UNA CARETA DE RUE! Sabato 24 Novembre 2012.

Stavolta il titolo me lo hanno suggerito durante la manifestazione e quindi lo prendo di buon grado, anche perché ho poco tempo ed è meglio utilizzarlo per le cose importanti; per il secondo anno consecutivo, in occasione di questo fondamentale incontro al Rifugio Ghislandi, il pattume gioca un ruolo fondamentale e quando si passa dal Fo, è difficile non presentare, dopo il conto, una bella carriola di rifiuti…..almeno per noi, rifiuti medesimi.

Protagonista suo malgrado è il nostro Ongiul che resta sempre coinvolto in qualche strano scherzo giocato dai suoi amici….(amici???!).

Novembre è un mese “lecchese” per definizione e lì ci piace giocare! Già settimana scorsa siamo stati da queste parti (con Stefania, Silvano e Mirko….ma senza sci!), con una giornatina niente male nonostante la meteo annunciata melmosa; solo che il Passo del Fo ed il Buco della Carlotta sono stati presi da Erna……che prima o poi, per i mmaroni che andremo a perdere a furia di pestare metri di dislivello, diventerà Ern(i)a!

Stavolta partiamo, ma non è una novità, da Erve (qui se i nomi non son corti non piacciono) e come al solito l’appuntamento non è di quelli che ti permettono di dormire come un ghiro. Tra l’altro fino a Lecco non trovi nessuno ed il volante lo sa, poi da Calolziocorte è il disastro….qui quando vanno a letto, oltre al mattone rosso da mettere sotto le lenzuola per cacciare caldo, gli abitanti di questi luoghi natii si ficcano il peperoncino e la sveglia tra i glutei!

Tra i nonni che fanno free-climbing ai giardini pubblici assicurati dai nipoti e le nonne che impennano in salita con la mountain bike, c’è il gusto della scelta.

Ormai gli abitanti dell’ultima parte di Erve ci conoscono a mena-dito e quando, a fine novembre, ci sentono, fanno finta di nulla, ma secondo me stanno studiando qualcosa….per esempio, quel cane marrone (un marrone un po’ troppo simile alla cacca, però!) non è lì per caso secondo me.

Manco fossimo alla Monza-Resegone, devo dire che quest’anno siamo arrivati alla fine del Prà di Rat in un botto! Altro che allenarsi….qui son tutti avanti oppure senza allenamento spaccano le terga ai passeri ugualmente; personalmente ho sputato l’anima, con i Brutti Kuli che anziché incitare, sfottevano!!!!!!

Al Fo c’è tempo da buttare ai pesci e quindi, sempre sulle orme di settimana scorsa, decidiamo di andare a “visitare il solito Buco”, quello della Carlotta…..a lei piace.

Usciamo veloci sulla sommità che appartiene a Pian Serada e non ce la facciamo a non dedicare quei soliti quindici minuti al nulla….tutti insieme appollaiati in questo angolo; poco dopo verrà sottolineata la bellezza della natura e la gratuità dell’esservi inseriti……qui per noi funziona in maniera automatica e singolare: ci siamo dentro intrinsecamente.

Prendiamo a scendere non prima di dissetarci alla piccola fonte esistente sul sentiero principale, che…..qualche volta può portare le menti malsane e maligne a pensare male, essendo la stessa sotto la perfetta perpendicolare del Rif Azzoni, e quindi a giudicarla più come uno scarico (del rifugio) che non una fonte…….

Quel fiato d’acqua tuttavia ci serve per rientrare, anche se, una volta giunti al bivio della Staffa, rischiamo di avere la giornata rovinata. Uno dei camosci che viaggiano “senza le patatine intorno” decide di giocarci un brutto cinque minuti: con le sue sgroppate sui canali ghiajosi ed insidiosi, decide di scaricare una sassata contro il nostro gruppo e ne fa le spese la (povera) spalla del Gegio che viene colpita in pieno; il sasso non era piccolo e nemmeno il dolore che ne scaturisce!

Torniamo al rifugio e dedichiamo l’attimo fuggente alle cure del Gegio ed alla S. Messa celebrata come d’abitudine; poi buttiamo il gettone nella fessura, inseriamo le gambe sòta al taull e via.

Il fine pasto è un mix micidiale fatto di torta alle noci, grappino, vino, caffè e ammazza-caffè.

La bellezza della natura autunnale, fatta di colori sgargianti e sintetizzata nella clorofilla degli occhi, improvvisamente lascia il posto alla nebbia mentale delle teste stanche di chi troppo a lungo tiene le labbra appoggiate ai posti sbagliati.

Le minkiate di Mario (e non solo) prendono il sopravvento, mentre i canti echeggiano nel vallone della Capanna Alpinisti Monzesi, prossima tappa a cerchio del nostro giro.

Dopo un tour in carriola e la foto di rito, buttiamo tutto nello zaino e scendiamo verso la nostra meta.

Una tradizione ormai consueta e lunga negli anni, ma sicuramente un momento ideale per noi e per godere dei posti wcini.

Partecipanti: Angelo, Gegio, Alessandro, Angeletta, Adele, Beppe, Mario, Massimo, Andrea, Lele Magni, Lele Consonni, Mago, Gianmario, Kissme, Fausto, Fabiana, Zoe e Gioele, Carluccio, Massimo, Luciano, Leo, Edo, Giampo….gli altri non li conosco di nome…..ma solo di fatto.

 PJ

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