NELLA VITA PRIMA O POI……UN “BIVIO” !!!!

A chi non è capitato? Prima o poi questo momento fa capolino e noi abbiamo dovuto aspettare anni e anni per trovarci ad un Bivio…… Il problema (o la cosa bella) è che in questo caso ci siamo arrivati tutti insieme nello stesso istante!! Un Bivio in Svizzera!

A chi non è capitato? Prima o poi questo momento fa capolino e noi abbiamo dovuto aspettare anni e anni per trovarci ad un Bivio…… Il problema (o la cosa bella) è che in questo caso ci siamo arrivati tutti insieme nello stesso istante!! Un Bivio in Svizzera!

La meteo diceva che verso mezzogiorno il sole avrebbe lasciato spazio alle nubi e ad una debole perturbazione che nel pomeriggio avrebbe massacrato i mmaroni a tutti quelli che le pelli oltre che addosso, le hanno fin sotto gli sci. Quindi la scelta doveva essere ben ponderata.

Anche in settimana ci eravamo visti e sentiti un paio di volte per capire bene che zona scegliere.

Ci eravamo messi d’accordo anche e soprattutto in funzione dell’ora legale, che entrava in gioco proprio la notte stessa, quindi come al solito con qualche timore esistenziale.

Prima scena: Patajean “esce” la macchina ed è pronto come stabilito alle 5,50 davanti a casa, in attesa che arrivi Isolde……alle 6,05 per ovvi motivi e forti dubbi (o Isolde è partita con le pelli direttamente da casa, oppure ha messo la bolla dell’acqua calda nel letto e ha deciso di proseguire sul fresco guanciale nel suo dolce dormire!) si decide di chiamare:

– P) “Pronto……Isy!”

– I) “…si, pronto, ciao, tutto bene, a casa bene,…….ahh scusa, cosa c’è? Che cacchio vuoi?

– P) “Dove sei?”

– I) “Come dove sono!!!? Sono a tavola, sto mangiando le cozze con la panna, ma che te ne frega? Non dobbiamo vederci per la partenza alle 5,50?”

– P) “Infatti, ti chiamavo giusto per questo, sono le 6,10 …… ora legale”!!!!

– I) “Por……; cerco di fare in fretta”

– P) “Vai tranquilla, fai pure come se fossi a casa tua!”

Nel frattempo viene chiamato il Lottar, che ha impiegato sette ore per cambiare l’ora e poi al 1° minuto dell’ottava ora ha preso sonno……praticamente cinque minuti prima di svegliarsi. Insomma non eravamo ancora in marcia, ma il casino era già bello sostanzioso.

Dopo circa mezz’ora siamo in grado di portarci verso la meta, posta appena sotto lo JulierPass, in Engadina. Anche Cesarone, Marina e Jelene devono, per potersi allineare al gruppo, calcolare un paio di volte l’azimut e risolvere quattro volte un problemino di matematica finanziaria, calcolando la cotangente che unisce le menti bacate di un gruppo incapace, almeno all’inizio, di convergere verso il limite che tende alla meta.

In macchina parliamo un po’ di tutto, ma poi il discorso scivola sul 30° della Scuola, che cade quest’anno, per il quale si vorrebbe fare qualcosa di carino.

Il tempo di fermarsi alle mete “solite” nelle vicinanze di Chiavenna e poi di nuovo in moto verso il…Bivio! E’ strano perché di solito l’attesa è di fronte al bivio, qui invece sappiamo ancor prima di arrivarci, che saremo ad un bivio!

Alle 9 più o meno siamo nei soliti paesini svizzeri, dove l’entusiasmo rasenta sempre quello di Zoff. Il Corso quest’anno è frequentato da circa otto allievi, oggi ne mancano due o tre, ma in compenso la frequentazione degli “aggregati” non è male. Partiamo di buona lena, per un dislivello di ca 1300 mt ed uno sviluppo di km 7!!! Non male.

