pasturo si chiede come mai è così fortunato: più che un nome suona come un imperativo, oltretutto in prima persona singolare; quindi dà l’idea di essere una certezza, manco fosse stata la conseguenza di un’estrazione lotterika.
In secondo luogo uno si domanda in quale stato civile si trova: se single oppure giù dagli scaffali, perché anche qui Pasturo può giocare un ruolo determinante. Si narra che in passato chi arrivava a Pasturo riceveva una canna e a fine giornata la doveva riconsegnare con la preda, che poteva essere di qualunque tipo: dal girino di pozzanghera al cavedano di 1.70 cm, passando per la triglia di lago.
Infine se uno trova un cartello in prossimità delle ore 12.00, questo non può che essere un messaggio con un retro-gusto eno/gastro. Quindi non ci resta che credere nella forza delle gambe che prima ci conducono alla chiesetta di San Calimero e poi sotto i tavoli del Riva.
Finiamo di pranzare e desideriamo fare una foto; prima però dobbiamo finire la bottiglia:
E dopo, fuori, ci sembra di vedere cose che prima non c’erano….
Ormai siamo lumati a vista dal nostro Direttore Inox che ci tiene monitorati facendoci sorprese last minute e/o capitando a caso nei posti in cui sfoghiamo i nostri allenamenti. Chissà come mai ma lui arriva sempre…..sarà forse per il nuovo telefono che ha in dotazione: una piastrella di 10x7x3 cm modello carving e rockerata in testa!, che gli dice dove siamo, quanti siamo e, soprattutto, se quello che stiamo facendo è consono dal un pdv motorio.
A casa sua ha fissato una console dotata di maxischermo: vi è proiettata la Lombardia e con gps i nostri movimenti. A scelta ci ispeziona.
Ci perdiamo ben presto nei nostri meandri e riportiamo noi stessi sulla retta via nei tempi giusti per scodinzolare fuori dal traffico. Ormai i tempi sono stretti e siamo pronti a cimentarci nell’SA1 che avrà inizio questa settimana.
Chissà se i fiocchi si ricordano di noi…
Il puzzle viene bene se i pezzi ci sono e si incastrano a dovere; magari non si trovano subito e tutti, ma quando ci sono la foto è chiara. A turno siamo sul pezzo.
by Patajean