OBIETTIVO……SALVEZZA !!!

Aggiornamento Cascate – Scuola Valle del Seveso
Weekend – 2 & 3 febbraio

Domenica 3 febbraio, San Biagio, protettore della gola,……ma non del labbro (e meno male che abbiamo mangiato il pandoro!!!). Domenica 3 febbraio, si gioca fuori casa…….ogni punto vale doppio; quindi eventuali 6 punti, magari tutti in una volta, sono il non plus-ultra per andare direttamente alle semifinali di Champions!!!

Quando si dice…fortuna! Giocare con dignità e cercare almeno di “portare a casa la faccia”, oppure cercare almeno di “uscire a testa alta”….oppure ancora “non restare di ghiaccio” di fronte alle decisioni arbitrali!….su uno striscione si leggeva persino:”ho bisogno di dare un taglio netto alla mia vita”!

Modi di dire, frasi fatte…….realtà delle cose! Ocio però, perchè se non si sta attenti si rischia che il taglio netto finisca proprio su di noi.

Il 2008 è cominciato con una serie di aggiornamenti, utili ad immagazzinare dottrina, ma soprattutto a somatizzare l’amalgama tra di noi. Questo weekend, dopo Disentis, è la volta della Valmalenco, dove ci aspettano le guide Luca e sua moglie Valentina, due che li vedi che di cascate ne mangiano….viaggiano talmente armonici che secondo me, la sera, la figlia la depositano con la piolet nel letto in “mansarda”, cioè in cima ad una cascata….gente che di notte fa “a legnate” pur di alzarsi per primo a portare affetto & tenerezza ai figli. Speriamo non portino anche due picche in più, altrimenti chissà cosa ne esce!

Già quando sono arrivati con la loro Bat-auto….c’era da avere paura! Le ruote sono tenute insieme da 16 picozze a banana e non da bulloni.

E’ una “due giorni” ideata e messa sul tavolo nonostante la meteo non sia proprio clemente, ma chi se ne frega…….se non vai….”i punti non li prendi”!

Tra l’altro se di punti ne facciamo un po’, rischiamo di portare a casa anche il kanotto!!!!

E allora partiamo il sabato mattina, già con l’acqua che entra addirittura in macchina. Quando arriviamo sopra Sondrio, le gocce prendono la forma di fiocchi e verso l’abitato di Chiesa in Valmalenco sono ormai neve pura e soffice, fiocchi da 250 grammi cadauno che si spètasciano sulla macchina e sulle tazze del caffè che prendiamo in un baretto del paese, in attesa di radunare tutti quelli che sono partiti per questa avventura.

Dobbiamo mettere le catene, perchè la salita verso Campo Franscia non è proprio come andare ” a fare una vasca il sabato sera a braccetto della morosa”, quindi gambe in spalle e via, mentre il Pollo si siede sul “trespolo” e comincia a canticchiare che lui stavolta “coccodè” non lo vuole fare, nè dire!

Cominciano i convenevoli per convincerlo, ma lui non ne vuole sapere…..una volta la nonna per capire se la gallina aveva in procinto di fare l’uovo, le metteva due dita “non proprio in gola”….beh noi lo minacciamo un paio di volte, ma niente.

Alla fine lo leghiamo e lo scaraventiamo su di un’altra macchina e ripartiamo verso la meta finale. La neve diventa sempre più bianca, il paesaggio assomiglia molto a quello degli anni ‘80, quando la neve si fiondava sul terreno “a metrate”; insomma abbiamo l’impressione di andare verso una direzione dalla quale sarà difficile ritornare se non dopo lo svernamento……..

Arriviamo al Rif Edelweiss a Campo Franscia verso le 9.00 e li predisponiamo il nostro campo base, quando già alcuni scannazzati della piccola frazione di paese sono riuniti all’interno del bar a giocare e bere!!!! Niente male come inizio. Noi però dobbiamo scaricare la pètara e ripartire alla volta di campo1, dove ci aspetta la cascata “Cinese”. 

Anche qui….possibile che non si possa fare qualcosa di “diverso”?: già la competizione economica ha messo in risalto negli ultimi anni il peso “giallo”, se poi ci mettiamo a fare “gli occhi a mandorla” anche sulle cascate di jazz, ….è finita!

