Quindi meglio il tempo tra il Gnack ed il Petack???
Qual è la ricetta per andare in giro in una domenica in cui il “Gnak” non si capisce se prevale sul “Petak” o viceversa? in realtà non esiste una ricetta, basta andarci e basta…poi magari nel serbatoio ci butti dentro Braulio & Tiramisù e la miscela che ne esce ti proietta là dove tu vuoi essere.
…solo che per andarci, bisogna almeno partire: invece Gonzales ci ha tirato un primo pacco alle 4,00 di domenica questa (14 maggio) facendoci aspettare almeno un’ora in più del previsto (abbiamo dovuto “battere” in almeno 4 punti diversi tra l’aspettarlo e il ritrovarci). Quando lo chiamavamo al telefono usciva il classico messaggio: “Scavicchi, ma non apra!”
Poi lui cos’ha fatto? Per farsi perdonare è arrivato a Lecco con una macchina che sembrava un reparto dell’ Esselunga su 4 ruote: talmente grande che se metti dentro il testone e gridi ….senti l’eco fino in Yosemity, con Yoghi che si caga addosso, nonostante i Pampers!!!! Se a Lecco gli sali dietro e poi ti porti sul sedile davanti…praticamente ti ritrovi già a Colico.
La sua giustifica è stata: “Sono talmente veloce che stavo già dormendo per la notte seguente, scusatemi!!!”
……considerato ciò;
……considerato che abbiamo organizzato la gita anche in funzione di 2 bagajj che poi sono andati a sciare a Bormio 3000 (la stagione è finita, ma se ti avanzano i punti della Ferrero….ti danno le chiavi per accendere lo skilift, ti regalano la “pacca sulla spalla di Thoeni” più una foto del Planibel …però è un casino!! Devi salire fino a Bormio 2000, consegni i punti, ti danno le chiavi, accendi, ti metti il piattello sui mmaroni e via….all’inseguimento di una fetta di spek fino in cima!); non capisco: sono partiti la sera prima per i Forni, hanno dormito sulla capotte della loro auto, la mattina hanno preso la capotte e hanno ridisceso il torrente che arriva in S. Caterina, poi ci hanno aspettato con i biscotti secchi in mano…..per poi andare a Bormio!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!?????A chi giova?;
……considerato che l’Ormone Impazzito ha suonato fino alla 1,00 di notte a “Lainate con Bornago”, poi a “Cragnate con Bozzate”, e poi è partito direttamente senza dormire;
……considerato che Massimo viaggia d’inverno scalzo a +2°, mentre d’estate abita nell’insegna della Pinguino DeLonghi!!!…….. la mattinata è cominciata bene.
Poi:
- visto che la cima è dove una se la pone;
- visto che nella vita bisogna guardare avanti (ma un’occhiatina dietro, come diceva quello là, ogni tanto ci vuole!);
- e visto che anche senza il bello …noi si va;
eccoci ad incominciare una gita sperando che il bello faccia finalmente capolino, visto che la nostra meta iniziale (il Tresero con le pelli) deve essere cambiata proprio a causa delle nubi che all’inizio non ci permettono di vedere nulla. Ci poniamo come obiettivo la Cima dei Forni (o il Monte dei Forni) che si erge a circa 3.200 mt alla nostra sx salendo (…a vederlo!!!).
Partiamo gambe in spalla, zaino in spalla, sci in spalla (No!!! Gli sci te li inzacc..in du kulu!) verso “la Pizzini” (il nuovo rif di Provenzano…ndr…gli hanno messo davanti l’articolo per confondere le acque!!! Però voi fate finta di niente), e siamo in 8 (anzi 9, visto che l’ultima è ancora troppo piccola ed è meglio portarla in grembo!) a pestar neve, in attesa di cominciare il famoso TRIK & TRAK con gli sci.
Qui un primo episodio degno di nota: ci accorgiamo che mentre si sale, se ci si gira dietro…non si vede più neve!!!…vai avanti ancora e poi ti giri di nuovo e….niente più neve!!! E via di seguito. Per Angeletta & Fabiana questo va bene perché loro sono a piedi, ma per noi comincia a diventare un tormentone!!!! All’improvviso chiami: “Alessandra, dove sei??? Praticamente è dietro di te, ma sollevata da terra almeno 15 metri e, davanti 150 metri, anche il Faustino la stessa cosa. In pratica tutta la neve finita sotto le loro pelli si accumulava all’ennesima potenza e si attaccava alle pelli come la donna quando stravede per la carta di credito!!!
Ma qui ancora una volta Gonzales, parente anche dei Jean Tod delle nevi, “esce” dallo zaino una crema di canguro-antico e rimette in gioco i partecipanti.
Nel contempo Faustino, sollazzante per il lieto evento, riprende la marcia con gran lena, ma c’è comunque qualcosa di strano nel suo incedere; sembra proprio un comodino con le pelli: troppo statico, troppo asincrono nei movimenti, con i nastrini del berretto di lana che sembrano giusto giusto le cordine della luce dell’abat-jour. Lo chiami e non risponde, lo richiami e fa il gesto della chitarra….capiamo!!!!
E’ in concerto, ma dorme che è un piacere!!!!
Arriviamo al rifugio (a proposito…di solito quando parli di pizzini vai a riscuotere…qui invece noi abbiamo solo pagato, mmahhh!) e qui la Nina, la Pinta e la S.Maria, anziché proseguire verso una meta che noi nel frattempo avevamo individuato, decidono di cominciare il gioco della “barra”: tu dai loro una barra di ferro e loro in circa 1 ora te la sciolgono in modo che non rimane più nulla: il Viakal in confronto viene venduto come seconda scelta! E’ incredibile ma le donne in un’ora di discussione sono capaci di raccontarsi anche quello che non sanno!!!!
