- VETTA: Cima di San Giacomo mt. 3.281….la 14ma delle 13 cime;
- DIFFICOLTA’: MSA con 1.130 mt ca di dislivello positivo;
- TEMPI: kù e tett….kù e tett, semm rivà in su la sciom!
- NEVE: buon innevamento, remollo già verso le 9,30, confettura, quasi con tappo ed etichetta in alcune zone durante la discesa (bella invece nei canali con esposizione a Nord).
Un bel giretto nelle 13 Cime?….si, però facciamo la 14ma
che ci piace di più! Dopo il tempo incerto che ci ha impedito di andare al
Monte Bianco, dopo i trafori bloccati (sempre il Bianco per la frana e poi
anche quello di Lecco per sua sorella), finalmente riusciamo a concepire un
weekend in alta Valtellina, dove gli spazi e la bellezza aiutano a dimenticare
presto le altre scelte. Ormai anche per fare scialpinismo dobbiamo scegliere i
‘buchi giusti’ altrimenti restiamo bloccati e qualcuno ci cita in giudizio in
qualche altro “Foro” competente.
Partiamo dal solito parcheggio di Verano, dove ormai abbiamo
la nausea del posto: sempre lo stesso posto, talmente uguale che quelli del bar
vicino han pensato bene di ‘dare una mano ai muri’ e farli diventare rossi per
cambiare un po’ i connotati dell’ambiente circostante!
In circa tre orette, pausa compresa, riusciamo a scendere
dall’auto con la ‘riga del kulo intatta’ e a metter piede sulla solita palta
del parcheggio dei Forni: che ci sia il sole o la pioggia, è il solito posto
dove ti sporchi a prescindere……..o metti la fanga in auto o porti la polvere
fine grigio-mmerda negli angoli più
reconditi; se non stai attento la trovi nella borsa degli scarponi oppure nel
filtro della lavatrice, ma c’è sempre! Son quindici anni che porto a casa la
sabbia, ormai mia figlia potrebbe fare anche il castello senza andare al mare.
Partiamo e sentiamo che la kaldazza pervade l’ambiente, è una
roba già tremenda all’inizio e poi diventerà peggio: assenza totale di vento e
sole che picchia selvaggio; quasi occorre procedere con l’ossigeno e
scoreggiare è proibito, perché l’assenza di vento ti ucciderebbe una seconda
volta, sul posto. La cima di San Giacomo non ha una quota paragonabile alle
altre, con qualche centinaio di metri più bassa, ma è ugualmente interessante
per tutti i canali che la caratterizzano e per la vista impressionante che
permette: ci vanno quelli che rifanno gli occhiali per vedere se l’oculista ha
fatto un buon lavoro. L’occhio può spaziare dove vuole e va a casa soddisfatto
‘per la classica Sua parte’!
Oggi sono in parecchi sul Tresero, sempre iper-frequentato,
ma qualcuno lo troviamo anche sulla ‘nostra cima’; in particolare troviamo
Briatore-Due, uno di quelli che ne sanno sempre una in più degli altri e la
dicono anche a quelli che non conoscono (dispensatori del sapere assoluto e
mantici-avviluppatori dallo scassamento dei marones anche quando c’è da tener
buono il fiato!), ma soprattutto la GBN, acronimo di Gran Bausciona Nordica,
tutt’altro che ‘verginella’ per restare sintonizzati sulla gentilezza, sapientona
e indisponente all’apparenza: una specie purtroppo non in via di estinzione e
che si presenta con la faccia identica a quella del ‘pallone da box’ delle
giostre. Gli tireresti un cartone a priori, per poi salutarla cortesemente.
“To late”……ancora prima di un “ciao”, non necessariamente
richiesto, ma sicuramente gentile per chi va in montagna! Forse si è
presentata, perché “Tolate” era il suo cognome?, o forse era “Tuleit” che
pronunciato male all’italiana suona come “cesso”…. Fatto sta che noi, modello
Bud Spencer sulle prime tre sberle prese, siamo rimasti zen e abbiamo
proseguito senza batter ciglio, ma una frase in più………..con anche Terence Hill
e sarebbe finita diversamente.
