QUEL SILENZIO…..UN PO’ COSI’ !!!!!

L’anno 2008 lo ricorderemo con grande piacere, perché ci ha restituito almeno una stagione, quella dell’inverno. E solo in inverno capita, ma non più così spesso purtroppo, di sentire questa pace incredibile. Ormai nella Bassa lo si percepisce solo qualche volta, quando il manto nevoso diventa superiore ai 5 cm!!!

Improvvisamente tutto si tranquillizza, non si sente più nulla, nessun rumore, nessun movimento, …nulla! E’ incredibile, ma il vero silenzio è quello “bianco”!.

Ne esistono diversi: quello di quando sei solo, ovunque tu sia; quello della moglie (raro!!!), quando sta zitta; quello di quando sei in giro in solitaria, ma non è un vero silenzio, poiché rotto sempre da qualche piccolo rumore, spesso della natura ma ancor di più della tua mente che ti martella sul fatto di porre la massima attenzione alla situazione, ma mai “sincero” fino in fondo.

Insomma l’unico vero è quello della neve e te ne accorgi subito se ha nevicato fuori…..quando lo senti; non hai nemmeno bisogno di alzarti dal letto la mattina per andare a vedere dalla finestra!

Apri gli occhi e di colpo senti che qualcosa non va, ma è una delle cose che si posiziona al primo posto, come bellezza, fra quelle che non vanno.

Ti alzi e cerchi di mascherare il fastidio dovuto al manto distribuito sulle strade; sai già che fuori dal cancello c’è un mondo agitato che non farà altro che lamentarsi; non accendi nemmeno la radio perché sai già quali sono i commenti e quindi ti godi cinque minuti di sveglia così.

Su mille persone che chiameranno le radio per vomitare i loro lamenti, se ne conteranno solo un paio che diranno che tutto sommato si tratta solo dell’inverno e che la cosa strana in fondo, è che fino ad oggi, per un certo numero di anni, le stagioni hanno perso la strada!

Poi, d’improvviso, ti ricordi che “l’alpinista”…..nella palazzina, sei tu! E che tutti gli altri quando si sono svegliati, hanno pensato a te, alle tue mani e braccia forti e con la calamita, per meglio afferrare la pala e pulire lo scivolo del garage.

Quindi lì si che ti prende una forma di ansia, ma più per il fatto che non puoi più crogiolarti sotto le coperte e allora ti alzi, ti copri come se dovessi andare a fare il Pilone Centrale e parti alla carica dello “scivolo”, sperando che abbia raggiunto i 45° almeno durante la notte.

Incontri anche qualcuno, che però con mosse astute fa alcune finte, per scodinzolare tra i paletti della discesa ed escludersi dai lavori: le tecniche sono diverse ed astute. Accendono le auto, ma oggi non serve più scaldarle! Fanno di tutto per perdere l’orientamento del locale attrezzi o si emozionano se un numero sproporzionato di granelli di neve ha sommerso le loro scarpe.

Qualcun altro dice che è meglio che avvisi la moglie, che dovrà partire da lì a qualche minuto e sale di nuovo in casa. Dunque tu rimani solo, con la tua pala, che ti guarda orgogliosa perché finalmente si sente utilizzata per il motivo per il quale è venuta al mondo. Era lì, sentiva che stava nevicando, ma nessuno sentiva lei. Questo farà si che lei ti dia una mano, ed in effetti è così, perché in nove minuti e trenta secondi il pendio del garage è più pulito di un tavolo da biliardo e quasi fa concorrenza alla Sasslong un minuto prima della partenza.

Fai in tempo ancora a goderti il silenzio, perché sei stato veloce e riesci a risalire per preparati una sana colazione, che cerchi di goderti in attesa di partire per il tuo dovere quotidiano, per la lotta con le cose inutili.

Cominci a preoccuparti più della moglie e del suo tragitto, perché tu sai che le gomme da neve quest’anno non le hai montate per caso; ti assalgono mille dubbi, sul fatto di andare a lavorare o meno. Ti perturba meno il fatto di andare in una direzione che è opposta a quella di Milano, dove fortunatamente anche il paesaggio aiuta al rilassamento.

Quando esci con la tua auto, è come se tutti fossero in coda….ancora una volta sul Pilone Centrale! Sono tutti conficcati sui sedili della macchina, imbacuccati nei loro cappotti o giacche a vento, col cappellino di lana con le frange ed i guanti; in alcuni casi sono talmente calati nella parte che quasi li vedi che fanno le curve a spazzaneve!

Quelli che hanno la musica sono i più rilassati, alcuni troppo e finiscono “lunghi” contro il marciapiedi e le aiuole.

Per quelli arrabbiati col mondo non cambia nulla rispetto al solito; la loro monotonia ed il fatto di essere sempre agitati dal primo minuto ormai li rende quasi invisibili. Oggi conta il fatto di stare attenti alla strada, ma cercando l’armonia del momento.

Purtroppo il silenzio delle ore mattutine ora non esiste più, ormai coperto dai rumori molesti della società e da quello delle calate che ti schiaffano la neve di fronte a casa; il macchinista di questi aggeggi è un malandrino di tutto rispetto e mentre lavora ascolta la radio e non aspetta altro di sentire che qualcuno (forse lui!) ha appena ostruito l’entrata (o l’uscita!?) di alcune abitazioni, con relative lamentele che finiscono in tutta Italia.

Un mondo difficile…..però alla facciazza di tutti, noi si spera che “la neve si caghi giù” a metrate ancora per molto. ….e io svango!

PJ

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