Ha ragione l’Ormone: è inutile capire qualcosa che in natura non ha spiegazione.
Gli uomini, invece, come nel passato più remoto, decidono di andare a caccia, magari al Passo del Zebrù, dove c’è una vedetta di legno (Bivacco) che permetterà loro di meglio scrutare l’aere!!!! (…che poesia, in realtà il bivacco era proprio un rudere-tugurioso….quasi del tutto crollato!, però il panorama è sicuramente mozzafiato (…quando il cielo è totalmente aperto!!!)).
Ci mettiamo in contatto con le donne (tramite 2 ricetrasmittenti che il buon Lottar mette a disposizione della comunità!) x capire se hanno esaurito le 20.000 parole che vengono loro attribuite da studi scientifici più che provati (…naturalmente in modo che noi si possa scendere a mangiare senza che la digestione decida di riprendersi il suo posto!) e finalmente ci catapultiamo giù per i pendii proprio in direzione del piatto di pizzoccheri che ci attende.
Ad un certo punto il rifugista, lontano da sguardi indiscreti, ci invita (solo noi maschi) a vedere cosa c’è dietro il rifugio (350 tonnellate di “parole”….bla, bla, bla di ogni genere!!!) e ci invita a portare i rifiuti a valle, come del resto sempre richiesto; considerato che il peso è enorme, è una delle ultime volte che portiamo le donne “nei” monti! Rientriamo per ordinare il satollame e qui….
Provate adesso ad immaginare le donne quando mangiano:
- una ha spiegato i trucchi del genere alimentare…………..della catarsi che può nascere dall’assunzione di certi generi piuttosto che di altri (“l’ho letto sui libri!!!”); lei non vedeva, ma anche dai tavoli vicini gli altri facevano “ooohhhhh!!!”.
- l’altra, a furia di spiegare il bla-bla-bla, ha lasciato lì tutto, considerato che il “tutto” nel frattempo ha voluto ri-finire in pentola dalla disperazione; piatto ricco, mi ci ficco, ma solo quando lo dirò io!!!;
- l’ultima, per finire, ha impiegato la bellezza di 50 minuti per mangiare un “solo” piatto di pasta (l’ha chiamata persino suo figlio dicendole: “Dai mamma Vellloooooceeeeee, se mangi tutto stasera quando torni ti faccio vedere la televisione fino alle 22,00”!!!!); vergognati la faccia…comunque anche i rifugisti hanno dovuto lasciare il suo piatto fuori dalla credenza….lo laveranno la prossima stagione!!!
I nomi non li ho fatti ma le 3 marie sono bene individuabili!!!!! ….
”E’ inutile che mi cercate, tanto sono già lontano!”
Quando siamo sazi e disposti al ritorno, usciamo noi stessi dalla porta e rifacciamo i bagagli; facciamo anche un paio di foto insieme al “mammuth” che il rifugista ha con sé e poi scalzate le pelli riprendiamo la via del ritorno.
Arriviamo alle auto che siamo metamorfologicamente diversi: con noi ci sono anche 2 panda!!! Hanno preso il sole talmente male che hanno il segno della bandana…siamo tentati anche di tirare loro un paio di “ganci” in mezzo agli occhi….così il lavoro è fatto, però ci dispiace troppo.
Gonzales mette la prima ed è già nel piazzale di Bormio (sta pensando anche di restituire le altre 5 marce perché tanto non gli servono……in cambio meglio 50 litri di gasolio gratuito!), mentre Patapam cerca di capire che tipo di grafico disegna l’acceleratore mentre è alla ricerca della migliore condizione di discesa! Ad ogni modo il risultato si conta a posteriori e quindi eccoci davanti alla gelateria per l’ultimo atto della nostra giornata, prima del sospirato rientro in macchina che sempre ci preoccupa, considerato che la domenica migliaia di gratakù escono a far prendere aria alle terga.
Entrati nel covo del gelato suggeritoci da Fabiana+Lottar, siamo incollati alla vetrata dei gusti, con le 8 vanghe dello sci-alpinismo rivolte verso l’alto (si insomma le pale che non abbiamo – fortunatamente – utilizzato) pronte a ricevere il ben-di-dio!!!
“Du gust is megl che uan”!, ma quater badilatt is megl pusé ancamò!
“Ohh, ma che gusti da paolotti che avete???” “Io esisto e dunque sono, mi chiamo Fausto e voglio Braulio&Tiramisù!”…….detto fatto; dalla regia ci hanno detto che poi, durante il viaggio, ha fatto il bravo per tutto il tempo; ha preso la forma della chitarra e a dormito come un bambino!!!
Siamo sulla strada per il rientro e più noi ci si porta verso Colico e più il sole spacca le nubi, più ci si incazza e maggiore è il contrasto fra i colori del cielo, dei prati, della neve, del ….nervoso!!!
Comunque il “pensiero zen” vuole che comunque sia andata, è stato un successo. Ci siamo trovati bene insieme, abbiamo mescolato estro a fantasia, cazzate a discussioni da “Porta a Porta” (nel senso che entri in riunione ed esci subito!), abbiamo ascoltato il rumore dei torrenti a Santa Caterina (ed il suono della carta-vetrata sui mmaroni a Seregno!!!), abbiamo apprezzato il passaggio sopra i 3.000 metri del Passo dello Zebrù, dove solo 5 remolazzi erano in giro!
Possiamo dire che quando siamo venuti via, già si pensava ad un’ulteriore uscita magari di più giorni….questo vuol dire che ……..beh ve lo spieghiamo la prossima volta!
“Ciao Kuli”, stavolta sta male; quindi …….ciao Kuli
Fabiana, Alessandra, Angeletta, Lottar, Fausto, Carlos, Massimo, Patapam.
PJ