Tra giochi con l’Arva, passaggi di testimone, una bevuta e qualche barretta di energia, dopo circa quattro ore siamo pronti per attaccare gli ultimi metri di cresta che ci portano in cima. A Campo 3 (a circa 7200 mt) c’è Cesare che da almeno una buona mezz’ora ci sta aspettando, ma ha già appoggiato le terga sulla cima, quindi smania dal desiderio di ritornare: l’aria rarefatta, Marina che è già scesa, sono buoni motivi per lui per ritenere valido il rientro.

Tra le 12,30 e le 13,00 siamo tutti lì tra la cima, il colle e poco sotto, in attesa di riunire il gruppo e poter scendere in compagnia; il cielo ha una strana forma: davanti a noi c’è ancora tutto il sole che vogliamo, mentre alla nostra destra orografica le montagne stanno già per essere avvolte dalle famose nubi. Se andavamo al Suretta, come inizialmente ipotizzato, potevamo rimanere “offesi”. Arrivano tutti; Daniele sembra un incrocio tra Mellory e Hillary, mentre all’orizzonte mancano il Lottar e Gina da un lato e le S.S. (Silvano e Stefania) dall’altra.

Poco dopo capiamo il perché; mentre noi disegniamo scie spettacolari sui pendii in cui la neve è “polvere”, scorgiamo in lontananza il Lottar che inveisce, urla, mentre Gina non è da meno. Uno dei due ha in mano una telecamera……stanno girando un remake della “Guerra dei Roses”!!!!!

Le SS invece (ci hanno detto dopo!) si sono fermati poco sotto la cima a fare le “solite” esercitazioni per il Furher!!! Hanno testato queste esercitazioni ad ogni Campo Avanzato!!!!!! Da lontano sembravano Nives e Romano durante un 8000, mentre i movimenti sono quelli di “salita & discesa”.

Dopo una breve sosta in cui il Gruppo riprende fiato, facciamo a gara a chi perde l’Arva e a chi deve ritrovarlo.

Finalmente riprende la marcia di ritorno, in cui il vento sverla le facce, dove Max pensa di essere ad una gara di “Km lanciato” e dove ognuno ricerca il suo angolo di neve preferito! Dopo un’oretta abbondante siamo di nuovo ai nastri di partenza, siamo di nuovo allo stesso Bivio della mattina; solo alcuni “privilegiati” sono riusciti ad aggirare l’ostacolo scendendo da un altro percorso, ma hanno dovuto anche loro rientrare, seppur da un percorso secondario e distaccato, nella Centrale del Bivio!

Dopo le solite manovre di riconversione dalla fatica al ristoro, eccoci decisamente felici tra il nostro fetore e le cazzate che volano nel parcheggio; la proposta è quella di rimettersi in viaggio con una tappa alla Veduta, un ristoro posizionato proprio in direzione dello Julier, meta di appoggio e/o di partenza per migliaia di itinerari che nella zona sono solo invitanti, anche dopo averne già salito uno in giornata. L’angolo è proprio una bellezza. Dentro invece c’è la solita aria svizzera: quando sei dentro ti sembra di essere in una proiezione di film “muto”; poi appena tu apri la bocca per parlare, ti dicono “ecco, i soliti italiani”……

Ci mettiamo 23 minuti per prendere le prenotazioni, che poi si sostanziano in patatine fritte, birre e “Luganeganetta”……incredibile ma vero: salsiccia in svizzero si dice proprio così! Non parlano italiano neanche sotto tortura, ma salsiccia te lo spetasciano davanti al naso come se la madre-lingua appartenesse loro!!!!!!!!

Un piccolo particolare: se volete vedere come si fa a mangiare in Svizzera, chiedetelo a Boris.

Una gita al cessificio, un ruttino ben piazzato e i saluti: questi gli ingredienti dell’ultima fase.

Torniamo verso casa soddi-sfatti.

Cosa volete di più??? Uno Julier……

Max, Daniele, Antonio, Silvia, Gina, Boris, Antonio, Giuseppe, Silvano, Lottar, Stefania, Cesare, Marina, Jelene, Gonzales, Luciano, Gigi, Alessandra, Paolo e Patajean.

“Credi al tuo sogno”

PJ

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