ATTIMI……… DI VITA VISSUTA (UN DECENNIO NELLA VALLE DEL SEVESO!). (PARTE 1)

Di seguito una serie di piccoli ricordi che ci hanno accompagnato in tutti gli anni finora trascorsi insieme per monti-rifugi-bivacchi-ecc. Si tratta di episodi simpatici che ogni tanto, durante le pizzate o i vari ritrovi, volentieri ricordiamo ancora.

RIF TORINO al Bianco: durante una cenetta serale al self service, ecco che spunta il giapponese di turno. Lo guardi bene perché ti sembra strano che non abbia la macchina fotografica: ritira il vassoio con tutte le delizie (??!!) offerte dal self-service, poi si siede accanto a noi…….ed ecco che estrae la sua KODAK (modello Mammuth 4×5), sale in piedi sulla sedia (con il mondo circostante che resta pietrificato) e cosa fa? Fotografa la cena!!!!!!!!!!! Indietro come la palle del cane.

RIF TORINO al Bianco (Corso Ghiaccio): siamo immersi in uno stanzone tutti insieme e si vive una delle più belle nottate trascorse in compagnia. C’è un misto di serenità per le vie già fatte durante la giornata e di trepidazione per quelle in programma la giornata successiva. Ad un certo punto qualcuno scoreggia voracemente. “E ma adess te propi strascià un cu!!!” e l’altro “No, no ho dumà slungà la riga!!!”

GIUGNO 1996 : eravamo rimasti bloccati in Albigna dall’ora tarda. Era stata una giornata difficile con una discesa errata dal Pizzo Balzetto. Discesa dal lato sbagliato, doppie da stremizio su un unico chiodo, corde tagliate, ma soprattutto le ore 22.00 e quindi il buio e la funivia ormai chiusa da parecchie ore. Decidiamo di dormire nei dintorni della diga, ma telefoniamo ai Soccorsi per poter avvisare casa che tutto è ok e che non ci sono problemi….torneremo il giorno successivo. Considerato che la Svizzera non è poi così tanto lontano dall’Italia, il volpone di turno dall’altra parte del telefono ci mette dalle 1 alle 2 ore prima di riuscire a comporre i numeri giusti per “accedere” al Bel Paese…….però che cosa gli esce dalla bocca quando dall’altra parte della cornetta, risponde la mamma della “Cira”? “Buongiorno….lei aveva una figlia in montagna oggi?” …….ancora oggi quando sono da quelle parti, mi chiedo spesso che faccia potrebbe avere costui!!

ESTATE 1999 Bianco, rif CaiUget. Dopo vari giri ci concediamo una 2 giorni rilassante in questo rifugetto, dove spesso siamo venuti anche con i corsi. Una volta nei letti del bivacco invernale (sottostante) non sappiamo come addormentarci. Ecco allora ideata la gara dei “go-kart” con i materassi. Una favola che finisce per farci dolcemente addormentare cum’è di bagai.

CORSO Ghiaccio al Bianco: è la serata di chiusura con l’Egidio che strimpella la sua grande musica dalla chitarra, mentre tutti cantiamo, ma soprattutto beviamo……non mi ricordo quante sono state le grolle “andate”…….so solo che erano tante e che Luca si è dato da fare. Tanto che quando siamo andati a dormire era ciuco-andato. Dopo un gran cazziatone, probabilmente offeso, è sparito…..l’abbiamo ritrovato dopo 3-4 ore (nel frattempo ci eravamo pure addormentati) nel cesso tra il rinco, l’addormentato ed il dispiaciuto. Da ripetere…..soprattutto con Luca. Bei tempi.

CORSO Ghiaccio 1994: era il corso dal quale sono usciti il Drago, ul Canaja, il Capitano, il Tintoretto e Patapam…………era la resa dei conti: dormivamo al Rif. Gonella in attesa di salire alla cima del Bianco (un sogno). La Via del Papa era la nostra meta. Dopo la rivista zaini, dopo una gran ginnastica agli occhi con le seraccate circostanti eccoci a riposare: tutti belli tesi fino a quando riusciamo a prendere sonno………..dopo 2 minuti arriva la moglie del gestore, che pronuncia poche parole che ognuno di noi ancora oggi ricorda con emozione enorme: “Ragazzi…tocca a voi!”

CORSO Ghiaccio 1994: dopo circa 20 ore tra salita e discesa dal Bianco eccoci dall’altra parte (in Francia ) in attesa di prendere il bus che ci avrebbe riportati a Courmayeur. Una volta saliti scopriamo di essere circondati da italiani (milanesi per la precisione); noi stanchi, ma soprattutto molto puzzolenti non fiatiamo, per non farci riconoscere (e poi perché non ne avevamo la forza!). ad un certo punto, spazientita, una sciura esplode, credendo che tutti noi fossimo stranieri: “UEH ma che spusa chè gh’è dentar chì”. E’ il marasma.

