· ZONA: Val Febbraro (Mesolcina-Val Chiavenna); da Isola a ca 1.200 mt;
. CIMA: Pian dei Cavalli sino a quota 2.160 mt. ca;
· DIFFICOLTA’: MS con dislivello di ca 950 mt.
· NEVE: tanta! Forse troppa, appagante per la macchina per fare le facce.
· Considerazioni: gita ‘ottimale’ con condizioni di forte pericolo; assenza di placche a vento (almeno per la parte tracciata), valutazione positiva del manto, nonostante l’ultimo strato di oltre 50 cm caduto di recente.
Possono esserci dei Giamaicani nella VdS? Fino a ieri il ricordo è legato alle Olimpiadi, ma adesso o siamo pronti anche noi e possiamo accedere a Sochi 2014, oppure ci sono un po’ di atleti rubati allo sport, che avrebbero potuto dire la loro e invece sono stati destinati inesorabilmente a far solo fatica (inutile!).
Ah, dimenticavo: per restare in tema di Sochi, per le Olimpiadi siamo quasi abili (vedere foto qui sotto); magari siamo pronti solo per il ‘Curling’, ma attenzione a non sottovalutarci, potremmo stupire anche i più scettici. E non fate caso ai colori di Samu, lui è il porta-bandiera di un paese che non ricordo bene, ma alla prima occasione potete chiederlo direttamente a lui.
Ieri destinazione “Pian dei Cavalli”, meta che non tradisce; anzi, meta che stupisce sempre per qualche effetto speciale. Metrate di neve in senso letterale: una quantità che non si vedeva da tempo e che ci ha permesso di sentire il godimento inguinale, il relax del silenzio e la gioia di poter leggere e scrivere le nozioni base dello ski-alp! Tutto servito ‘a gratis’, che spettacolino.
Partiti da Varedo siamo in poco tempo al Moreschi dove facciamo tappa, poi via verso i metri di neve che mano a mano che saliamo si fanno evidenti; il cielo fa schifo ed è completamente grigio; quando vediamo sopra i noi un puntino azzurro, ci accorgiamo, tra l’incredulo e lo stupore assoluto, trattarsi del furgone di Silvano………ma per qualche ragione recondita riusciamo a non metter le catene e solo perché siamo “Giamaicani”: c’è ghiaccio, i ‘bob’ non vanno e dobbiamo scendere per spingere.
E’ questione di attimi e di pochi metri! Quadricipiti e bicipiti vanno in spinta ed aiutano ad uscire dall’impasse……ma incasinano anche i furgoni in arrivo dietro: abbiamo praticamente impedito ad uno di essi di superarci e mentre il nostro riprendeva definitivamente il cammino, con noi in salita “al volo”, quello dietro fermandosi ha detto ‘addio’ all’ipotesi di giungere senza intoppo a destinazione………….forse ha dovuto metter le catene, non si sa, ma quello che è sicuro è che ha buttato giù tutte le statuine del presepe! E naturalmente non era uno dei nostri.
Arriviamo a Isola, che sembra di essere in Norvegia (è un anticipo?!) e la neve è esagerata; non si vedeva una cosa simile da un bel po’ e non esiste neanche parcheggio. Tiriamo fuori le wanghe, spaliamo il parcheggio, creiamo spazio ed è tripudio sugli spalti: dai balconi escono 80.000 spettatori ed è ola a non finire; le stesse scene si sono registrate solo alla fine della seconda guerra mondiale, dopo lo sbarco in Normandia o quando la gente scendeva in piazza per ringraziare chi li aveva liberati. Di minor portata, ma di sicuro impatto mediatico anche l’ultimo Triplete di Mourinho, con festeggiamenti in ogni dove! Tornata la calma, ci ricomponiamo e riusciamo finalmente a parcheggiare i mezzi (oggi c’era addirittura un quinto pullmino!!!) e a formare i Gruppi. Da notare che Isola ha 7 abitanti quando è calma, 80.000 come detto quando è entusiasta, 100.000 quando c’è in giro la Valle del Seveso. Iniziamo la gita tra azimut, schizzi di rotta e paura che dai tetti possa cadere la neve, causando tragedie ancor prima di cominciare. E dire che la scelta della gita, del tutto lontana dalla semplicità, ci ha portato qui dove la differenza tra rischio e pericolo può essere vista e considerata come una ‘convergenza parallela’.
