BEVERIN – LA SCALA …….NELLO SCIALPINISMO

Dopo la giornata di manovre del sabato al canale dei camosci ci attende la prima uscita in ambiente del novello sa2.
Complice il cambio dell’ora ci ritroviamo alle cinque, anzi le sei ma sono le cinque..in qualunque modo si giri una levataccia, presso il Mac Donald di Varedo.
Attesi i soliti ritardatari ci lanciamo verso la swizzera non senza una sosta tecnica per testare le lussuose toilette autostradali.
Passando il San Bernardino ammiriamo l‘abbondanza di neve che la stagione ci stà regalando,
ma scendendo verso la nostra destinazione compaiono i bei verdi prati montani.. -sarà impazzito il Gonza – con tutta la neve che c’è ci porta sui prati ? – serpeggia tra i presenti la domanda – Saliamo al paesino di Mathon e anche li neve zero –
Un po’ preoccupato il gruppo esegue le manovre di rito e via su per il pendio tra crochi crukki e letame… cominciamo o concimiamo bene….
Trenta metri di dislivello e siamo finalmente sulla neve: il rado bosco ci accoglie con le sue luci e ombre con una neve bella portante. Salendo il manto nevoso si fa via via più abbondante e alle prime baite si comincia a intravedere la cima e tutto il percorso di salita, compreso il ripido canale che faremo in discesa… al ritmico alternarsi degli sci ci avviciniamo al primo vero ostacolo del tracciato, il Beverin Ping da affrontare sul ripido prima e con gli sci nello zaino dopo.-Via su tra ampi panoramiche che si aprono, arriviamo alla fatidica scaletta: mentre il gruppo uno si prepara all’attacco alla vetta anche il gruppo due inizia la discesa del salto..
Chi si avvicina alla scala con nonchalance, chi con reverente timore e chi in ginocchio forse per rispetto al Piz Beverin.
Per i più stanchi la cima è questa, ormai alle spalle 1300 mt abbondanti di dislivello e nelle gambe ancora la fatica di ieri, per i più in forma invece la vetta è li a portata di mano……..
Sostiamo in ammirazione del panorama di cime a perdita d’occhio e attendiamo l’arrivo del gruppo di vetta, sognando una bella fontana e lanciando brevi sguardi al canale che ci attende… OS dice la relazione—
Spuntano in discesa i baffi del Pier e a ruota il gruppo al completo…. su dai giù… qualche bella curva sul ripido e ci buttiamo a destra alla ricerca del pendio farinoso che il Pier e il Gonza hanno individuato durante la salita… in un tripudio di serpentine anche i più timidi sparano giù delle belle esse pennellate sul pendio….il Pier è a mille, inanella scodinzoli su questa bella neve remollata dal sole – ci aspetta e riparte – euforici ci lanciamo sulle sue tracce..
In un susseguirsi di balze divertenti ritorniamo alle baite dove ci tocca la prova dell’Artva… ma con bar di acqua fresca e volendo la doccia 😉 – ottima scelta ancora dell’inossidabile Pier..
Campo ARTVA pronto in men che non si dica e via con greche e e microgreche… ho capì un cassis ma non importa, si rifarà …. finale a sorpresa con caccia all’arva fantasma o fantasmatico e Anna con il proverbiale intuito femminile da un colpo di pala …. e oplà trovato ! Nel frattempo il gruppone ha arato lo spiazzo che ora è pronto per la semina…
Mai domo il Pier riprende la discesa a palla, la neve regge e anche le nostre gambe: con una spettacolare gimcana nel bosco ci conduce con un breve togli e metti alla scaletta di pietra che porta sulla strada, due passi e siamo alle macchine.
Chi si cambia, chi fa il bucato, chi stende, chi sbatte i tappeti… gli abitanti del paesino non hanno mai visto una cosa del genere… son tutti matti questi italiani !
Perbacco il Pier è già pronto, lavato e pettinato e pronto a dirigere le manovre di carico del Gonzafurgone… su dai giù questi zaini ! Si torna a casa lungo l’autostrada non senza un lungo sguardo dai finestrini alla cima appena lasciata .. che discesa e che neve e che sole… siamo tutti belli bruciacchiati, esausti ma con il sorriso stampato in faccia dopo un bel week end di fatica…..

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