CORSO ALPINISMO 1995: serata al Rif Lecco. Se lo chiedete in giro vi risponderanno che una notte come quella passata…non esiste. Eravamo stati promossi all’interno della Scuola (era il primo anno di attività al suo interno) e non essendoci posto nelle camere, avevamo deciso di dormire in cucina (ma volete proprio immaginarvelo!) oppure in sala da pranzo. Quest’ultima alla fine ha prevalso: noi eravamo in 5, ma in fianco a noi c’era anche il Direttore del corso (l’attuale Presidente Generale dei Cai : il Gabriele). Tra cazzate e cazzate ci saremo addormentati alle 5, con una giornata abbastanza intensa di manovre che ci aspettava, ma Lui…..lui ha sempre dormito e ronfato da paura. Se non l’hanno arrestato per oltraggio alla foresta Amazzonica (avrà resegato miglia di ettari ed in una notte soltanto!) è un miracolo!

VAJOLET: tutti i corsi qui svolti avevano, fra gli altri, una grande obiettivo. Dopo le salite alle Torri, un bel yogurt e mirtilli al Rif. Sartner non poteva mancare….dove tra l’altro per un certo numero di anni era presente una ragazza di nome Heidi. Se non è montagna questa!

ESTATE 2001: sono con la mia mogliettina e sto per salire all’Aiguille du Midi con la funivia. C’è molto vento, ma non mi rendo conto….almeno fino a quando la cabina non arriva nei pressi della stazione sommatale a ca 3.800 mt. Ero troppo intento a guardare 2 impegnati sullo sperone Frendo quando all’improvviso la funivia si ferma……..sotto di noi 1.500 metri di vuoto assoluto, con la gente che comincia a mormorare e qualcosa di più. Sono attimi lunghissimi, poi riprende molto adagio e… va a sbattere contro la roccia…….mi cago praticamente in mano…e con me credo molti altri. Si ferma e poi riparte, ma succede una cosa che non dimenticherò mai: si ferma e perde quota di qualche centimetro!!!!!!!! Sempre i piedi per terra…nella vita!!!!

ESTATE 2003: dopo 3 anni di tira-e-molla riusciamo a fare la via Erba-Fumagalli alla Punta Allievi. Se guardate bene le foto vi accorgete, che dalla gioia, le immagini si muovono ancora oggi. Chi era presente è contento ancora oggi.

ESTATE 2001: eravamo al Rif. Monzino, ma l’avevamo incontrato anche il giorno prima davanti alla teleferica. Era appena tornato dal Pic Gugliermina con una signora e avevano fatto la via Gervasutti-Boccalatte in giornata: col binocolo avevamo visto entrambi sulle doppie. Si trattava di Cristophe Profit e vederlo in giro da vicino è stato bello. E’ stato come tirare fuori Goldrake dal cartone animato!

PRIMAVERA 1996 : rif Zamboni-Zappa è sera ed è il compleanno di Marco Villa. Davanti al dolce gli viene chiesto di indicare quale è stato il giorno più bello della sua vita. Lui poteva dare 1.000 risposte e, dato il personaggio, noi tutti eravamo intenti per vedere e soprattutto sentire……..poi ci ha sorpreso mica male: “Il giorno più bello della mia vita è stato quando Rummenigge ha segnato in rovesciata un mitico goal al Glasgow Rangers”. Neanche Mike Buongiorno poteva immaginare una risposta simile.

LUGLIO 2002: siamo in autostrada e stiamo andando in Val d’Ayas per fare il Castore; ad un certo punto la macchina del Gegio non va più. L’analizziamo da cima a fondo e scopriamo che i topi gli hanno fatto fuori tutti i fili elettrici. Tutto ciò che appare come filo nel motore è completamente rosicchiato!!!! Ma non ci demoralizziamo neanche un po’ e grazie alla perizia del Gegio e dello zio (Jessie) viene incerottato il motore e si riparte tranquillamente alla volta di Saint Jacques d’Ayas.

ESTATE 2000: siamo al Salbitchejen per fare la Niedermann e chiediamo info al rifugista. La via è stupenda e porta prima sulla Zwillingsturm e poi in cima. Però il rifugista ci avvisa di stare all’occhio, poiché qualche settimana prima un tizio in discesa era sprofondato nel nevaio, finendo sul fondo del torrente e morendo annegato. Incredibile fine che ci ha rattristato la giornata. Naturalmente abbiamo fatto la discesa molto attentamente.

5 AGOSTO 1994: alle ore 10.00 in 16 raggiungiamo la cima del Bianco; con alcuni di questi ragazzi ci vediamo ancora ogni settimana: à in tucchh di bagai. Uno spettacolo!

CORSO GHIACCIO 1996: eravamo al Rif. Porro per la salita del Pizzo Cassandra; chi per la Nord-est, chi per la Nord-ovest, chi per la Normale. Quasi in cima scorgiamo un gruppo di scialpinisti intenti a risalire il pendio della parete N-O. ad un tratto uno cade e si fa 300 mt (?) di volo giù giù oltre la terminale!!! Fortuna che noi eravamo già passati!

15 OTTOBRE 1995: era una domenica da dedicare all’aggiornamento ghiaccio ed il luogo prescelto era il ghiacciaio del Rodano. La giornata però era troppo stupenda per perderla ed essendo giunti sul posto al 50% dell’organico…..ecco l’idea prendere piede (….e scappare): cià cà fem ul Galenstock. Detto fatto, però ci siamo anche aggiornati!!!!

