LA KANALA, KARONTE E LA GONDOLETA!

  • Salita & discesa (con gli sci): Canalone dei Camosci allo Zuccone Campelli mt. 2.159;
  • Dislivello: solo il canale ca 200 mt., con la grondaja qualche metro in più;
  • Neve: leggermente pesante, ma proprio per trovare un difetto!!! Non si può pensare che appena caduta sia già brutta, c’è un tempo minimo in cui rimane bella ugualmente per definizione e comunque ben sciabile fuori e dentro la kanala; ….in-sci à Wengen….de néff à cà la Manera chì!!!
  • Tempo: ….del Léla!!! Da dimenticare, ma talmente bello ugualmente che vale la pena non dimentiCarlo;

Giornatone da lupi: preannunciato, spetasciato su tutti i bollettini, ma ormai la data era fissata e quindi non potevamo rinviare, con rischi legati alle disponibilità ed ai prossimi weekend: un po’ come il matrimonio, lo fissi e poi costi quel che costi ci sei dentro. E’ vero che adesso nevicherà ancora per un mese, però…..era giusto andarci.

Prima di entrare nel wiwo però, è necessario prendere un paio di minuti di raccoglimento per inchinarsi alla Storia, della Valle del Seveso in questo caso, poiché in questi giorni si sta consumando un avvenimento di spessore cultural-etimologico; il suo manifestarsi è un po’ come l’eclissi totale o come il Triplete.

Nella Scuola sono comparsi come d’incanto quattro soggetti, accomunati da un bordello grammatical-intestinale  secondo solo al Sudoku: Alessandro Nuzzo ha preceduto Alessandro Uzzo, mentre Alessandro Barni ha anticipato Alessandro Barin……ora, che il caso sia fortuito, non c’è dubbio, che la grammatica tutto d’un botto venga a trovarci ci sta, ma uno scherzo del genere non si vedeva da mo’……

Forse il cognome fa Alessandro e loro neanche sospettano di essere fratelli, forse è uno solo con quattro facce diverse, che ci sta prendendo per il kulo! Fatto sta che in questo periodo, quando chiami: “Ale”…..praticamente si gira lo Stadio di S.Siro e tu rimani ingessato perché non te lo aspetti e non sai che pesci pigliare e a chi rispondere per primo. Che kasott.

Se lo sa la Gelmini finisce per indire un referendum abrogativo del nome, come elemento di disturbo della psiche adolescenziale

Tornando in carreggiata e sottolineando che il motto, non a caso, oggi era: “l’è mej fa un casu al sù che laurààà à l’umbria”, non possiamo certo dire che potevamo farlo nostro. Oggi non si vedeva né la rava né la fava!!!!

L’unica cosa che abbiamo visto bene all’andata (ma non più al ritorno!) sono stati i sette camosci che pascolavano nel prato a livello-strada nei pressi di Colle Balisio; guardando bene abbiamo anche notato un leggero movimento del terreno, direzione Alva e …..abbiamo capito: direttamente dall’allevatore al consumatore, il prato è un tapie-roulant che trasporta i malcapitati inconsapevolmente verso la tavola apparecchiata dell’Alva. Ignari del loro destino e delle patatine a fianco delle quali finiranno, continuano a brucare l’erba sino in fondo.

Comunque, a Barzio pioveva dalle nubi compatte, in cima all’impianto nevicava ben bene, sempre dalle nubi compatte. Alcuni sciatori, mai domi, hanno continuato a sciare anche se le condizioni proibitive lo sconsigliavano e noi, guidati dal Conte Bob, ci siamo indirizzati intirizziti verso la Walle dei Kamosci, destinazione il Kanale che vogliamo salire e scendere con i legni ai piedi.

Si continua a vedere solo la cippa, mentre davanti a noi compaiono due soggetti intenti a salire il cono che precede l’entrata del canale stesso.

Ad un tratto: sole pieno per cinque minuti….poi torna il brutto!

 

 

La fatica di mantenere la pertichetta si fa sentire e quindi mettiamo i ramponi e carichiamo gli sci sulla schiena; la direzione del canale è più o meno sud-est……ma forse molto più “Sud-e-Doss”: i 200 metri all’interno dell’imbuto li viviamo tranquillamente ed al riparo sia della neve che del vento, che troveremo invece una volta in cresta. Impossibile scorgere qualcosa, anche se per un momento la croce di vetta fa la sua comparsa davanti a noi.

Ad un tratto: sole pieno per cinque minuti….poi torna il brutto!

Poi ancora brutto pesto e visibilità pari a quella di Mister Magù…..

A questo punto calziamo gli sci e ci vomitiamo giù per il nostro obiettivo finale: la neve, tanta, ci fa porre attenzione ad ogni cosa, ma il manto tiene e le curve, seppur in spazi piuttosto stretti, vanno via che l’è un piesé. Occorre saltare un po’, ma ce la si fa sin troppo bene, l’unico neo sono le peste dei piedi che intralciano, ma la neve ha una consistenza tale da permettere più o meno tutto.

Godimento inguinale sino al tratto che prevede una manovra di discesa con la corda: l’occasione di calarsi su un tratto coperto da corda non è poi male, visto che troviamo ancoraggi appositamente per noi e visto che esiste ancora una porzione che poi andremo a discendere sempre con gli sci. Nel frattempo Barney un po’ infreddolito ed il sottoscritto scendono un po’ prima per andare al Rif Lecco a prendere un po’ di caldo.

All’interno del rifugio c’è una bolgia inimmaginabile…..un inferno!!! Gente a destra e a manca, bambini che urlano e rifugisti sull’orlo di una crisi, che cercano un macete per farla finita. Ognuno cerca la sua Waca, urlando a squarcia-gola a più non posso: chi vuole, chi pretende, chi paga….un bordellone al cubo.

Usciamo!!!, meglio bagnarsi e stare all’aria pura. Ben presto arrivano anche gli altri e quindi è tempo di manovre; la ricerca multipla si dispone fra gli allievi come out-out indispensabile e non rimandabile.

Finiamo verso le ore che non ricordo e meniamo le tolle verso il basso; siamo zuppi e per ritemprarci decidiamo di fermarci al bar delle “gnocche” a Ballabio, dove fa pure freddo e i 15 pulcini bagnati non hanno modo di scaldarsi a dovere. Al di là che il panino n°3 non può essere contemporaneamente anche il n° 4 e se non lo sa chi li prepara….è dura, siamo riusciti a rifocillarci prima del rientro, molto rapido.

W i Brutti Glutei!!!

Partecipanti: Anna, Silvan, Antonio Inox, Giuseppe, Barney, Pier, Ronz, Samuel, Diego, AleNuzzo, Fabrizio, Alessandro, Daniele, il Conte Bob e Patajean.

Alla prox,

PJ

 

 

 

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