VENITE ANCHE VOI NEL….. ……….MARLBORO BOYS!!!!!!

Avete presente la classica pubblicità dei cowboys seduti attorno al fuoco, che suonano la fisarmonica, si tolgono la polvere dagli stivali e fumano il calumet della pace??

Ecco talvolta la pubblicità …. può diventare + che realtà!!! Ed è quello che è accaduto a 6 desaparecidos che ancora non si rendono conto che la cultura del 1800 e certi costumi ormai non sono più in voga e….per vostra informazione non fumavano affatto il calumet della pace!!! anzi, per come erano alterati avrebbero spaccato il musone anche a Toro seduto!!!

Comunque l’avventura parte a monte…. a Montevecchia potremmo dire, ma rischieremmo di essere sempre ripetitivi; quindi diciamo solo …a monte. Insomma non fatemi perdere tempo che devo andare dal Longoni a far compere…….o brutti culi!!!?!!

L’idea è nata davanti alla tv…guardando appunto la reclame della Marlboro Country: invece di rabbrividire di fronte a siffatto freddo decidiamo di buttare all’aria una boiata del genere.

Tra l’altro ci avvertono dalla regia che è in Italia, per girare il suo ultimo telefilm, il noto attore americheno (par mi l’è tuscosss, ma minga americano!) molto amato dalle donne: pischelle, mature, babbione….che siano!!

Esatto è proprio lui, Mc Gyver.

Noi cogliamo l’occasione al balzo e ci offriamo di dargli la massima disponibilità per le riprese.

Che strano…..porta sempre sotto la cintura una cazzuola di ottone, nonchè un ciondolo d’oro al collo che non può che essere una betumiera.

Comunque…vabbè….questi particolari alla “tele” non si vedono. Lo diciamo solo per le sue fans e ritorniamo al sodo: lui cercava un sito atipico, lontano, …ma molto lontano dalla civiltà; un posto crash, trandy, con qualche costruzione dove poter banchettare e qualche baitella sperduta per cominciare le riprese!!!

…perlinata sarebbe stato meglio…nuova il non plus ultra.

A questo punto il solito buffone del gruppo si fa venire un’idea: “perchè non andare al Biv. Regondi in Valle d’Aosta??”

“La strada la conosco me, come le mie tasche!”

Detto fatto. In men che non si dica siamo sulla A4 (non è un nuovo tipo di articiale , ma solo l’autostrada che va verso Torino!!!)

Probabilmente le voci girano o qualcuno ha visto tutto, fatto sta che dopo Santhià ne vediamo una proprio bella: noi siamo schiaffati sui 120 km/h, ma ai bordi dell’autostrada vediamo un tipo completamente mimetizzato: dalla testa alla macchina: reduce, esaltato….o semplicemente “maranza”…..e per di più get down?????

In quel preciso momento era giù dalla macchina a controllare il bocchettone del serbatoio (in realtà era un kalashnikof (la prossima volta lo scrivete voi e senza guardare il dizionario!!) puntato sul casello 4 km più indietro.)

Incazzato matto con il casellante, reo (porco aggiungiamo noi!!) di non aver accettato come mezzo di pagamento 7 bombe a mano ultimo modello, era ora impegnato in un’azione alternativa tesa all’eliminazione del suddetto casello!

Vabbè che Mc Gyver è uno solo e si trova con noi, vabbè che i “cinghiali” sono tanti, ma….calma!!

passato il pericolo ne capita un’altro: questa volta sono le mongolfiere (c’è il raduno annuale di Aosta) che scaricano zavorra a tutto spiano….ma noi abbiamo i caschi, anzi no e allora via a schivarli.

Entriamo in Valpelline e qui cominciano indicazioni che noi riteniamo senza ombra di dubbio pubblicità ingannevole, punibile con reclusione e multa.

Una serie di cartelli porta questa indicazione:

Biwacco Ambà, ore 3.00 ca, posto alla destra orografica del tubo!! 3° nevaio a destra, appena sotto la casa dei 15 Bambi (di bambi ce ne erano solo 6)

Conosciamo la valle ma non sappiamo affatto dell’esistanza di questo bivacco.

A noi non ci frega di niente e andiamo avanti, almeno fino al 1° alimentari, visto che ci manca un disastro di roba: cibo vario e padelle!!!!

“Buon giorno!!” “Desiderate??”

“Uehhhh, bondì…cià dam chì un tuchel da càl salam lì”

“Cià, gemò che tasè adréèe, taja giò un bel du eti da cala roba lì!”

“Ma si fà ancha du eti e mezzzz…….sent …disem tri e sa na parla pu ehhh!!”

“Senta, cortesemente, sa se c’è qualcuno che vende padelle??? L’abbiamo lasciata a casa!”

“Qui vicino, ma è chiuso!….volete delle olive?”

“Ehm ….. eh, bella domanda…ehm è un po’ dura!”

Usciamo mezzo pieni di roba pronti a proseguire il viaggio. Siamo su per tratturi vari alla ricerca di un posto per lasciare i carrettini, che comunque si comportano bene, soprattutto quelli della Ditta Coreana DAIEWAI!!!! ; sono uno spettacolo della meccanica: grandi e spaziosi…che storia; ci si potrebbe giocare a pallone dentro!