OTTOBRE 1995: partiamo in cinque alla volta del Biv. Regondi in Valpelline. L’inverno è alle porte, ma soprattutto partiamo molto tardi….troppo per trovare il sentiero durante la notte; non ci resta che trovare un ricovero e……cosa c’è di meglio di una stalla??? A detta dei presenti è stata una vicenda degna dei migliori ricordi da trasmettere ai nipoti: una notte incredibile a –11° con una puzza di mmerda bestiale, ma con uno spirito cameratesco degno dei migliori compagnoni d’avventura. Da ripetere!

ESTATE 1999: con ul Canaja, dopo aver fatto le poche vie fattibili della Val di Mello, decidiamo di esplorare qualcosa di nuovo; sarà che il nome mi affascinava….ma abbiamo scelto le Placche di Patabang : sarà stato il caldo, l’emozione, il cagotto………comunque chi le sale è un drago!!! Muri completamente verticali, protetti e allucinanti. E già per arrivare all’attacco è un cinema! E’ come fare una via. L’esplorazione comunque è una libidine d’altri tempi.

22 GIUGNO 1996: gli amici Tino e Laura ci invitano al loro matrimonio a Vione (vicino al Passo del Tonale) e noi poi dormiamo ….con loro. Come rompere i cocomeri ai 2 novelli durante la prima notte di nozze!!!!

13-14 LUGLIO 1996: in 10 partiamo per fare la Nord del San Matteo: uno scivolo di circa 350 metri affascinante! Decidiamo di rinunciare al rifugio e allora ci portiamo le tende che piazziamo in fondo al pratone, ai lati del piccolo laghetto; come dimenticare la cena a base di arrosto portato da Luca? Come dimenticare la notte stellata e la dormita in compagnia?; come dimenticare la tenda di Armando piena di muffa e i 2-3 che hanno dormito fuori, ma soprattutto come dimenticare che alle 22.30 ci hanno lanciato contro le vacche, che con il loro scampanellio c’hanno rotto i tre quarti?!!!!!

10 AGOSTO 1996: siamo di ritorno dalla Gengiva al Dente. E’ una frazione di secondo: siamo legati Tino ed io e si sente un tintinnio metallico impressionante, sempre più pauroso, sempre più vicino!!!! E’ una picca scappata dalle mani di un francese che ci sta piombando sulla testa: praticamente passa sopra di noi, sopra le ns testoline, esattamente centrale rispetto alle posizioni da noi occupate! Non bello.

7 GENNAIO 1996: eravamo diretti al Grignone, ma la neve era esageratamente tanta; i gg precedenti ne aveva messa giù a quintalate. Il sole adesso splendeva, ma era una trappola bestiale. Verso le 10.00 eravamo appena passati dal Pialeral, quando in alto, sulla cresta, un remolazzo ha tagliato il pendio: è partita una valanga “biblica”: eravamo diretti ai Comolli. Centinaia di persone hanno rischiato la propria vita: forse anche noi se andavamo via prima. I giornali hanno riportato l’episodio e noi…ci siamo presi un bel cazziatone.

1994: eravamo al Rif. Cai Uget e dormivamo tranquilli nei nostri giacigli, pensando al protogino fantastico e naturalmente alle francesine viste il giorno prima sul giazé. All’improvviso , nel cuore della notte, qualcuno (senza fare nomi, ma di Paterno D.) esplode con: “Tieni, cado, CADO, recupera, ho detto recuperaaaaaa!” Ha letto sicuramente troppi libri!

OGNI FINE CORSO: fino a qualche anno fa, ad ogni conclusione di Corso (di solito l’ultima serata in Rifugio) era d’uopo “costringere” il ns Egidio a portare la sua chitarra fin dentro le ns orecchie: melodie incredibili e tanta gente assiepata dentro e fuori a cantare. Come mai oggi queste pratiche sono scomparse???? E’ una scuola di vita ….non va persa!

12 OTTOBRE 1996: il Capitano ed io abbiamo d’incanto un’idea incredibile: portare i nostri padri a fare un’arrampicata: ne esce una giornata fantastica ai Magnaghi (giro completo) con i papà che dimostrano di saperci veramente fare! Indimenticabile

1997 Rif. Vajolet: è in atto il Corso Roccia ed è una bella serata. Abbiamo appena finito di mangiare (da notare che lo Zio Jessie ha fatto fuori dai 4 ai 5 stinchi insieme a Fabio!!!) che arriva notizia di qualcuno che è rimasto incrodato sulle pareti sopra Gardeccia. Tutti fuori e si parla di una cinquantina di persone intente a scrutare nel tramonto il rumore degli elicotteri per capire dove potevano essere i malcapitati. Ad un tratto in mezzo a noi un tedescone molla una scoreggia BESTIALE, una sassata d’altri tempi (che credo in parte abbia coperto anche il rumore dell’elicottero); mai in vita nostra abbiamo sentito tanto….e basta ricordarlo ancora oggi per far ridere noi ed i famigliari che erano con noi. Credo che il bambinetto figlio del rifugista ed in braccio a sua moglie…..ancora oggi ne porti i segni!

GRIGNETTA: siamo quasi in partenza per arrampicare sulle “nostre” guglie, prepariamo il materiale, ma soprattutto ci chiediamo a vicenda cosa portare e cosa no: lo zaino deve sempre essere leggero. Luca verso Tino, con riferimento alla corda dice: “Porta la mia!” Tino, in tipico dialetto bresciano capisce “Portalamìa” e quindi la lascia in macchina. Ne esce che all’attacco bisogna girare i tacchi!!!!

