KU’ & TETT, KU’ & TETT…ALL’OBIETTIVO! WEEKEND DOLOMITI 13-14 SET 2014.

  • OBIETTIVO PRINCIPE: Ferrata Brigata Tridentina alla Torre Exner mt. 2.494
  • CIMA DI SABATO:  Cima Pisciadù mt. 2.982;
  • CIME DI DOMENICA: Piz Miara mt. 2.964 e Piz Boé mt. 3.152
  • RIFUGI: Pisciadù, Boé, Capanna Fassa,Kostner, Vallon
  • DATI TECNICI: Km 37 ca, dislivello ca 1.800. Tutto naturalmente in due giorni;
  • DIFFICOLTA’: FBL+, solo un po’ de fa balà l’occh in gir.
  • TEMPI: ci siamo stati dentro come da programma.

Un bel girettino nel Gruppo del Sella……e grazie alla meteo
potremmo dire “Pusé Kù, che Tett!”; è stato sostanzialmente un Giro del
SellaRonda a piedi ed in quota. Una gita predisposta da tempo e in un ambiente
unico con viste eccezionali su alcuni dei principali gruppi dolomitici. Una
leccornia.

Qui il giro si può fare come l’abbiamo fatto noi, ma si può
“fare anche dall’altra parte”, ma qui non è meglio, è uguale. Mattina del
sabato tutto pronto, anche se il ritrovo si manifesta subito complicato per via
di una sveglia che non si sveglia; per poco salta una valvola e crolla tutto il
perno del giochetto, poi Enrico va a cercare il citofono dell’assente e lo
trova! Che Kù bagaj, trovarsi alla mattina proprio wc-no a quello che non si
sveglia: predisposizione, cautela, preveggenza, altro? Altro a forma di
chiappe?

Prendiamo il volo e ci troviamo con gli altri ad Affi per una
colazione inséma; gli ultimi due dovremmo trovarli al Parking della Tridentina
direttamente. Dopo qualche ora di viaggio ed una succulenta prima visione delle
pareti del Sassolungo, arriviamo di fronte al parcheggio della Tridentina, dove
l’immagine delle auto è odiata dai più, dove il termine ‘pieno’ assume la sua
vera connotazione e da dove la fila all’attacco appare già lunga. Appoggiamo le
terga sull’imbrago, ci organizziamo e via verso la Torre Exner, primo obiettivo
del sabato.

La ferrata è una delle più famose delle Dolomiti, ma non è
difficile; andiam via spediti contro le iniziali supposizioni, poi però ci
accodiamo agli altri. Nel frattempo sappiamo che anche Max e Roby sono sotto di
noi, arrivati da poco anche loro sui cavi. Il cielo è verde-rame, ma poi, dopo
una piccola parentesi marrone-marciapiede, assume la coloritura desiderata:
azzurro! Gh’è semm, al fa’ bell e siamo nella parte verticale, usciamo sul
tratto del ponte e le foto vanno a ruba.

 

Sempre bello uscire di qui e a pochi
minuti dal Rifugio Pisciadùrr che ci ospiterà per la nottata.

Non ci corre dietro nessuno se non noi stessi e quindi, dopo aver depositato l’inutile, si
decide che l’opzione della Cima Pisciadù non è poi male, visto che siamo nei
tempi e non abbiamo altro da fare. Saliamo quindi qualunquemente veloci per
goderci la vista ed il freddo, con Boris che finalmente decide di unirsi in un
ultimo sforzo a tutti noi per la foto. Anche Pier, Giuseppe e Federico
arriveranno da lì a qualche minuto, giusto il tempo per la toccata e fuga.

Il tempo si è guastato ed un po’ di pioggia, misto grandine-neve comincia a volare
giù dal cielo, sferzando le facce. Temperatura freddina e quindi rientriamo in
rifugio giusto in tempo per evitare lo scroscio, che sappiam venire per portar
via il brutto! Stavolta non ci fregano.

Tempo per il kazzeggio non c’è, anzi bisogna dire subito cosa
si vuol mangiare e alle 18.30, con la gallina sul trespolo, eccoci a tavola per
una bella cenetta appetitosa: tutto buono, ma uova speck e patate ce l’ho qui
ancora dalla bontà.

 

Cicchetto, caffè, grappino, osti e contro-osti, informazioni,
foto e poi rimbocchiamo le coperte a Coccirillo. Fa freddo in camera e si sente,
quindi siamo costretti a ciulare le coperte ai letti vuoti per creare il giusto
equilibrio del sacello. Tutto tace e si dorme tra sogni russi e russa
accettabili, fino alle 7.00 del giorno dopo, quando usciamo le coperte e ci
confezioniamo per una giornata di cammino. Neanche al lavoro si timbra così in
anticipo, fatto sta che dopo la colazione ed alle 7,52 precise partiamo verso
la Sella del Pisciadù a 2.908 mt che si intravede e che è coperta da un fitto
strato di neve-ghiaccio (da notare che quest’anno la neve è molto presente,
anche in certi posti dove gli anni scorsi non esisteva);

 

 

alcuni cavi permettono di risalire una paretina di ca 20 metri piuttosto ostici in prima mattina e con
il freddo nelle mani; sembra di leggere qualche libro storico, ma certo non ci
permettiamo di esagerare visto il passaggino. Il pulpito deposita direttamente
sul pianoro-lunare. Da qui parte l’embolo e via verso la cima del Piz Miara a
2.964 mt, dove una gigantesca croce è stata posizionata qualche anno fa in
agosto e da dove la vista è semplicemente unica: vediamo guglie impressionanti
e sia il Passo Gardena sia il Passo Sella.

