Chi l’ha detto che la passione dura poco? Può durare 3 anni, scoppiare, assopirsi, scomparire, ma poi rinasce e rifiorisce ancora più forte come sempre negli ultimi anni. E pensare che cominciavamo a perdere le speranze perché oramai sembrava quasi una comica, un gioco che partiva a giugno e finiva malinconicamente a settembre: tiravi i dadi e non uscivano mai i numeri giusti. Invece…
Invece è stato uno spettacolo unico…certo esistono vioni ben più importanti e ben più impegnativi, ma a noi (come diceva il Monti) che ce ne fotte?! Noi siamo contenti così.
Sulla libretta dell’ Asino che Raglia c’è scritto: “E’ un must” dell’arrampicata ed in effetti quei 2 ometti che l’hanno scoperta non potevano che chiamarsi Erba e Fumagalli !!!!! Uno tirava l’altro fumava: coppia assortita! Ma le altre loro vie dove sono?
E’ un bel viozzo e uno spettacolo da godere: ogni tiro ed ogni passo vengono fatti su roccia eccellente con piedi e mani che quando prendono confidenza, vanno via a memoria: devi farti in 4 per recuperarli perché è tutto uno “scapa de chì scapa de là”.
Quando si apre il sipario dal basso, dove c’è il ghiacciaio della Rasica (o quello che ormai rimane e se va avanti di questo passo, la storia si fa molto spessa; altro che effetto serra, qui se non preghiamo per un clima migliore, andiamo tutti arrosto, i ghiacciai ce li berremo in lattina…), ti compare davanti maestosa la parete Est con i suoi 500 mt verticali e lisci, il tuo gargarozzo comincia a compiere movimenti oscillatori sempre più incottrollabili dai piedi alla gola ed i tuoi occhi da azzurri diventano marroni: la metafora qui vuole che chi ha gli occhi azzurri è perché nel cervello ha dentro l’acqua chi li ha marroni……
Quando invece il sipario si chiude, tutti saltano di gioia come i bambini piccoli di fronte al primo Playboy, perché sono riusciti nel loro intento e si lamentano quasi per la via “comunque” troppo corta.
Chissà quei due quante perlustrazioni per scovare un simile itinerario. I nostri complimentoni.
Erano praticamente 3 anni che Batman e Patapam cercavano di farla, di trovare un weekend libero….ripercorrendo le gesta del Canaja e del Capitano che avevano già affrontato il tracciato: un grazie anche a loro perché altrimenti non ci veniva in mente di ripeterla… e a quel Canaja che non si ricorda mai i tiri (naturalmente sono sempre di VI !) e quindi ti dice che la via l’è facile, che lui era in gran forma e tirava di bestia (del resto sull’erba-fumagalli!)!!! Tu gli chiedi come ha fatto a uscire dal tal tetto, dal tal camino, dal tal tiro…e lui, canaja di nome e di fatto, sorvola, rinvia ed esce dalle difficoltà…. E tu ti perdi nel discorso e ti ritrovi proiettato a distanza di tempo sulla via con te stesso di fronte alle difficoltà col fondoschiena a tracolla per evitare che trabocchi.
Poi ti succede che durante la notte i tuoi sogni vadano, come calamitati, a sovrapporsi a quelli degli altri remagi fino a quando convergono in un unico calderone chiamato del “vai cà l’è ul mument giust”; se poi aggiungiamo il fatto che gli elementi di cui parliamo sono in grado di catturare le onde magnetiche dei sogni, il gioco è fatto: stiamo parlando di gente informatizzata come il Pollo (che quando è nato la prima parola che ha detto è stata: “CHIP”….creando confusione mentale fin oltreoceano nella testa di Bill Microsoft e imbarazzo perfino a PieroQuark durante la trasmissione “può un gallo fare una cresta? ) e come MatrixPaoloPuntoCom o semplicemente Webman, capace di crare siti “a vista” e di “lavorarli” durante i tiri.
E poi volete mettere l’esperienza di andare con i “ns” istruttori-direttori!!!! Comunque niente da dire, come ha ripetuto qualcuno durante il ritorno: tempo favoloso, condizioni ideali, gente giusta, tiri alterni….cosa volere di più???? Un lucano no….“mej lasalll giò là!!!! Piscjnin, brut, catiff e terun!!!
Quindi se prima eravamo in due a far passione, figurarsi quando siamo diventati quattro…se in 2 ci abbiamo messo 3 anni senza cavare nulla, “figurarsi in 4″…ci siamo detti.