3 NOVEMBRE 1996 : siamo in Grignetta per arrampicare al Cinquantenario ed al Marimonti. Ad un tratto un tizio che si trova al Rif. Rosalba sente Luca spetonare e con un vocione incredibile che risuona fin giù alla Pagnotta, grida verso di lui (conoscendolo): “UEHH Luca …ho pruvà a sentì scurengià,……ma la pell del cu in su la facia …….a gò ammò de pruvala!!” a fatica siamo riusciti, dalle risa, a concludere la nostra via.

8 FEBBRAIO 1997: siamo in pieno aggiornamento di scialpinismo. Ormai a Medesimo stanno quasi chiudendo le piste e noi siamo ancora lì desiderosi di mangiare neve. Antonio M. spinge per portarci fuoripista ed ecco che allora ci dirigiamo verso il Canalone delle Streghe (??), bello in piedi, degno di essere considerato per una discesa quasi “estrema”: uno spettacolo!! Da allora abbiamo partecipato a tutti gli aggiornamenti!

25 APRILE 1997: siamo appena usciti dalla cresta Ongania, che lo zaino di Luca scompare nel vuoto 100 mt più sotto; è bastato toccarlo dentro male! Cade e si apre: ancora oggi gli sgurbatt della zona ringraziano e sono nostalgici di quei giorni.

20 LUGLIO 1997: eravamo a Courmayeur per fare il Bianco, le condizioni erano pessime e allora abbiamo optato per il Mont Dolent, ma volevamo prima farci una pasta al sugo: dopo 1 ora e mezza l’acqua non bolliva e la pasta faceva schifo. Decidiamo quindi di andare al ristorante del campeggio, che recava sulla porta la scritta “Attenti al cane!” ……………….quando abbiamo pagato il conto abbiamo capito!!!!

22 AGOSTO 1997: vogliamo fare il Bernina, ma si lavora e allora partiamo alle 17.00 da casa appena cessato il ns dovere. Con il Randagio raggiungiamo le dighe di CampoMoro e comiciamo a salire; giungiamo alla Carate, ma oltre il buio è pesto e ci perdiamo fra le gande; torniamo indietro e dopo vari tira-e-molla convinciamo la figlia del rifugista a farci dormire lì. Il giorno dopo siamo andati fino in cima direttamente, dai nervi!!!! E poi il Randagio si è preso una bella cotta per la figlia del rifugista: per 3 gg non ha pensato ad altro.

31 AGOSTO 1997: siamo alle cuspidi Ferrario alla Punta Sertori, ma è molto tardi. Siamo in sette e bisogna decidere cosa fare, perché bivaccare non ci sembra proprio il caso: non è certo una via difficile su cui rimanere incastrati. Decidiamo di calarci perché riteniamo che nei dintorni ci siano i chiodi per uscire (emergenza!). Incredibile ma vero, troviamo tutto (che fiuto)! Però la discesa è un mezzo incubo tra sassi e corde che rimangono incastrate. Esperienza!!! L’anno successivo in un’altra ns uscita ritroveremo le ns corde alla Gianetti, recuperate.

23 DICEMBRE 1997: l’antivigilia di Natale fanno sempre le fiaccolate e questa serata è talmente bella che non possiamo rinunciare a fare in fiaccolata anche la ferrata del Medale. Da allora è diventata una tradizione a cui cerchiamo di non mancare.

27 GIUGNO 1998: il Corso Ghiaccio aveva in programma la salita della Nord-est delle Courtes. Una salita grandiosa! Una volta a Chamonix le condizioni della parete, abbiamo saputo, non erano ideali; considerato poi che non si tratta di un posto tranquillo e breve……finiamo in un pub a vedere la semifinale dei mondiali fra Italia e Francia. Non vi dico la pronuncia francese dei giocatori italiani: uno spettacolo goduto! Cosa possono fare 20 alpinisti in un pub.

8 DICEMBRE 1998: siamo di nuovo al Regondi, ma il freddo durante la salita, unito al vento, diventa bestiale. Appena arrivati il termometro segna –20° e sono le tre del pomeriggio. Passiamo molto tempo in 5 nei sacchi a pelo, ma poi riusciamo a giocare anche a briscola chiamata!! Conosciuti 2 tizi di Pavia, mica tanto registrati che l’indomani volevano salire al Gelé!!!!!

31 DICEMBRE 1995: saliamo alla baita di Bovisio in Val di Scalve per festeggiare capodanno in compagnia, ma la manutenzione deve essere fatta almeno un paio di giorni prima. Il Tintoretto nell’intento di sgelare i tubi dell’acqua, dopo vari tentativi andati a vuoto, si incazza, prende l’iniziativa, alza un mastellone pieno di acqua bollente…..e la lancia sui tubi del rifugio…verso l’alto. Non ha calcolato bene il lancio…fatto sta che tutta l’acqua fino all’ultima goccia gli è tornata indietro e gli è finita completamente addosso. Fumava tutto da cima a fondo, bagnato fradicio. Non vi dico le risate di Luca (che conoscete bene!!!): le sentivano fino a Bergamo. Che storia!

