Cima: Punta di Larescia mt. 2.195
Zona: Olivone nei pressi del Passo del Lucomagno; Swizzera o Italia?
Dislivello: ca 1.075 metri con difficoltà MS ed anche con qualche fatica;
Esposizione: N/E
Caratteristiche: gita abbastanza ideale con pericolo valanghe alto! Neve fresca ed in parte ventata, con gonfie in alcuni tratti.
Domenica 26 gennaio 2014: prima gita con le pelli del Corso Base dopo l’uscita “in pista” di sabato scorso e grande patema iniziale dovuto ad una meteo da “effetto e sindrome Bobbio”. L’ecografia nivo-meteo lasciava intravedere una rottura del cielo con interferenza soliva dalle 10.00 alle ore 16.00: referto medico quasi perfetto.
Ormai le prognosi e diagnosi sembrano essere quasi perfette anche in montagna e grazie al Grande Spirito siamo stati (meno male!) premiati pur avendo scelto una zona abbastanza limitrofa rispetto al caos. Un po’ come essere un forunkolo sulle chiappe e godere, a dispetto del “cratere” sempre pronto ad esplodere, delle bellezze collinari!
Dopo aver perlustrato la galassia e tutte le terre emerse (escludendo Pian dei Cawalli ed il Cimone di Barni), riusciamo finalmente a decidere per la Swizzera, dove la neve sempre presente e le bellezze naturali aiutano a contemplare e gustare meglio il piatto preparato. Sono le 6.00 quando già rischiamo di non trovarci a causa di una parete che separa l’ormai nuovo ritrovo rispetto al vecchio; poiché mancano molte persone sorge il dubbio e viene presto sfatato; stanno a 90° da noi nell’arco di cento metri.
Partiamo furgonati come ormai vuole il nuovo capitolato e ci diamo appuntamento a Pianezza, appena sopra ad Olivone, dove il cielo è coperto e dove i fiocchi sembrano essere il peggiore dei preamboli. Parcheggiamo sui tetti delle poche case circostanti e appesi al guard-rail prepariamo la prova-Artva.
Il fatto che siamo in Svizzera è sottolineato dal fatto che incontriamo due vecchiette arzille che si sono sparate un bel po’ di metri con le ciaspole, ma con l’Artva ben in groppa. Tutto come da copione e magari da copiare, visto quanto accade a pochi km di distanza dove le persone non hanno nulla di diverso, neanche a livello di intelligenza.
Poi ci dividiamo in gruppi e cominciamo la nostra gita, che si sviluppa dapprima in prati e poi in boschi, dove in estate le caprette ti fanno ciao, mentre in inverno i pendii lontani fanno “wwummh”…… e sporcano il retro-mutanda.
By-passiamo queste piccole titubanze e cominciamo con le spieghe canoniche portandoci sempre più in alto; anche la neve sembra migliorare ed in alcuni punti lascia intravedere una discesa che non mancherà di essere caruccia!
Qualche foto, un paio di reni sputati dalla fatica, un po’ di vaffa che non si sentono, ma sono nell’aria ed alla fine per ridenti colline bianche arriviamo, ciascuno con il suo gruppo, presso la cima soleggiata della Punta di Larescia, dove oltre alla croce esiste un bivacco che di svizzero ha …….l’involucro.
L’orizzonte è sufficientemente bello per le nostre foto, la croce è girata giusta ma la stanchezza la fa fotografare al contrario, mentre le cime wc-ine sono sempre affascinanti, specie il Molare e l’Adula che svettano a distanza ed ognuna di fronte all’altra.
Cambiamo gli indumenti, diamo un’occhiata nella valle sottostante se l’arbitro sta svolgendo il suo dovere nel palazzetto del ghiaccio dove molti puntini lasciano pensare ad una partita o semplicemente al divertimento nudo e puro, beviamo un goccio di thé e poi meniamo le tolle verso il basso, visto che manca ancora la prova Artva. Belle curve e bei movimenti: i più si dimostrano intraprendenti e ben predisposti anche al fuori pista, poi il ricordo dei tronchi che non sono paletti, induce alla prudenza nel bosco fitto.
Dopo la prova Artva e dopo aver schivato le motoslitte (quante cose ci sarebbero da dire qui!), entriamo nella parte “complicata” della gita e dobbiamo sudare un paio di pile per uscirne; il sentierino utilizzato per la salita ed il bosco fitto impediscono la discesa perfetta. Ma il bosco premia anche chi ne ha bisogno e Anna lo insegna: ecco il nuovo modello dei bastoncini Leki:…….
All’arrivo vediamo solo spumante e panettoni; in realtà è un momento che riteniamo opportuno utilizzare per un ricordo particolare del ns caro Lotar, scomparso ormai da quasi cinque anni. Un momento carino che ci sembrava d’obbligo creare.
Torniamo in Italia facendo anche qui un po’ di coda inutile di fronte ai finanzieri che guardano col tic della testa e ci fermiamo al bar della Dogana, dove la birra è finita ed è iniziata la schiuma, dove ci sono auto da un milione di euro e dove la stanchezza comincia ad uscire.
Insisteremo già domenica prossima, magari con un’uscita in Tangenziale o in Milano-Merda….visto che ‘la neve che vien giù’ dovrebbe già arrivare tra domani e dopo.
Un bel complimento agli allievi 2014, che han tenuto duro e sono riusciti in molti casi a raggiungere anche la cima, che conta poco in questo caso, ma rappresenta pur sempre un obiettivo, inaspettato per alcuni e quindi ancor più bello. I 1.100 metri di dislivello non erano obbligatori e ci saranno altre occasioni per rifarsi, sempre che ci si debba rifare. Forse sono stati un po’ troppi come prima gita o forse sono anche serviti per capire un po’ di più cosa vuol dire menar le pelli in giro e/o che si può fare quello che non sempre s’immagina.
Poco prima di arrivare in cima incontriamo due persone, le uniche in tutta la giornata insieme ad altri tre poco dopo la partenza: erano uno di Desio e l’altro di Seregno, oltretutto conosciuti. Il mondo è piccolino.
Partecipanti (32): Marta, Roberta, Laura, Gabriele, Damiano, Giamba, Stefano, Davide, Andrea, Andrea S, Matteo, Max A, Max T, Ernesto, Alessandro, Giulio, Giovanni, Riccardo contro il Resto del Mondo: Stefy, Anna, Inox, Pier, Renzo, Gonzales, Boris (se passa l’esame che ha in corso diventa Sassuologo, quindi incrociamo le dita), GigiEmme, Barney, Samuel, Mirko, Silvan, Paolinux e Patajean.
p.s. Credo che per tutti i mezzi sia stato uguale……..comunque Renzo ringrazia per aver volato con la “Manzini Airlines” e senza un vice-comandante di bordo! Credo che ben presto vedremo anche qualche hostess passare nei corridoi per la distribuzione di snack(s)!!! Per il momento lo zucchero non manca, soprattutto al sottoscritto.
Un salutone appassionato!…..e ricordiamoci che “il Cai è come il Circo: più gente entra e più animali si vedono” (Inox 2014,4).
Patajean