Avete presenti quelle macchine americane GRANDI, con un randagio dentro che si vede appena appena appeso al volante??? Si vede giusto il crapino, ma sembra che la macchina vada da par lè. Ecco uguale!!

Sul 102° tornante lasciamo i mezzi autorizzati e ci avviamo sicuri sui nostri passi, tanto c’è il buffone che sa la strada, certi che il Regondi sarà presto “conquistato”.

Ma…….ma……………………….ma……….MA………………….. ……………………….maledetto il giorno che abbiamo rideciso di tornare qui!!!

Come nel 1995 il Regondi non è dietro l’angolo, ma davanti alla sfiga!

Lo vediamo , lo tocchiamo, ma non riusciamo a farlo nostro.

In più ci si mette anche la valle a complicare le cose…..lunga……. lunga….di più; larga………..larga…….di più.

Avete presente l’affare di gomma con il manico di legno, insomma l’arnese che usate per far deglutire la tazza quando non ne può più?? Ecco questa valle è uguale: prima la percorrete per il lungo, poi dovete allargarvi e infine quando vi riportate verso il centro…vi accorgete di essere ormai nella mmerda. E’ una situazione ….. come di assorbimento!!!

Fatto è che arriviamo sul ciglio della tazz….pardon del dirupo e, ad un tratto, siamo impossibilitati a proseguire: davanti a noi l’ignoto…con una caverna!

Ci gaghiamo dentro per il sentiero, ma siamo risollevati dai 15 bambi che ci attraversano la strada….andavano al pub…..loro!!!!!!!!

Indietreggiamo e ci cambiamo vista la strizza: qui un’altra cosa molto strana: gagandoci dentro ci siamo cambiati gli indumenti più intimi, ma mentre i nostri erano colorati come tutti sappiamo, quelli di Mc Gyver erano diversi: erano sporchi di cemento!!!!!

Cazzuole, betumiere, …cemento!!!! per noi qualcosa di strano stava per accadere.

Qualcosa ci sovviene alla mente: tutto all’insegna di Mc Gyver, tanto che lui ha proseguito con la sua auto solo fino ad un punto, che lui e solo lui ha ritenuto sicurissimo da ogni pericolo.

E’ un uomo d’azione, ma deve continuamnete guardarsi dagli sciacalli pronti a colpire e a copiare i suoi brevetti e le sue invenzioni.

E noi ora cominciamo a capire:

– il cemneto: il suo pane;

– la cazuola: il suo fioretto;

– la betumiera: il suo portafortuna, tant’è che la macchina dove l’ha parcheggiata???

Per tornare alla realtà dei fatti cominciamo col cercare un tugurio dove passare la notte. Ad un certo punto Mc. Gyver pronuncia una frase magica: “Qui!!!”

“Sento che la puntata n° 1 la girerò qui!” e via con i preparativi: picchetti, scenografia,….un bel falò e…la scena madre. Ve la riassumiamo più o meno così:

5 disgraziati persi nel freddo della Siberia che cercano un luogo caldo ed accogliente dove passare la notte e “lui” che arriva sul + bello, senza un nulla, che cerca in tutti i modi di farli entrare nel caldo dello Chalet “Ambà”

Sfortuna vuole che oggi le baite di montagna siano fatte con materiale inattaccabile e quindi di nuovo la sfiga ha voluto che ci accontentassimo del sottostante bivacco Ambà, ancora in costruzione, meno moderno ma ugualmente confortevole.

Con un bel falò davanti è stato uno spettacolo della natura notturna e….Siberiana: ci siamo preparati una bella pasta e ci siamo satollati di tutto punto, aggiungendovi una bella buteglia del Drago!!!

Abbiamo fannullato tutta sera, preparato il giaciglio dove riporre le membra, atteso che l’ultimo tizzone si spegnesse per andare a dormire….su materassi….di perline!!!

Qualcuno in ricordo dei tempi andati, quando faceva tribulare papà e mamma, non voleva saperne di andare a coricarsi e quindi di ogni nei suoi confronti: dal freddo al vino, dal vino al fuoco sulla carne …per finire alla soluzione più drastica: la “inciudada”.

Lo abbiamo inchiodato alla assi e lui ha preso finalmente sonno, dopo le solite imprecazioni.

Certo dormire in un posto così selvaggio non è il massimo, quindi si pensa bene di sprangare la porta. Proprio mentre lo si fa ecco una cosa strana: fuori dalle finestre come dei candelotti, perfetti, con il luccichìo come nei cartoni animati, a centinaia.

Guardiamo bene e ci accorgiamo della verità: erano le fauci dei lupi affamati!!!

Per fortuna era solo un sogno.

La notte vola via che è un piacere, il sonno permette di annullare il tempo, tanto è vero che dopo un’ora scarsa siamo tutti con i denti in mano, rotti dai barbellamenti o con la dentiera dentro il bicchiere di acqua calda, desiderosi di un bel thè, che puntuale arriva.

Qualche fiammata per riscaldare il giaciglio e si ritorna sottocoperta.

Il resto è uno schifoso resto: ci si sveglia, si fa colazione e si scende prima alla Baita Giorgio e Renzo e poi alla macchina.

Punto e fine, la pianto qua perchè mi avete rotto; la prossima volta ve la scrivete voi!!!

P.S.: se mai dovesse capitarvi di girare delle scene di un film non cercate mai come scenari valli come queste!!!!!

Buon Natale e

Felice Gluteo Nuovo

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