27 DICEMBRE 1998: ancora Baita in Val di Scalve, ancora un ultimo dell’anno festeggiato con 41 bamba. L’anno però è stato particolarmente freddo e i tubi dell’acqua questa volta si sono gelati fin troppo. La decisione è quella di collegare dei tubi di plastica che dal paese giungano fino alla baita: si tratta di un buon km che dobbiamo attrezzare. Con noi ci sono i 2 ing del gruppo: il Capitano ed Etabeta. Vederli all’opera tra bar, pressioni e calcoli vari per capire se l’acqua arriverà è uno spettacolo. Tutto a posto, tutto fissato, un lavoro del diaul porcu…..e poi l’acqua arriva anche dai tubi d’origine. Che beffa!

16 AGOSTO 2001: siamo in Albigna e con ul Canaja decidiamo di abbandonarci alle placche dello Spazzacaldera; alcuni itinerari li abbiamo già percorsi e, soprattutto, vogliamo rilassarci. Scegliamo di fare “Lasciami lì”….ma c’è un fracasso di gente. Incontriamo 2 ragazze che hanno la relazza tra le mani, ce la facciamo prestare e diamo un’occhiata: “Cià…..vist che sem chì fasem la via Felici!” Abbiamo iniziato la via e non c’era una presa, un passo, un grado che fosse come da “manuale”: infatti eravamo (ma l’abbiamo scoperto dopo!) su “Buttami giù!”….perché la via Felici in realtà è Mosaico. Insomma siamo partiti per fare A, abbiamo scelto B, in realtà abbiamo fatto C. e ci hanno insegnato ad usare la libretta!!!

1995 RIF Stoppani (Resegone): erano i tempi in cui anche le passeggiate erano prese d’assalto. Questa giornata era un po’ spenta ed uggiosa….ma qualcuno conosceva che al Rifugio si mangia bene. Infatti hanno cucinato un maialino intero…….gli altri sono scappati per la paura!

23 DICEMBRE 1999: e’ ancora di scena la fiaccolata dell’antivigilia di Natale. Solo che questa volta più ci avviciniamo alla cima con la ferrata e più continuiamo a sentire odore di carne: avranno sacrificato qualcuno sull’altare del Medale? In realtà c’era 4 persone che stavano facendo andare le costine sulla brace alle 23.00……..figurarsi poi se uno di loro non lo conoscevamo!!!!

24 DICEMBRE 2001: stiamo assistendo alla S. Messa di Natale nel Santuario Madonna del Soccorso sopra Ossuccio. Alla fine il sacerdote, che appariva + come un frate di altri tempi, nel momento della benedizione aggiunge un paio di paroline che ancora oggi ricordiamo con piacere e simpatia. “La messa è come la gonna……più è corta e più piace!” da quel momento è rimasto nei cuori dei più.

LUGLIO 1999: con ul Canaja ed il Capitano siamo al Salbit e vogliamo concludere la Sud (già salita per un pezzo l’anno prima dal Canaja e dal sottoscritto). La salita non è estrema, ma permette di godere di un’arrampicata da favola e di un panorama da “groppo in gola” sulla Ovest. Siamo usciti belli cotti ed una volta la rifugio, non ancora sazi, abbiamo preso il toro per le corna e siamo partiti nuovamente e subitamente per il Bergsee….ciò vuol dire scendere, prendere la macchina, spostarsi e risalire al rifugio; il tutto per una bella giornatona intensa. Quando ci siamo svegliati l’indomani per fare anche qui la Sud, avevamo davanti al letto uno specchio, che rifletteva all’interno del camerone l’immagine della parete. Provate ad immaginare la scena svegliandovi e trovando fuori una giornata da ricordo. Doppio spettacolo coi fiocchi.

AGGIORNAMENTO: siamo ai Corni per fare aggiornamento con la prova del copertone. Siamo in tanti ed alcuni non li conosciamo ancora bene perché è da poco che noi siamo nella Scuola. Ad un tratto uno di loro, a proposito di gradi e di arrampicate, dice: “Io arrampico sempre un grado in meno delle mie capacità………salvo quando bevo!!!!”. E’ rimasta .

CORSO GHIACCIO 1997: siamo nelle vicinanze del Col Flambeaux a fare un po’ di manovre, quando picca alla mano, cominciamo a scavare lettere nel pendio leggermente inclinato che dà sulle cabinovie rosse della traversata Midi-Torino; ne esce una scritta a caratteri cubitali che ancora oggi mantiene intatto il suo valore. La scritta era: BRUTTI CULI e aveva la grandezza del metro circa: insomma i viaggiatori se ne sono sicuramente accorti.

CORSO GHIACCIO 1997: siamo sempre “dietro” a fare le ns manovre, quando all’improvviso scorgiamo una ragazza che viaggia tranquillamente sul Col Flambeaux senza un minimo di accorgimento alpinistico: scarponcini modello rasta, gonnellina scozzese e zainetto della “Chicco”…tutta intenta a godersi il panorama. La raggiungiamo invitandola a non prendere sottogamba quel percorso. Troppo Didattici!!!!!

1994: anno ufficiale in cui nascono terminologie ancor oggi in auge. In particolare: TAC e PORCOREO. Siamo alla base del Miage e dobbiamo preparare i nostri zaini. In quel periodo hanno riproposto Ragazzo di campagna in televisione. All’improvviso, senza che quasi ce ne accorgessimo, in 5 o 6 abbiamo cominciato contemporaneamente a dire: “ramponi TAC, piccozza TAC, imbrago TAC……..e continua ancora oggi. Porcoreo invece non ve lo dico!