Arriviamo fuori dal canale dell’Isla Persa che boccheggiamo,
ormai mancano ca 350 mt, ma si fa veramente fatica per via della kaldazza.
Arriviamo quasi tutti in vetta e da lì, fotone di gruppo e
giusto un’occhiata sui pendii di discesa, con varie possibilità, con in primis
il Canale delle 100 curve, il Canalone di San Giacomo e la via di salita con
ghiacciaio e Canale dell’Isla Persa.
In giro a 360° c’è di tutto: la Nord del San Matteo che dal
lontano 1996 (bei tempi anche quelli)…….praticamente non c’è più!, oppure la
Nord della Cima Cadini, sempre bella ed esteticamente perfetta, per finire sul
Tresero, tritato dai passaggi; ma c’è spazio anche per la Cima di Pejo e il
Palon de So- Mare (!): oggi tutte queste cime sono state invase dagli skialper.
Ci dividiamo in tre gruppi, uno dei quali andrà ad assaggiare
la neve dei canali a nord, mentre il resto della truppa scende il Canale
dell’Isla Persa per riassettarsi con il Ronz e Giovanni, scesi subito per via
di una caduta di quest’ultimo proprio in prossimità della cima.
Scendere nel canale ha avuto il suo perché, anche se in
alcuni tratti era come sciare nella catena di produzione della marmellata,
qualche minuto prima di finire nel vasetto.
Arriviamo alle auto, ma troviamo due sorprese: Giovanni
cadendo ha riportato qualche escoriazione, mentre il nostro Inox Antonio, evitando una buca, ha inforcato una
maledetta radice-pianta che lo ha fatto cadere con strappo del muscolo del
polpaccio. Decidiamo quindi di scendere, visto che alcuni di noi già dovevano
rientrare, per un check a Sondalo, mentre gli altri rimangono sia per
continuare le manovre come da programma, sia per continuare con il weekend,
visto il pernotto a C’è-Pina.
A Sondalo, nessun problema grave anche se il tutore per la
spalla di Giovanni ed il gesso per il
polpaccio di Antonio, han ‘macchiato’ una bella giornata di scialpinismo;
comunque anche al Pronto Soccorso abbiamo trovato il modo di essere dei
‘pistuls’, visto che Inox e Paolinux appena han visto le bombole dell’ossigeno
nei corridoi in fianco alle barelle, hanno avuto gli occhi lucidi e tipici
degli sherpa himalaiani……poi gli infermieri che, vedendoci consumare i
pavimenti innanz-e-indré, ci han portato nella ‘loro sala della
contemplazione’: praticamente un grande corridoio, con esposti tutti i quadri
della Banca Popolare di Sondrio, con tutte le cime!!! Durante la pausa tra un
intervento e l’altro vengono qui a defatigarsi……per non parlare delle donne
agitate per Inox in sala d’attesa; più perturbate per lui che per i famigliari
ai quali erano al seguito. La Triglia (la trigliona direi!!!) che lo ha
incoraggiato prima di lasciare l’ospedale (purtroppo abbiam perso il labbiale)
e l’infermiera molto carina della farmacia di Tirano per il ritiro delle
medicine, han compensato un momentaccio che lo stesso Inox ha insultato per
tutto il viaggio. Il sottoscritto ha ancora l’abitacolo dell’auto che, a due
giorni dall’episodio, risuona di smadonnate che gironzolano in giro!!!
More to come…….come dicono in Brianza e visto che alcuni noi
sono scesi nuovamente in Brianza. Mentre il resto della truppa vi racconterà la
seconda giornata.
Domani si va coi bambini a fare 700 mt di discesa coi bob dal
rifugio Motta in Valmalenco, libidine!!!
Partecipanti: Dario, Ermanno, Giorgio, Raffaele, Riccardo,
AleN, Simone e Giovanni; per noi: Stefy, Anna, Matteo, Gonza, Inox, Il Barney
(l’uomo dell’Isla Persa, ma si spera anche dell’Isla Bonita…….), Pier, Samuel,
Boris, Ronz, Silvan, Paolinux e Patajean.
Alla prox, saludi!
By Patajean