Partenza per il C1, giornata ormai come sempre bella e freddina, solita menata di avvicinamento sul ghiacciaio ricoperto di detriti che porta alla “killer slope”.
Una volta risalito tutto il lungo ghiacciaio ci aspetta la maledetta risalita della “killer slope”, per me è la terza volta.
Questo maledetto pendio a 40/45 gradi di sabbia e sassi ci porta al C1, un posto veramente brutto e sporco, brutto perchè è in una posizione abbastanza scomoda e inospitale, sporco perchè l’ignoranza di tutti, alpinisti e sherpa l’hanno trasformato in una discarica a cielo aperto.
Una volta arrivati ci sistemiamo nelle nostre solite tende, questa volta Cesare dormirà con Annarosa, per cui saremo, io e Marco, Cesare ed Annarosa, Guido e Silvano.
Solita cena abbastanzaa frugale, riso in brodo e grana, solita trafila dello scioglimento della neve.
Prima di entrare però Tshiring e Pasang vogliono sistemare il piano della tenda che nel corso dei giorni si è modificato rendendolo alquanto sconnesso, il risultato devo dire a posteriori non è che sia stato dei migliori, il ghiaccio e la neve sotto il piano della tenda si trasforma continuamente, cosi che al mattino non si può mai dire di aver trascorsouna notte riposante.
Infatti la notte trascorre come al solito tra dormiveglia vari e rigiri per trovare una posizione comoda, impresa impossibile!
22 Settembre
Sveglia con il solito bel tempo, il C1 sempre più affollato. Siamo tutti pronti per salire al C2. Gia di buon ora la processione sfila lungo i pendii che portano al C2.
Anche noi ci uniamo a questa file, solo Annarosa dopo un breve tratto fatto con noi tornerà al C1 e poi al CB, dove, povera, ci attendera da sola con Santa e Norpu.
La fatica e la quota per me cominciano a farsi sentire. Muovere un passo è veramente pesante, non riesco proprio ad aumentare l’andatura, sono quello che chiude la nostra fila, in testa gli sherpa letteralmente volano verso il C2 per montare le tende che serviranno per la notte, Silvano, Marco e Guido seguono a breve distanza, Cesare, con me, mi sostiene moralmente.
Dopo non so quante ore (6/7 forse) finalmente siamo al C2. E’ stata solo fatica massacrante, mi sono solo divertito per un breve tratto sul seracco dove bisognava usare un pò più di tecnica per cui il cervello era concentrato sul passaggio e non doveva pensare ad avanzare un piede dopo l’altro.
Il campo 2 è posto in un largo pianoro a 1000 m dalla vetta. Le nostre tende per fortuna sono le prime che si incontrano salendo. Sono 2 da 3 e una da 2 posti. Nella prima saremo io, Cesare e Marco, nella seconda Silvano e Guido e nella terza Tshiring, Pasang ed un altro sherpa (spesso gli sherpa condividono le loro tende).
solita trafila per sciogliere la neve, pasto molto povero; brodo, grana, lo stomaco comincia a rifiutare il cibo, dovremmo bere ma anche questo costa fatica ed ormai tutti i sapori sembrano gli stessi. Notte agitata perchè io in mezzo a Cesare e a Marco inevitabilmente rotolo verso Cesare a causa del solito piano che pende sempre dalla parte sbagliate della tenda. Le tende sulla neve sono un vero inferno.
23 Settembre
Il sole sorge presto ed illumina la tenda, ma bisona aspettare sino a quasi le 10 perchè cominci a scaldarla e di conseguenza anche chi vi è dentro, la notte è lunghissima, verso le 17:30 comincia a far buio e bisogna tirare le 10. Solito rito dello scioglimento della neve x la colazione, più di un’ora per preparare una tazza di the a testa.
Finalmente si parte per il C3. Ormai siamo tutti bardati per l’alta quota a mo di omini michelin.
Già dopo i primi passi sotto un sole cocente sento che sto per toccare il mio limite. Salgo a fatica i primi 100 metri dopo il C3 e mentre vedo gli sherpa, Silvamo, Guido e Marco allontanarsi sempre più, avviso Cesare della mia intenzione di tornare giù. Anche i pochi metri che ho fatto in salita fati al contrario sono un supplizzio. Siccome il tempo qui trascorre lentamente ma inesorabile e da quando sono partito dal C2 mi sembra ne sia trascorso troppo decido di passare un’altra notte da solo al C2 per poi scendere al CB l’indomani.
Una volta sistematomi in tenda comincio i preparativi per il pranzo/cena. Non ne ho molta voglia ma mi sforzo di mangiare e bere qualche cosa. Verso le 16 comincio i preparativi per la notte, che sarà una delle più lunghe e fredde.
Per tutta la notte mi rigiro nel sacco a pelo, ho freddo ai piedi, cerco di scaldarli con degli scaldini chimici, ma ovviamente quando ti servono non funzionano, cosi mi tengo i piedi freddi e continuo a massaggiarli. La condensa ghiaccia sul sacco a pelo, cerco di respirare col naso ma mi manca il respiro cosi devo usare la bocca che è sempre più secca.
Durante la lunga notte penso a questa mia decisione e mi convinco sempre più che devo accettare i miei limiti come ho sempre cercato di trasmettere agli altri semza farne grossi problemi e mi convinco che la mia decisione di tornare è stata quella giusta, già arrivare sino al C2 è stata solo sofferenza proseguire vorrebbe dire aggiungerne altra.
