Ieri sera prima di andare a letto ho dovuto cedere. Mi avevano chiesto più di una volta di dedicare loro un po’ di tempo. Mi volevano parlare già da un po’ e mi sono accorto poi che potevo farlo anche prima.
All’inizio pensavo che sarebbe stata una barba infinita, ma poi mi sono dovuto ricredere. Sono sempre state lì vicino…..avrebbero potuto aprire la bocca e le avrei sentite, non avrei potuto fare altrimenti; non sarei mai riuscito ad allontanarmi da loro senza che lo sapessero o senza che mi venissero dietro! Le mani sono così.
Quante cose con le mani! Quanta fatica passa attraverso questi arti che vivono di riflesso, ma anche ”in prima persona” certe sensazioni ed esperienze che neppure noi sappiamo immaginare immediatamente.
Qualche volta vanno via in scioltezza, per istinto, ancora prima che noi si possa registrare l’azione cui vogliamo che le stesse partecipino!
Altre volte sostituiscono le parole ed il gioco vale quasi un film.
Chiedono di allenarsi, chiedono metri e metri da palpare, si uniscono tra di loro per garantire maggiore coesione.
Giocano come i piedi, ma di solito di più….soprattutto all’inizio; giocano con loro a distanza, ogni tanto si incontrano e si incrociano, in un gioco continuo.
Si prendono in giro con i piedi, fanno a gara a chi tocca prima la cima: sono anni che arrivano in cima insieme, ma non l’hanno ancora capito. La febbre della quota colpisce tutto ed anche loro ne sono state sublimate.
Stringono e palpano ogni centimetro delle pareti, senz’altro molto di più degli arti inferiori. Partecipano alla festa della cima o alla stretta finale dopo la discesa; potrebbero essere stanche morte, ma non rinuncerebbero mai a quest’azione.
Incontrano spesso altre mani non desiderate, ma dovute. Quando invece incontrano quelle giuste, la stretta si fa importante e sincera e lo capisci.
Le “mani giuste” quindi!!!
Che fortuna che hanno le mani! Possono toccare tutto, hanno toccato tutto! Hanno fatto un casino di esperienze.
…hanno anche un’altra fortuna impensata: riescono a stare zitte.
Quante “manate” in questi anni, quante volte siamo andati a stringere le mani di chi volevamo, di coloro che si sono uniti in un gioco fantastico.
La mano si emoziona a partire da una cartina, sulla quale viene spiegato un percorso o mostrata una linea di salita da intraprendere; si perde di fronte alla realtà del posto, prima di partire quando si protende verso l’alto per indicare la via, quasi a confortare il cervello che si è appena reso conto che anche oggi “si farà qualcosa”; si carica nel momento dell’azione, dando stimoli e conferme che il movimento è quello giusto, che ci porterà verso l’uscita.
La mano è sveglia, è carica di responsabilità, in estate è abbronzata con quel colore dorato, mentre in inverno è nascosta al caldo.
Sa esattamente dove sbattere sulla spalla di un amico, quando serve e anche quando non serve; sente l’odore di chi le sta di fronte, sente la sincerità del trasporto.
Molte volte le mani arrivano anche oltre la cima, possono toccare veramente il punto più alto o semplicemente essere rivolte al cielo per ringraziare!
Qualche volta ti sussurrano all’orecchio di prendere il largo, dalle cose, dalle persone, perché altrimenti avrebbero voglia di essere “menate”; puoi ascoltarle o meno, puoi prendertela a posteriori con loro, farti spiegare il perché.
Fanno parte del tuo patrimonio, di un patrimonio fondamentale; fortunatamente non si consumano, ma si rafforzano.
Quando escono dal “poff” dietro la schiena, chiedono vendetta o vogliono semplicemente continuare quello che hanno cominciato; dopo venti tiri di corda, quando ormai hanno fatto il callo, si arrabbiano se le mettiamo in tasca.
Se pensiamo a quanti arti prendono il largo in una giornata di bel tempo (e non solo!), ci sarebbe da impazzire per metterle in ordine.
Durante i corsi le mani aiutano gli altri a rilassarsi e a guidare verso la direzione giusta; attraverso le mani passa il filo conduttore di una passione; la mano vissuta cerca in quella più giovane la continuazione, cerca di passare la saggezza, non si augura niente, ma spera bene.
La mani in quota sono sempre molto attente, stanno in cesta ed al momento giusto fanno la loro parte, cercano di garantire sicurezza.
Di solito si va dove ci porta il cuore, ma anche le mani non perdono tempo……
PJ