Torniamo sui nostri passi e prendiamo direzione Rifugio Boé e ci arriviamo facendo un sentiero attrezzato
‘mignon’ che attraversa un torrione, creato più per guadagnar tempo che per
altro.

Al Boè non sembra di essere nemmeno a 2.900 mt: sembra di essere per
terra. Da qui parte una rampa di lancio per salire al Piz Boé a 3.152 mt, dove
arriviamo alle 12.00 spaccate come da programma.

C’è il mondo! La funivia del Pordoi gaga-su troppa gente e noi vi siamo annegati dentro. Mangiamo e non
poco: gulasch e kanederli, spachetti, paninazzi, birrozzi e pure un bel
compleanno (Jora!) con torta da degustare. Cielo non perfettamente azzurro, ma
con colori ancora migliori ed effetti surreali. La meteo la danno ancora
migliore del sabato e, dopo il freddo pungente della mattina, i giochi si
stanno facendo positivi per noi! Siamo nel punto più alto e siamo anche al giro
di ‘boa’ della nostra traversata (sotto di noi il Pass Pordoi).

Adesso non ci resta che cominciare a scendere e tornare verso
Colfosco che però è ancora lontanino…….passiamo dal Rifugio Kostner al Vallon,
scendendo per un sentiero tranquillo che come unico neo ha un canalone merdoso
dove il “kagajo” è dato dai sassi e, soprattutto, dal colore……inconfondibile!

Da qui vista sull’ultimo dei Quattro Passi, quello di Campolongo, dove il verde
delle praterie boschive è ancora più vivo.

Alle 14.00 siamo nell’anfiteatro del Vallon e ci offriamo un
caffè meritato e proprio buono!!!

Ci si riposa e poi via nuovamente, per
scendere verso il Rifugio Vallon ed il bosco finale.

Passiamo a dare un’occhiata al Lac de Boé, dove le trote
attendono il cibo sulla battigia, con tovagliolo al collo e posate impugnate e
dove Boris si perde, perché altrimenti non è lui.

Lo ritroviamo ‘quasi subito’ e ci portiamo alle reti, dove
parte un bellissimo sentiero che taglia tutto il bosco senza scendere né al
Passo di Campolongo né a Corvara. Rimanere in quota è quello che ci serve per
riportarci al punto di partenza del sabato. Camminiamo più o meno in piano sino
al Crep de Sela e poi con sforzo finale scendiamo in paese dove ci attende una
fermata del pullman.

 

Il giro finisce in un prato sotto il paese e poi con la
salita nuovamente al Passo Gardena dove ci attendono le auto. Si può risalire
anche a piedi per le cascate, ma ne abbiamo pieni i mmaroni e la divaneria del
pullman è eccezionale. Riusciamo a mandare in tilt la macchinetta dei biglietti
autista compreso, ma poi tutto si ristabilisce (il pullmista, visto l’incasso,
da oggi è in ferie alle Maldive, l’ATM dell’AltaBadia torna in utile con pochi
minuti di lavoro…..gli unici veramente inkazzati sono i tuder e gli altri
stranieri presenti sul mezzo, che hanno dovuto attendere tra salita e discesa e
che, senza il ‘probabilmente’, hanno anche dovuto buttare via i loro vestiti
una volta rientrati in casa, per via del nostro puzzo!).

Ci salutiamo alle 17.20 circa con le facce contente, quello
che ci serve.

Quando siam venuti di sabato si continuava a scherzare sul
fatto che fosse meglio fare il percorso “dall’altra parte”……e per quanto
riguarda la strada asfaltata…..avevamo ragione, infatti adesso la si sta
facendo proprio in quel senso, mannaggia.

Bellissimo weekend in compagnia del Cai di Desio, ma non
solo; un girone completo, che ci ha permesso di visitare cime, colli, sentieri
attrezzati ed il tutto condito da noi stessi che ci siamo anche bellamente
rilassati, il che non guasta, anzi.

Non ci resta che replicare appena possibile.

Partecipanti: Ginevra, Silvia, Angeletta, Roberta, Anna,
Federico (11 anni!), Mago, Lorenzo, Davide, Andrea, Pier ‘Desiano’, Gonza,
Antonio Inox, Max, Ale Nuzzo, Boris, Jora, Giuseppe, Enrico e Patajean.

By Patajean

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