E invece no, forse grazie anche al Canaja che si è pappato 7-8 costine giù in quel di Mello alla nostra facciazza!!!!, questa volta noi abbiamo fatto Bingo, 13 al Totocalcio, 6 al Superenalotto, insomma tutto è andato verso la coincidenza max, verso la ParetoEfficienza.
Siamo partiti il 2 agosto di sabato con la petara bassa (salire all’Allievi verso le 15.00 non è il max, considerato anche che i livelli di orario non si possono piu’ di tanto abbassare) (per la teoria dello Zip, + sali velocemente, + sudi, + ti riduci, + spazio devi percorrere, + lunga diventa la “menada”…insomma mej nà adasi).
E con le tappe fissate ai punti giusti siamo finalmente arrivati al rifugio per l’ora di cena: Batman, Pollo, Webman, Silvia, Angeletta e Patapam nell’ordine. Per una volta siamo stati quasi svizzeri!
Una piccola parentesi: ma perché la mezza pensione qui costa sempre + cara che altrove? Cosa c’è di così incredibile che fa lievitare tutto?
Volete dire che se portiamo su un po’ di azioni…queste cominciano a lievitare e magari contribuiamo proprio noi a far nascere una nuova fase di euforia finanziaria , magari abbinata all’alpinismo: che il futuro dell’alpinismo questa volta sia prendersi a piccozzate e ramponate in Piazza Affari, magari nella sede situata a 2.400 mt? Maaaaahhhhhh!!!!!!
Questa parentesi è da riprendere almeno una volta con una bella letterina allo “Scarpone”, magari senza esito…ma con una giusta considerazione. Non vorrei che il futuro sia un misto di imprenditorialità unita al bastardismo acuto d’alta quota del tipo: “una sanguisuga su ogni guglia granitica con una lemon in una mano!”
Ad ogni buon conto abbiamo ben mangiato ( a proposito di mangiare, durante la cena trascorsa tutti intorno al tavolo, abbiamo pensato ai cinesi che si mangiano i cani: che sfiga! !! Se si decide di andare laggiù e non si conosce bene il cibo si rischia grosso: se mangiate il cane e vi fa schifo…purtroppo ve ne accorgete troppo tardi…quando mettete in bocca le palle …alla fine, quando oramai è troppo tardi!!!!), ben bevuto e ben letto tutti i muri del rifugio nonché passato in rassegna tutto l’universo granitico dello Zocca, per poi andarci a coricare nel bivacco invernale: qui se ci coprivamo con un paio di fette di Emmentaler……forse avremmo avuto meno freddo!!! Le coperte vissute in effetti credo fossero proprio quelle “doperate”” da Erba e Fumagalli e magari anche dal Fortissimo quando ha aperto la via sullo Spigolo!!!
Prima di passare nel biwacco abbiamo chiesto a Ugo Effe il gestore quando potevamo fare colazione e quando era il caso di partire, visto che tutti gli altri presenti sembravano far parte di un Gotha Alpinistico intoccabile ed intenzionato a “montare le membra” molto presto. La risposta avuta è stata: “Osti bagai, la cengia l’è larga e g’à pasen anca i camosci e l’è inutil desiasss ai quatrurrr…chilì à in di barlafusss”…cosa fare…o credergli o far finta di nulla! Ad ogni buon conto il rispetto è sempre d’obbligo.
Ed eccoci alla resa dei conti, con i nostri sacchi belli pieni alle 6.15 e le donne che prendono la direzione del Bivacco Manzi, per relazionarci piu’ tardi sugli itinerari che si snodano da quella parte.
E’ a questo punto che gli emisferi del cervello comiciano a prendersi a calci: se decidi di andare al Manzi anche tu con una passeggiata, poi ti mangi le balle perché ti sei perso una via bella, se decidi per la via continui a pensare a spiagge dorate…magari in riva al bivacco.
Come detto all’inizio, più’ ci avviciniamo all’attacco e più gli occhi diventano dilatati e marroni…poi andiamo a prendere la parete che con 4 tiri di secondo grado ci porta all’attacco vero e proprio; se si vuole trovare qualcosa che non va in questa via …è arrivare alle rocce: non esiste “terminale”, ma per saltarci su bisogna fare i miracoli e ocio…perché se scivolate sono…tutti vostri. In effetti l’inizio non è esaltante, anzi è molto tetro e à fa scapà la voja!!!… …un consiglio è: non alzate troppo presto la testa, se no non riuscite più a gestirla, non vi ritorna più verso il basso!