Oggi è una Grande Giornata: abbiamo il nostro Ronz che estrae dal cilindro i nuovi Response, gli sci del futuro, quelli che ti fanno fare 900 metri d’un fiato; quelli che quando li hai ai piedi, pensi di essere l’amante di Pamela Anderson nel telefilm Bay-Botch, con te che sfrecci lungo la costa attaccato al suo motoscafo (preso a noleggio al costo di due reni!), con costumino leopardato.
Mettiamo subito sotto tutti gli allievi con manovre, pertiche, ect….”perché voi siete il futuro di domani!”, come disse il Sassuologo Boris.
Saliamo tra i boschi con scariche che giungono dai pini sovrastanti, con inevitabili lavate e risate; intravediamo qualche sprazzo di sole e, per finire, sputiamo sangue per lo zoccolo che si forma sotto le pelli, che impedisce a molti di proseguire con il più famoso trick-&-track.
Usciamo a circa 2.150 mt sui pendii ‘sommitali’ e ci teniamo alla larga dalla parte alta, troppo carica di neve. Estraiamo bandiera e pelli e poi giù, per tecnica di discesa, manovra di autosoccorso da valanga e ricerca del sepolto.
Con noi anche Serpico, che in discesa aveva la stessa decisione apprezzata durante il suo più famoso film!
Dietro di lui il mitiko Pier, mai domo e sempre pronto per discese inebrianti.
Finiamo giusto in tempo per evitare di pagare gli straordinari: alle 17.00 siamo nuovamente ai furgoni e riprendiamo la strada di casa, non prima di esserci nuovamente rifocillati al Moreschi, dove riusciamo per la prima volta durante la giornata a farci fare una foto tutti in compagnia (in realtà mancano 9 persone all’appello, causa ritorno velocizzato) e dove la gente comincia a chiedersi se le foto sono il preludio ad una nuova serie di telefilm da parte proprio del nostro Serpiko.
Ormai il pullmino è diventato come un secondo appartamento e quindi si comincia a parlare come se vivessimo veramente nello stesso posto: c’è chi si occupa delle pulizia del ‘corsello box’, chi lascia l’obolo per le pulizie, chi s’incarica di spegnere le luci e chi predispone le date della prossima assemblea!!!
Adesso speriamo che il tempo la smetta, perché ormai sembra di avere la sindrome di Obelix: guardar fuori di giorno, spesso nel weekend, è come pensare che ogni giorno Obelix parcheggi il suo sasso sui nostri mmaroni! Non se ne può più.
Partecipanti (39):
Allievi: Laura, Marta, Roberta, Gabriele, Damiano, Stefano, Andrea1, Andrea2, Max1, Max2, Giovanni, Matteo, Davide (il Ranger), Serpico (Al Pacino), Riccardo, Giamba, ed infine Tommaso & Giulio, i Tavolari;
Istruttori: Mirko (che ne fa sempre una ‘pelle’), Giuseppe, Antonio Inox, Stefy, Anna, Silvan, Gonza (lui di Carl-ing se ne intende!), il Sassuologo Boris, Pier (se lo vedono alla Sea lo assumono per il trasporto bagagli), Barney, Diego, Samuel, Renzo, Gigi, Ronz (il Merluzzo Norvegese) e Patajean;
‘Clandestini’: Paolinux, Enrico e Guido per l’Italia e due ‘stranieri’ per la Germania.
Per le prossime siamo sui due giorni e speriamo in un po’ di sole: ci vuole e forse ce lo meritiamo. E’ ormai tempo di tric-&-trac sul serio.
Patajean