Ripartiamo dunque con la neve che arriva al finestrino e raggiungiamo a fatica il piccolo parcheggio dove lasciamo le “caravelle”. Entriamo in un piccolo bosco nel quale non ci stupiremmo di trovare anche Biancaneve, fino a quando davanti a noi compare una cascata di ghiaccio, che sarà meta dei nostri insegnamenti teorici e pratici.

E’ il nostro nido d’amore…per oggi. Intanto anche il cielo comincia ad aprirsi. Iniziamo subito ad apprendere i rudimenti di questo “sport” un po’ strano, dove tu puoi scegliere dove salire, e come salire. Un movimento “fondamentale” unito ad un “triangolo” ti permettono di fare cose egregie.

E pensare che per calcolare l’area o il perimetro del triangolo abbiamo passato anni ed anni di sofferenze; bastava andare a scuola con un paio di picche e…..altro che risultati sul registro; lì avremmo potuto lasciare segni ovunque, magari difenderci anche un po’ di più!!!!

Ad un certo punto Valentina decide che ne ha piene le tasche di guardare dei salumi appesi alle corde e quindi decide di appartarsi sotto un pino…….non capiamo…e dopo poco tempo compare un po’ di fumo e del fuoco.

“O adesso tira fuori un tacchino dalle tasche per cucinarcelo” oppure “sta comunicando con gli Apache e secondo me dobbiamo attenderci un attacco dalle montagne sopra di noi”; il luogo è ideale per la più classica delle imboscate; vorremmo evitare però di perdere il nostro scalpo!

Fatto sta che nell’arco di 15 minuti è peggio che essere tornati indietro di vent’anni quando andavi al Capriccio di Bergamo a ballare e tornavi a casa “puzzolente”; oppure quando, per toglierti i vestiti dopo la stessa festa di ballo, dovevi chiamare i pompieri.

Facciamo su & giù per un bel cinque ore, mentre Luca qualche volta ci riprende anche con la telecamera; l’obiettivo è quello di focalizzare l’immagine delle porcherie positive e negative, in modo tale da ritrasmetterle poi in serata, davanti ad un camino e su Antenna 3…scusate, ma non abbiamo ancora presso la Scuola così tanti soldi per lanciare un’Opa su Sky o Canale 5.

Ripartiamo verso le auto che ormai fa veramente freddo; facciamo in fretta per evitare di diventare tanti stoccafissi e ridiscendiamo al tugurio per lavarci e mangiare. Quando arriviamo gli scannazzati delle carte sono ancora li (“pensate che non vedono le moglie dal 1985”!!!! ndr)(non sanno neanche delle Torri Gemelle e che l’Italia ha vinto un altro mondiale). Sono talmente concentrati a capire se qualcuno di loro bara, che non si sono accorti che la Juve è finita in serie B,….. e vai!!!!

Facciamo giusto in tempo a lavarci, che subito siamo chiamati a vedere i cartoni animati.

Ci fanno vedere due films: la prima ed originale versione di Heidi, dove lei e Peter sono dei ghiacciatisti incredibili, visto che Peter alla sua età faceva già cascate di grado 5, quasi impossibili a quell’epoca.

Il secondo film è stato improntato sulla vita del Pollo, sempre lui, appeso alla cascate di tutta la Valle: un corto-metraggio di cinque ore, in cui lo si vede “ovunque”!!! neanche Paolini lo si vede così tanto nei telegiornali.

Finalmente si mangia anche, e di tutto. Il rifugio richiama quei posti che si frequentavano già venti anni fa, quando andavi fuori casa e trovavi quei classici locali che non puoi descrivere, perchè li vedi e li senti tali solo se li hai testati direttamente (in sala da pranzo c’era persino la “macchina del frèkass”, uno spettacolo!!!)….facciamo un po’ di quel classico casino che si fa di solito, quando di bigoli in giro ce ne sono parecchi!, fino a quando la stanchezza non prende il sopravvento. Ognuno lemme lemme lancia le occhiate all’ora, non prima di aver telefonato a casa ad augurare la buonanotte alla famiglia! E presto prendiamo anche posizione nei go-kart a forma di “materazza”. Ognuno cerca di fare come meglio può: c’è la suite per le guide, c’è la camera “femminile”, c’è il camerone-pollaio (dove si dorme con il Pollo ed il Gallo svizzero!).