Ma quando arrivate in cengia, ma quando vedete il sole adagiarsi sul granito e dargli quell’aspetto protoginico che solo sul Bianco esiste, ma quando cominciate a mettere i vs piedini sul primo tiro, ma quando cominciate a capire che i chiodi non ci sono, ma quando vedete i vostri friends che van dentro da soli e vi fanno il segno col pollice, ma quando arrivate alla prima sosta, ma quando ripartite per fare il secondo tiro “fantastico”, ma poi anche il terzo, il quarto, il quinto e….., ma quando vedete che il patelotto è sempre + bianco, MA QUANDO……!!!!
Ma che bello non è, ma che parete non è ? Bisogna sapersi proteggere e il resto è fatto o quasi, i tiri sono tutti belli sostenuti da cima a fondo (o, meglio, al contrario da fondo a cima) ma se li fate in alternata…… via uno poi l’altro e non ve ne accorgete nemmeno!
Via che vai, tiri che trovi, difficoltà che passi, cima che si approssima….salvo il solito, vecchio ed ultimo tiro, che 9 su dieci ha sempre le maggiori difficoltà: un caminone aperto, sprotetto, con un cordino marcio a circa 9 metri…con 500 mt sotto le chiappe e con la foto del Canaja nello zaino …con le costine a tracolla e la sua telefonata del giorno precedente: “Ma si io ero in stato di grazia e sono passato dovunque” o del Capitano, che quest’anno ha veramente deciso di applicarsi ai comandi di un vascello siculo!!!
Via si va…..ma dove ? su dritti, a dx o a sx ? Bella domanda e la nebbia avanza, ormai ci siamo immersi fino al collo! In effetti se leggete bene la relazza all’ultimo tiro ci sono 2 possibilità: o dritti verso l’alto (volendo leggermente a sx) oppure a destra; noi prendiamo a destra perché sembra più abbordabile, tanto il grado è identico, ma il traversino sembra + umano anche se molto esposto e in 15 minuti si esce, come da un uscio per affacciarsi sulla “ns” Sciom.
Abbiamo fatto veramente questa via e tutti e quattro più’ volte ce lo ripetiamo: finalmente possiamo andare in ferie!!!
Di là c’è il sole e si intravedono tutti gli ometti di sasso che indicano la discesa. Abbiamo bevuto, mangiato e cominciato a contare i sassi, ma poi abbiamo desistito: erano proprio tanti!!
Volavano pacche da tutte le parti, alcune non le abbiamo neanche più ritrovate…credo che siano ancora là che volano!
Comunque quante cose che ci siamo detti durante quei tiri; quanti pensieri sinceri con il Pollo sulla gente a noi legata, che fra l’altro festeggia giusto quest’anno il 25° della Valle!!!
Cercavamo solo acqua, poi i piedi si sono agitati ed hanno cominciato a portarci verso la discesa, fatta di secondo grado, ma lunga a sufficienza per stancarci…tenuto conto che una volta al rifugio c’erano ancora la piana dei cavalli, la fonte, il ponte, la pineta…e i resti delle costine da ripercorrere a ritroso. Duball !!!! ormai quando vediamo il tracciato delle discese è una tristezza…dopo anni e anni di camminate le rotule fanno veramente male……a meno che? Beh a meno che non vedete cespugli vari, che nascondono lamponi e mirtilli: c’è gente che un attimo prima è dietro di voi ed un attimo dopo non la vedete più, ma è sdraiata in un assedio quasi carnale con la natura circostante e la bocca piena di queste delizie; e dovete andare a prenderli di forza perché altrimenti arrivate tardi al rifugio e/o alla macchina e fate fatica a trovarli perché sono zerbinizzati tra il verde….. poi quando vi dividete il materiale al posto dei rinvii vi mettono in mano un grappolo di lamponi! Di bagai… …cum’è i bagai!!!!
Belli cotti arriviamo alle macchine dove ognuno come un Mouse impazzito sceglie la sua direzione: chi in ferie, chi verso casa, chi verso altri siti montani, non prima però di farsi una bella birra al Bar Monica: tappa fondamentale dopo una via in Val Masino.
Alla prossima avventura….che dovrà necessariamente avvenire prima dei prossimi 3 anni, anche perché la passione non è per nulla svanita, quindi basta solo stuzzicarla per qualche altra salita…intanto omaggio ai brutti culi e andate in ferie contenti: mari e/o monti non importa, ciò che importa è fare quel che più piace, senza porsi altre domande!
P.S. Mi dimenticavo di dire che ai quattro elementoni, per almeno tutto agosto rimarranno gli occhi ……. VERDI!!!
2 e 3 Agosto 2003.
PJ