1999 Spigolo Vinci: siamo sui tiri piu’ belli e dietro di noi si affaccia una cordata che però, per quanto veloce, non ci raggiunge. Sui tiri finali riusciamo a vederli che all’altezza del diedro nero si stanno calando. Noi proseguiamo nelle ns manovre e praticamente scendendo in doppia giungiamo quasi alla fine sopra il gran tettone, dal quale non manca piu’ molto. Insomma facciamo in tempo a trovarci ancora tutti insieme e, cordialmente ci informiamo su cosa è successo. “Eravamo in troppi …e poi voi ci facevate da TAPPI!!!” Dico solo: Che coraggio!!!! L’alpinista è proprio un bastardo!

1992 FERRATA CORNI DI CANZO: ci conosciamo appena ed un certo Egidio (che poi diventerà l’Egidio!!!) ci sprona a salire, ma lo fa in modo tutto suo: “Dai vai, però ocio perché se cadi con il culo, ti spacchi i denti!!” Gli stavamo già allora simpatici!

1999 AGGIORNAMENTO SCIALPINISMO: siamo sulle piste di Courmayeur. Sciamo sempre con la testa girata a sx (insomma il Pilone esercita sempre un bel influsso!) a tal punto che viene quasi il torcicollo….fino a quando il maestro ci propone di utilizzare il FUN-CARVING. E’ una figata bestiale……..finiamo la giornata che siamo cotti-brasati, ma non vi dico le discese fatte.

2002 ROCCA SBARUA. Con il Pollo ed ul Canaja siamo in aperta esplorazione sullo sperone Cinguetti, ma prima dobbiamo passare dal Rifugio Melano. Era chiuso, la porta è come quella dei bivacchi in lamiera. E’ di ferro battuto e di colore azzurro. Qualcuno che veniva da lontano, incazzato nero per il fatto che fosse chiuso, aveva scritto con un pennarello indelebile a caratteri cubitali questa frase: “Ma se il rifugio non lo tenete aperto il sabato e la domenica, quando c…. lo aprite?” la protesta va bene….ma la prossima volta utilizzate qualcosa d’altro.

2002 VAL D’AOSTA: al rif Mezzalana c’è della musica: Guccini. Saliamo al Guide d’Ayas e c’è dell’altra musica: Guccini. Una settimana dopo siamo in Val Grisanche al rif Bezzi e suona ancora della musica: Guccini. Sarà anche bravo però siamo andati all’ospedale a farci togliere i denti dei ramponi dalle ….balle!!!! Dite ai valdostani che di cantautori ne esistono!!!

8 SETTEMBRE 2002: passeggiata in Val Roseg salendo verso la Capanna Surley…..ad un certo punto c’è una baita che sembra un rifugio, ma in realtà è una abitazione privata molto carina. Ci fermiamo e riceviamo un’ospitalità da parte di due coniugi veramente speciale: ci hanno offerto anche del thè. Svizzeri cordiali si contano sulle dita di una mano da “falegname”. Comunque da allora le stagioni sono cambiate: non piove e non nevica più!

13 OTTOBRE 2002: sono al Bivacco Anghileri-Rusconi in alta Valmalenco, quando all’improvviso squilla il telefono!!!! Era l’antifurto di casa!!!! Che sfiga…….giù di corsa…..e li abbiamo presi!!!! Scherzi a parte, meno male che era stato solo il vento…però non è bello!

23 DICEMBRE 2001: quest’anno abbiamo cambiato e siamo stati a S. Tomaso per le fiaccolate. Peccato che giunti al pianoro abbiamo visto bruciare quasi tutto il Barro. Addio vecchie tradizioni!

GRIGNETTA 1994: siamo diretti ai Magnaghi: ci sono ul Canaja, il Capitano, il Drago, il Tintoretto, ma alla Pagnotta c’è seduto tranquillo anche Riccardo Cassin. Gli rimaniamo seduti di fronte e beviamo almeno 5 caffè per godere bene del momento!

CORSO ALPINISMO 2003: stiamo salendo al Rif. Pizzini e ad un tratto un’allieva (praticamente dopo 5 minuti) ha vesciche da paura. Beh è salita scalza la rifugio. Altri tempi!

7 GIUGNO 2003: con il Corso siamo sul Cinquantenario quando all’improvviso escono sulla cima un ragazzo ed una ragazza con facce già viste….tipiche da Val di Mello. Leggere libri fa bene perché li riconosciamo: sono Paolo Vitali e Sonja Bramati.

12-13 LUGLIO 2003: stiamo salendo al Bivacco del Sasso Rosso per un pendio che solitamente non presenta difficoltà. Quest’anno invece è uno schifo ed i crepp si susseguono paurosi. Siamo con un’altra cordata conosciuta al Rif e sono 2 ragazzi di Canzo. All’improvviso nei pressi di un crepaccio molto largo, ma soprattutto molto profondo cerchiamo il passaggio piu’ sicuro; i ponti non sono il massimo. La cordata che ci segue prende una direzione strana e un attimo dopo vedo sprofondare il primo in una frazione di attimo, come risucchiato!! Si è fermato fortunatamente dopo 6 metri su un ponte interno. Li abbiamo aiutati e…..gli aggiornamenti annuali servono!!!