24 Settembre
Il sole illumina la tenda come al solito, presto, ma devo attendere sino alle 10 per poter scendere. Nella fretta però decido di partire leggermente prima, non l’avessi mai fatto. Da solo in una tenda da tre senza sole che la riscalda è come essere in una cella frigorifera, conseguenza nel tentativo di vestirmi mi si congelano mani e piedi che solo dopo un bel pò di tempo si riprenderanno. Imppacchetto sacco a pelo e materassino alla belle e meglio all’esterno dello zaino, cosa che odio profondamente, mi sembra di essere un allievo alla prima uscita del corso, e mi avvio verso il C1. Durantela discesa piano piano mi riscaldo e con passo da funerale finalmente giungo al C1. Anche gli ultimi risalti in salita per raggiungere le nostre tende sono una pena, mi consolo che da ora in poi a parte una leggera risalita prima del CB sarà tutto in discesa.
Mi rintano in tenda, è più o meno mezzogiorno, mi tolgo l’abbigliamento d’alta quota e cerco di bere qualche cosa, il piano della tenda a causa del caldo e del freddo è ovviamente sconnesso.
Impacchetto tutto ciò che serve per l’alta quota alla belle e meglio in un angolo, i portatori tibetani provvederanno a riportare a valle tutto quanto quando decideremo di smantellare i campi alti.
Mi aspetta adesso la melefica “killer slope”. La odia così tanto che per un attimo sto per sbagliare percorso, per fortuna me ne accorgo e per penitenza devo risalire qualche metro, altra fatica.
Finalmente giunto alla base mi aspetta il lungo tragitto che avevo fatto 3 giorni prima lungo il ghiacciaio disseminato di vele di ghiaccio che se non fosse per la stanchezza forse avrei apprezzato di più.
Dopo diverse soste ed un percorso lento sono in vista del CB e dell’ultima risalita. Il cielo si sta coprendo e scappano dei fiocchi di nevema finalmente sono arrivato alla nostra tenda mensa. Non appena mi vede, Santa, (e’ una sherpa donna ed ha lasciato a casa un bimbo di 5 mesi) mi corre incontro con la sua bevanda fatto di succo di ananas. Rivedo Annarosa che povera si è sparata tre giorni di solitudine al CB e non ne può più.
Adesso devo cercare di riabituare lo stomaco a mangiare e bere regolarmente. Santa si offre fi farmi quello che voglio. Lungo la discesa pensavo ad una minestra e allo speck, cosi per cena minestra e speck.
25 Settembre
Dopo una bella dormita al CB sotto una leggera nevicata si ritorna ad una vita pseudo normale. Inanzitutto toeletta, per togliersi quell’odore di “cane bagnato” che sembrava essere prerogativo di Norbu ma che invece mi sa che colpirà indistintamente prima o poi tutti, poi colazione.
Da informazioni ricevute via radio sembra che siano giunti in vetta Marco, Cesare, Guido, Silvano, Tshiring e Pasang e che stiano già preparando la discesa. Complimenti a tutti i summiters !!
Mentre sto scrivendo il tempo si è guastato speriamo che questo non complichi la discesa e che sia solo un episodio isolato e non cominci il brutto tempo.
Considerazioni su questo “bellissimo fallimento”
Sino a qui è stato solo un susseguirsi di eventi che mi hanno portato alla conclusione di questa mia esperienza Himalayana che si può definire come un insuccesso alpinistico.
Devo dire però che sotto altri aspetti per me è stato un grandissimmo successo. La lontanaza da voi, la possibilità di riflettere su tante cose mi ha fatto vedere cose che stando nel “nostro mondo” forse non avrei mai scoperto.
Sicuramente una cosa che questo viaggio mi ha fatto soprire ed apprezzare è ……….……………….Adesso non mi resta che far passare il tempo che intercorre da qui al 9 per rivedervi. Paolo
A proposito del Cittadino di oggi, ben 2 pagine con foto!!!!! Patajean dovrebbe cambiare mestiere: ha scritto un articolo TOP, in alto la Valle del Seveso. buona domenica a tutti
grazie Paolo per la sincerità e onestà con cui hai descritto la tua esperienza di questi ultimi giorni. Si è vero .non sei arrivato il cima e sei di siicuro amareggiato e sconfortato ma sai benissimo che il tuo valore di uomo, di padre, di marito,di fratello non viene di certo compromesso da una cima non raggiunta! sei e sarei sempre un GRANDE UOMO per noi! una “montagna” di baci !!!! forse è meglio un mare???? 😉
Mamma mia Paolo solo a leggere mi fai mancare il fiato!! Deve essere una sensazione strana quella che si prova. L’impossibilità di riposare almeno la notte e recuperare un po’ di forze certo non aiuta.
La testa credo che sia l’elemento fondamentale per poter resistere a quelle quote e che ti fa andare avanti.
Bravo Paolo!! saper rinunciare (ce lo insegnate voi al corso base) credo sia la cosa più difficile ma anche la cosa più saggia da fare.
Un abbraccio Lauretta
Caro Paolo, scusa il ritardo, avevo il mouse fuori uso…
Sono riuscita a leggere tutto il tuo articolo solo oggi. Sei stato molto in gamba, credo serva più coraggio a rinunciare che a proseguire… sei stato bravisismo !
Spero di vederti e vedervi tutti molto presto, per fortuna mancano solo pochi giorni.
Ti abbraccio con affetto, Adele