- Cima 1: Castore mt. 4.221
- Cima 2: Lyskamm Occidentale mt. 4.481
- Punta 3: Perazzi mt. 3.906 al ritorno dalle cime
- Gruppo: Monte Rosa
- Note: spettacolo a manetta con tempo bello all’infinito, ma Eolo con flatulenza perpetua H48;
In questo weekend è come se fossimo entrati in una cartolina prestampata, di quelle che risaltano agli occhi per colore, bellezza e atmosfera. L’abbiamo presa, ci è piaciuta e l’abbiamo posseduta.
In giornate come questa non si può non capire che tipo di fortuna si ha a disposizione; magari non è immediato comprenderlo, ma direi che il martedì è da interpretare come limite massimo, dopodiché visita neurologica urge!
Gita Cai Montevecchia e pienone come ci si poteva immaginare visto le mete e visto il tempo; rispetto al solito ancora più macchinoso l’avvicinamento a Staffal, piccolo sputo di paese che sta alla valle di Gressoney come il cogice alla riga del kulo, visto che mezzo mondo è già in giro per motivi eno-gastro-sessual-sportivi.
Un quarto di cornea e mezzo rene il costo per il weekend che comprende anche parte degli impianti necessari a portarci in quota e….più vicino al mal di testa.
Partiamo sc(a/o)glionati dal Colle di Bettaforca e a mazzi di decine arriviamo ai 3.585 mt del Rifugio Quintino Sella, che giace su una ‘mensola in quota’ al cospetto di video al plasma: nitidezza pazzesca e fascino intatto anche a chi, a distanza di parecchi anni, ritrova più o meno le stesse identiche cose.
Relax assoluto, anche se pane e companatico vanno distillati meticolosamente, visto che prima o poi la sorpresa di non star bene si fa sentire e sarà causa di molte rinunce. Ci trastulliamo nel nulla sino a cena, dove caos e turni turbano l’animo bisognoso di serenità. Il camerone ricorda altri momenti simili ed il fatto di essere tutti insieme aumenta il fascino: chi rutta, scoreggia, tossisce, cazzeggia, riposa…..siamo tutti lì insieme e tutto avviene contestualmente.
Manca Boris coi suoi rumori di sacchetti & mascelle in azione, ma i rumori della messa in moto, dell’affardellamento zaino, dei preparativi ai blocchi di partenza sono esattamente e sempre i medesimi.
Usufruiamo del primo turno di cena e poi ci rosoliamo al tramonto con foto simbolo della gita immaginando, come poi succederà, che trentacinque persone si manderanno almeno 20 foto tutte identiche intasando what’s app e l’etere brianzolo.
Si dorme, si veglia, si pensa di farlo, qualcuno ti illude dicendo che “hai russato come un animale”, ma in realtà si dorme poco & male; la notte dura all’infinto e poi di nuovo il caos per rimettersi in moto, salvo coloro che sfortunatamente han dovuto rinunciare.
Partiamo verso le 5,20 con Eolo che non si è ancora coricato e, illudendoci di non vederlo, ne comprendiamo la presenza appena svoltato l’angolo del rifugio. Saliamo abbastanza spediti sino al pendio di Punta Felik, dove si comincia a salire nel vero senso del termine; poi via, chi per il Lyskamm e chi per il Castore. Fiume oceanico in fila indiana di persone che camminano a fil di cielo. Tutto intorno cielo sereno e spazzato dal vento: foto ‘di maledetto’ e rientro al Colle del Felik veloce.
Scendiamo nel pianone sottostante e ci sta una capatina a Cima Perazzi, elevazione minore di 3.906 mt, ma che garantisce spettacolo di panorama verso l’angolo più nascosto del Castore, verso i rifugi che stanno nella Val di Verra, dal Mezzalama al Guide d’Ayas. C’è un tracciato al Colle Perazzi che permette di collegare angoli che i più non sanno neppure esistere. Anzi, a ben vedere possiede anche una paretina nord divertente.
Il rientro al Quintino Sella è simile a quei film giapponesi sulle montagne himalayane, dove vedi singoli che spuntano all’improvviso e sono spesso in giro a far foto! Daniele, invasato e posseduto anche lui dalla bellezza celestiale, non si trattiene dall’andare incontro agli amici con macchina fotografica al seguito, ma soprattutto con lo sguardo rapito del ragazzino di fronte alla prima morosa. Detto col dono della sintesi, direi che Marinelli è l’emblema della contentezza in quota.
La sua freschezza d’animo contagia!
Verso le 9.30 molti sono di nuovo al rifugio, stavolta la birretta ci sta e va giù come l’olio dato alla gallina che non kaga-le-uova!
L’acclimatamento ormai è cosa acquisita e verrebbe voglia di star qui un po’ di giorni; tuttavia è ora di tornare e la strada è lunga ed anche un po’ massacrante, sotto il sole e nelle ore peggiori (N.B. è la seconda volta in due gg che ci mettiamo in moto nelle ore di solito sconsigliate, ma non abbiamo molta scelta).
Però pensiamo si possa adottare un sistema più veloce: il km lanciato……magari in compagnia di colui che ha battuto tutti i record del mondo: Simone Origone…
Galoppiamo verso il Bettaforca per non perdere gli impianti e ce la facciamo; il resto è puro kazzeggio al bar, dove Ginevra, dopo il suo primo 4.000 mt si auto-battezza anche al primo impiego.
Non siamo inusuali di fronte a fatti di questo tipo: già nello scialpinismo abbiamo registrato casi di pura invasione di bar/pub con i proprietari letteralmente storditi dal gruppo ed incapaci di proseguire nella gestione della situazione. Noi, sapendo gestire bene Ansia & Angoscia, abbiamo tirato fuori l’asso e lanciato Ginevra in procedura: dall’ordine al servizio in tavola, passando attraverso la produzione in tempo reale (panini, birre, caffè e lavaggio incluso: full optional). La signora gradisce, non assume ma annota. Ginevra ci pensa, calcola +7 gg in vista dell’uscita Corso, ma poi l’emozione gioca sul foto-finish per restare il Walle. Detto così forse non rende totalmente, ma direi che la scenetta è stata molto reale e simpatica.
Ci lasciamo e ci auguriamo tutti una buona settimana, per prox incontri e gite.
Partecipanti: Ginevra, Anna, Lucia, Roberta, Annalisa, Laura, Silvia, Max, Andrea P, Massimo, Andrea, Lele, Erik, Simone, Pier, Enry, Luca, Ongiul, Bonfo, Edoardo, Luca, Mirko, Christian, Enrico, Adriano, Micky, Giò, Mari, Gegio, Ale, Massimo, Marco, Daniele e Patajean……..forse ne ho dimenticato uno?
By Patajean®