20 LUGLIO 2003: pendio Nord del Weissmies ore 10.00 noi siamo di ritorno, ma c’è molta gente che è appena partita. Incontriamo un giapponese solo soletto, che procede in una zona pericolosa. Ma possibile che certa gente crede ai crepacci solo perché li vede…e quelli nascosti?!!! Il presidentone di Montevecchia d’autorità pronuncia parole pesanti: “Krepp in the ice!! Memorabile.

ESTATE 2003: siamo alla Schonbielhutte sopra Zermatt e all’improvviso sentiamo un tonfo bestiale che proviene dal lato ovest del Cervino. Sotto la capanna Carrel viene giu’ una frana di terra che in attimo rende tutto invivibile ed invisibile. Sapremo poi che, qualche giorno dopo, una di proporzioni piu’ grandi scenderà di nuovo compromettendo forse anche la via svizzera. Crolla la Testa di Valnontey, la Nord del Disgrazia, le guide non portano nessuno sul Bianco e sul Rosa si puo’ fare pochissimo. La Nord del Pasquale è ormai un tanga, quella della Cima Cantone non esiste più. E’ una tristezza infinita. Ho già preparato un reclamo a Dio: me lo firmate?!

VAJOLET: le cucine in rifugio di solito sono sempre buone, ma in questo posto durante i vari anni nei quali si sono svolti i corsi, abbiamo sempre dato sfogo alle ns gole. Tra carbonara, stinchi e strudel ne abbiamo veramente fatte a mazzi.

LE NOTTI IN RIFUGIO: tante ma mai troppe……quante volte a raccontarcela sotto le coperte, quante volte con le levatacce, ma anche con qualche “menu mal ca sa và no, perché sun strach m’è un asan”. Bei momenti veramente.

22 GIUGNO 1996: ancora al matrimonio di Tino e Laura. Siamo in procinto di dormire ed il Capitano, dopo che tutti avevamo preso sonno, ha la brillante idea di far cadere l’asse di protezione del letto a castello. Mi finisce diretta sull’occhio, visto che ero proprio sulla direttrice. Avevo quello di scorta!

VIN BRULE’: almeno 1000 litri ne avremo fatti!!! Oggi non si fa più:……manca Luca, manca il vin brulé o manca la voglia??? I padelloni pieni zeppi al Bianco o Dolomiti dove sono finiti?? Serate indimenticabili al chiaro di luna o del fuoco.

ATTACCO DELLA VIA “LECCO” 1996: incontriamo due “arzilli accademici” con i quali scambiamo 4 chiacchere. Ci raccontano che in quel medesimo punto, molti anni or sono, stavano arrampicando e la sicurezza la facevano a spalla…….peccato che poco prima avevano lanciato le doppie da un’altra via e la corda era finita completamente su una cagata di qualcuno. Potevano raccontarci dell’altro!!!

RIF PIALERAL 1997: siamo divinamente seduti di fronte a piatti pieni di pasta al ragù e di stufato d’asino. D’improvviso la discussione finisce sulla scelta del compagno con il quale andare ad arrampicare….soprattutto se donna. Ne esce una diatriba bestiale dai contenuti polemici ed infiniti. Facciamo notte.

CAPODANNO 1997: siamo alla Baita di Bovisio e già alle 8.00 lo Zio Jessie fa scaldare il Vov. Si fa colazione e salta fuori la solita discussione sulla cordata. “Il secondo è sempre un sacco di patate!” non vi dico come finisce…a legnate è dir poco.

BIANCO: dopo varie salite un allievo, frequentatore assidio di moti corsi, ci ringrazia acquistando una cassa completa di vino!!!!! Altri tempi e…non esistono più gli allievi di una volta!

ALBIGNA 2000: sono con ul Canaja su Mosaico e i tiri sono una favola via l’altra. Ad un tratto, erroneamente, facciamo una variante a dx del tiro duro (in alto). La parete era strapiombante e noi a convincerci che uno strapiombo così esagerato non poteva essere 6°. A furia di stare lì però il 7+ è diventato 6°…….la convinzione è il futuro dell’alpinismo. Fatto sta che superato questo muro…..vediamo alla ns sx Aldo, Giovanni e Giacomo che escono tranquillamente. La via era di lì!!! Peccato che la via à l’è corta.

ALBIGNA: ci stiamo dirigendo verso “Tartaruga” e con noi ha deciso di venire anche Luigi Cattaneo. Purtroppo è stata l’ultima volta che abbiamo arrampicato con lui. Per tutti noi la meteo era lui! Sono rimaste celebri frasi, come “Al mattino quando uscite dalla Gianetti, se il tempo è brutto, andate lo stesso all’attacco del Badile; se poi peggiora tornate indietro, ma almeno sapete dove si trova l’attacco!”

GLI ALLIEVI: strana gente è passata nella Scuola. Chi ruttava la mattina aprendo la finestra del rifugio, chi veniva in jeans (con la piega!) a fare le uscite; chi aveva la borsa al posto dello zaino, chi si rifiutava di portare la corda nello zaino per scendere a fare le manovre ai sassi del Vajolet, chi saliva carponi dal sentiero del Monzino, chi ha fatto i corsi perché aveva paura dell’imminenza di una terza guerra mondiale e voleva essere in grado di scendere in doppia dal balcone in caso di forte necessità, chi aveva sempre qualcosa da dire durante le lezioni teoriche, chi pretendeva di scegliere la via da fare, ecc ecc.

