- CIMA: MONTE FORCELLINA MT. 3.087
- GRUPPO: Vallaccia Corta – zona Livigno Passo del Foscagno
- CONDIZIONI: Ottimali su tutto il percorso
- DIFFICOLTA’: Nessuna…..che diventa qualcuna nel percorso di cresta e tante nell’eventuale discesa diretta del Canale Nord sotto la cima (48°).
Una volta tanto bisogna partire dai titoli di coda o comunque dal fondo: dalle urla di piacere sibilate durante la discesa dei circa mille metri che separano la cima dal tornante al quale abbiamo lasciato i furgoni; dal godimento tra il mascellare e l’inguinale per una neve che è apparsa bella sin dall’inizio ma che mai pensavamo potesse regalarci una discesa così emozionante e su ogni centimetro del percorso. Un trenta-quaranta centimetri di fresca “00” che, omogenea su tutto il percorso, ci ha fatto andare di qua e di là a nostro sollazzo su tutto il pendio sul versante Nord su cui si svolgono la salita e la discesa!
Giornata dedicata alla materia bianca, con particolare attenzione ad alcuni aspetti didattici che vorremmo poi trasferire, laddove sensato, durante i Corsi; il tutto sotto la supervisione di Adriano Greco, Guida Alpina e gestore del Rifugio Federico in Dosdé, una della Valli più belle della Lombardia, dimenticata troppo spesso dagli uomini e quindi “a torto poco frequentata”, per usare un eufemismo ormai storico.
Ritrovo alle 9.00 al km 20 della strada per il Foscagno, sotto una ventazza fastidiosa già dall’abitacolo, dove trascorriamo ‘un bel pezzo della nostra vita’, vista l’ora di arrivo, anche se oggi gli argomenti non mancano!
Andando verso il Foscagno non si può, nella stagione invernale, non voltarsi a guardare in questo catino bianco simile ad un bidet in ceramica perfettamente bianca e non è da tutti andare a pellare in un bidet.
Partiamo praticamente nella folla, visto che nell’arco di una mezz’oretta i paesi limitrofi si son svuotati di tutto e di tutti: tra quelli che in macchina andavano a Livigno a buttar via carburante per poi riempire di nuovo il serbatoio e quelli che son saliti nella Vallaccia Corta……per me in paese son rimasti solo i nonnetti che han fatto al festa alle nonne!
Salita costante intercalata dai movimenti di Adriano (ndr: a mani nude da inizio a fine gita) per farci vedere vecchie & nuove tecniche di passo, tra gestione del movimento ed economicità dello stesso durante la salita. Il percorso viene tracciato per buona parte dal suo allievo-pupillo Boris Messner (oggi sempre in auge ed in grado di concludere l’ennesima cima senza ossigeno!), che batte in zone totalmente avverse alla massa e che ci porta piano piano sulla cresta che separa la Vallaccia Lunga dalla Val Viola. Dopo gli ultimi giri per migliorare l’infilata di coda, ci portiamo sulla crestina che separa la nostra posizione dalla cima vera e propria. Un minimo di attenzione è dovuta, ma riusciamo tutti a portarci sulla cima direttamente con gli sci, su una traccia quasi perfetta disegnata tra i sali scendi delle dentellature e della schiena finale.
Da qui è come il bambino che vuole uscire dal box, ci riesce e la combina; dopo la stretta di mano ed il piacere della cima violato di nuovo da un vento che torna ad essere fastidioso, la discesa si preannuncia verticale.
Ce n’è per tutti i gusti, sia per quelli che non se la sentono e scelgono il costone laterale sia per quelli che han piacere a mordere con le lamine il pendio veramente ripido sotto la cima. Adriano si impegna a garantire un minimo di sicura-veloce e a farci vedere un suo metodo, ma alla fine fortunatamente quasi tutti si scende agevolmente.
Si tratta di circa cento metri a 50°, prima del pendio aperto, che almeno ci danno ancora una volta un’idea di cosa vuol dire arrivare a curvare, magari un po’ più allenati e non proprio alla prima uscita. Da qui in poi è semplicemente un piacere sciare.
Finiamo in bellezza tra la benzina di Trepalle e la ricerca di un posticino dove scambiare due parole, posto che ritroviamo ormai come d’abitudine a Cepina, al Campeggio del Pier, dove la pizza è solo ‘per pochi che conoscono il Pier’ e dove un’ultima foto immortala il gruppo prima del rientro.
Peccato oggi l’assenza di Inox Meroni, influenzato ed impossibilitato a prender parte alla gita; ci rifaremo la prossima volta. Se sa che non abbiamo usato le corde che ci ha portato alla Contro-Tapparelle nel mezzo della notte…ci fa il mazzo, ma non verrà a saperlo….nemmeno se legge questo racconto!?!? Mentre ottimo l’aver praticamente concluso l’annata con una gita e con una neve che avevamo trovato solo ad inizio stagione.
Non ci si può lamentare, o forse un po’ sì……
Dimenticavo l’esaltante attimo di felicità maschile all’uscita del Campeggio, dove ad attenderci per un saluto c’erano le pulzelle dell’SA1 2015, già iscritte sotto falso nome e che hanno richiesto un’uscita dedicata, che faremo presto e sicuramente.
Scialpinismo VdS
by Patajean