Non sono cose che capitano poi tutti i giorni.

Dormiamo come sassi, anche perchè la mattina della domenica ci aspetta qualcosa di leggermente più tosto presso la cascata “Castello”ed in più dobbiamo camminare un po’ di più del sabato.

Sono le 8,30 circa e siamo nuovamente “im-boscati” in un ambiente bucolico, fatto di mezzo metro di neve fresca, abetaie canadesi e sprazzi di ghiaccio azzurro davanti agli occhi.

In circa 40 minuti arriviamo alla nuova meta; qui ci organizziamo per riprendere con la videocamera le guide, nei loro esercizi “talmente banali” e sincronici che a noi viene da star male; tentiamo di lanciare il nostro motto “Italia 1!!!” sperando che in TV facciano vedere anche noi; infine ci diamo da fare.

OOOOoooohhhh, morire se uno di noi avesse usato le “sue” picche in questa 2 giorni. Con una scusa o con l’altra alla fine anche le picche stesse non sapevano più con chi tornare a casa!

Io la prima sera ho dovuto persin portarmele vicino nel letto, per evitare che rimanessero traumatizzate.

Manca ormai meno di mezz’ora alla fine delle ostilità, ormai è chiaro che il match si chiuderà quasi sicuramente con un pari e che i rigori decideranno tutto…..quando arriva l’imprevisto! Qualcuno dalla curva lancia una monetina rivestita di ghiaccio; questa finisce dritta sotto il naso di Patapam…..che poteva scegliersi a questo punto un altro nome!!!! E li si scatena la bagarre…..un bello squarcio.

Sangue sul campo, caos sulle gradinate, massaggiatori che entrano in campo…..il match viene temporaneamente sospeso. Non c’è bisogno della barella, ma lo zio Antony Hopkins insegna che nel “Silenzio degli Innocenti” le maschere non erano casuali.

Il malcapitato viene invitato a lasciare il terreno di gioco, con l’allenatore e quello “in seconda”. Ci si dirige verso gli spogliatoi, per poi cercare di andare al primo pronto soccorso della zona.

Le facce fuori dallo stadio sembrano quelle dei genitori di Laura Palmer…che chissà alla fine chi cacchio l’ha uccisa!!!!

Sembra di essere nel pieno delle riprese di un film: il primo tempo sul terreno di gioco, il secondo a girare una scena di E.R. Medici in prima linea. Vieni sbattuto all’interno di una sala operatoria, due medici di prendono in giro, ti dicono che la tua faccia già fa schifo così e che da quel momento sarà solcata da una riga (quando molti ti avevano già fatto notare che di riga tu ne avevi già una e proprio in mezzo alla faccia!!)…..ti dicono di non parlare, ma di fare dei gesti, magari di usare l’alfabeto “muto”, però ti dicono di cominciare “a fare la zeta” (Bastardi!!!, ndr).

Poi uno degli stant-men dice di essere nipote della Berta…..quella che filava e cuciva….e comincia a farti vedere gli ultimi capi fatti (per le sfilate primavera-estate 2008); allora tu ti rendi conto che se aspetti ancora un po’ finisce che muori dissanguato e lo spergiuri di metterti a posto. Lui comincia a dirti che farà finta di farti un’anestesia, che questo è come un gioco, ma che può anche fare un male boia, soprattutto quando l’ago entrerà nel labbro.

Alla fine tutto si risolve per il meglio e…..meno male però che certa gente esiste….se fosse stato il 1946…col piffero che l’uncinetto avrebbe tirato così tanto!!!!!

In 15 minuti le riprese finiscono e Patajean esce dalla regia con la faccia ricostruita e due chiappe bucate; la destra non sa cosa ha fatto la sinistra, però la sinistra sa che potrebbero essere “dolori”. Non resta che tornare a casa, sperando che il “calvario di Morbegno” non sia pieno di sciatori della domenica. In effetti ce la sbrighiamo con poco e con questo poco arriviamo nelle dolci abitazioni della Bassa.

Per essere sintetici: di punti sembrava ne avessimo guadagnati chissà quanti, il canotto non lo abbiamo portato a casa…..però ci siamo divertiti come al solito un cifrone……..!

PJ

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