IMPATTO AMBIENTALE: è una serata tranquilla e la lezione in oggetto riguarda l’impatto ambientale. Si comincia a parlare di nidi, uccelli che vengono disturbati mentre si arrampica, di zone nelle quali i camosci vanno in campora……e finisce a bastonate nella Sede vecchia: una polemica veemente, che si trascina fin oltre la mezzanotte. Ugualmente costruttiva!

1993 CORSO ROCCIA: eravamo tutti immersi nella nostra camerata e prima di dormire, ogni sera, attendevamo con ansia che STRACCETTO, con la sua maglietta del Che Guevara, ci leggesse una frase che nessuno di noi ancora oggi ha dimenticato: “Chi non è mai stato nel silenzio di una notte australiana….non può sapere cos’è il silenzio di una tale notte; così scriveva il famoso scrittore inglese Arthur Mc Donald: non era mai stato in Australia, ma proprio per quasto gli fu dedicato un lago, che da lui prese il nome: Mc Donald lake” . senza questa frase non potevamo prendere sonno.

1993 CORSO ROCCIA: sempre una di quelle notti che non puoi scordare. L’aria quella notte era molto “pesante” e ad un tratto Marchino di Osnago prende la parola dicendo al Tintoretto: “Cià dam chì la pila parpiasè!” e l’altro: “Stiafà….ti à vedè l’ udu!”. Non vi dico noi, ma soprattutto Luca.

GIUGNO 2003: abbiamo appena passato la terminale del Gran Zebrù, di ritorno dalla cima con i ragazzi del corso di alpinismo; siamo tutti contenti e lo chiediamo anche a loro: all’improvviso Giovanni (detto il ciclista!) sbocca con veemenza!!! Bastava dirlo che non gli è piaciuto!

1999 ANGELONE: siamo su Anabasi ed il Capitano all’improvviso non sta bene; non facciamo in tempo a recuperare le corde in sosta per ridiscendere in doppia, che lui sbocca verso il basso, senza evitare (purtroppo) parte delle corde. Meno male che sotto di noi non c’era nessuno….un po’ meno aver deciso di andare con lui – quel giorno – ad arrampicare!

GIUGNO 2003 LECCO: stiamo assistendo alla serata di Simone Moro quando, nel raccontare la tragedia vissuta con Anatoly Bukraeev, ad un tratto e di fronte ad una domanda del pubblico sulle peripezie vissute anche a livello critico nei suoi confronti, si lascia scappare una metafora che fa esplodere la sala: “Quando si verificano certe cose…..a posteriori, io godo come un cinghiale!”

GIUGNO 2000 CRESTA SPRAUNZA: stiamo percorrendo, durante un aggiornamento, la famosa cresta che porta in cima al Morterascht; fatte le cordate vediamo subito che i due Gallo sono insieme in una cordata memorabile del tipo “Possono due Galli fare una cresta?” Il Pollo praticamente non smette mai di parlare da fondo a cima, mentre il Gallo sembra assorto nei passaggi….senza proferire parola. Alla fine uscirà sui pendii finali con la testa grossa come il Sasso Remenno!!! Indimenticabile.

VAL VENY: avete mai provato a giocare al 2 sotto la Noire; beh fate un saltino là e troverete ancora le carte. “Osti à o fa ul giok de la dona….pusibil che tà se minga bun…quel lì à l’è giok!”.

8 DICEMBRE 1998: ancora un episodio al Biv Regondi. Fuori imperversa la bufera e la temperatura è –20°….quindi vengono in mente le pagine di tutti i libri dove si legge che fare i propri bisogni diventa difficile. Addirittura ci si chiede come puo’ essere….beh qui abbiamo provato!!! Fuori non si poteva certo andare….e l’unica è aspettare che tutti si addormentino.

CORSO ROCCIA 1997: stiamo completando le manovre ai sassi e fra i vari gruppi c’è anche quello della risalita della doppia. Sale la Cira con i calzoncini corti “ascellari” e all’improvviso tutto si blocca: tutto è pietrificato! Sapremo poi che a Vigo in 4-5 hanno cioccato anche con la macchina.

PIZZO VAL DELLA NEVE 2002: canale di accesso che è infido, sporco, pericoloso e bastardo. Dopo aver dovuto rinunciare alla Niedermann al 3° tiro dato che il diedro era molto bagnato…eccoci a cercare di raggiungere l’attacco dei “Gufi”. Occorre però attraversare il nevaio-ghiacciaio e farlo senza ramponi non è la fine del mondo……..ma se vi scappa un piede. Beh dovevate sentire ul Canaja mà l’era incazà; di solito quando si va alla via …. Si prega!

PIZZO BADILE 1996: siamo esattamente sulla frana quando mi tolgo l’anellino per evitare che possa capitarmi qualcosa durante l’arrampicata; in effetti era meglio pensarci prima, ma fa lo stesso. Il Capitano e l’Ing. sono sopra di noi, mentre io sto recuperando il Drago: all’improvviso mi casca l’anello e comincia la lunga caduta fra continui tintinnii…sempre più lontani. Esattamente 40-45 metri sotto compare d’incanto una mano krukka che …al volo…lo aggancia. Spero per lui che oggi giochi a baseball negli States, perché per me è stato un fenomeno!

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