VIA VA’ E LA CORDA RESTA LA’!!!

( 3 giorni in Val Masino )

Valutazione complessiva: D+ iaül porcû.

Come ogni mercoledì eccoci tutti riuniti a decidere il nuovo itinerario per il sabato e/o la domenica…..e/o il lunedì……….e/oohhh alüra i finì de sta in gir !!!! (ci chiedono se è possibile festeggiare San Brico; accettiamo di buon grado [di un buon 4° grado] e così allunghiamo il weekend. Oh, attenzione, ci si appella a qualsiasi santo pur di restare lontano dalla civiltà qualche giorno in più.)

Siamo già in giugno (8-9-10) e l’intenzione è quella di portare a casa una via “in ambiente”; pensiamo di essere unici: si sceglie la via, tutti sono pienamente d’accordo, dunque si è pronti a partire e il bello è che la via tale è e tale rimane: oooohh, zio caro, mai nessuno che obietta (….che noia, che nervi!!!)

All’inizio siamo euforici: “Aleghër, aleghër, che fém la via del Pèder (VI, A1, A2, Assorrata!!)”

Poi ci ridimensioniamo: “Meglio una via sulla Sfinge!”

Infine la realtà:” Ma che Sfinge d’Egitto, cominciamo a riscaldarci con la Punta dei Milanesss,…..tanna Eva!!”

Per evitare di far visita a qualche altra stalla diamo giusto giusto un sol colpo di telefono a Dino Fiorelli (che om, che umet questo gestore della Omio!):

Pronto, pota, siamo in tre, pota

teneteci tre posti, pota

ci vediamo domani, pota e chiudo!

La situazione è la seguente: Zaccheo, Ezechiele e Tobia partono il sabato e hanno intenzione di compiere la traversata del Baltoro; Teobaldo e Remigia salgono la domenica e hanno la stessa intenzione.

Zaccheo ed Ezechiele hanno a disposizione 2 giorni (sabato e domenica), Tobia 3 giorni (anche il lunedì), Teobaldo e Remigia 2 giorni (domenica e lunedì).

Ora, se Zaccheo scende con Ezechiele la domenica sera (essendo essi stessi saliti il giorno prima) e se Tobia scende ma poi risale per fermarsi, chi rimane con Teobaldo e Remigia?

Se credete che costui sia Tobia allora scegliete e barrate la casella A; se credete, invece, che l’interessato sia Zaccaria allora barrate la casella B. Estrazione e premi il prossimo 31/12.

SABATO.

Ore 10.00 Arriviamo al parcheggio dei Bagni dove, dopo aver riempito i soliti zaini, partiamo alla volta del rifugio.

Ore 10.15 Siamo stracchini; fa un caldo del Diaul, ma nessuno molla.

Ore 12.00 Arriviamo freschi come rose al rifugio; non c’è ancora nessuno, il mare si stende azzurro davanti a noi, turchese è il suo colore; la sabbia fine ci invita a sdraiarci sulla battigia, dove giovani puledre ci servono un liquore indigeno: l’acquaspllasshhhh!

Chiediamo subitamente ogni genere di informazioni sulle vie da salire a Dino “il gestore” (che Omio questo gestore!), mangiamo giusto qualcosa per poi lasciare il rif. in direzione della slanciata Punta Milano. Obiettivo: la via “Ocio ai min!”

Bella via: 59 tiri e mezzo, tutta tetti tutta e camini anche, con couloir finale gusto mozzafiato (solo quello anteriore però!!!).

Passiamo in scioltezza ogni tiro e in 1,30 ore siamo fuori da tutte le pettole o, almeno, così crediamo.

Abbiamo arrampicato senza gli zaini, ma un contenitore cielo siamo portato dietro. Per il momento è ancora piccolo, ma contiamo di riempirlo presto (anzi crediamo proprio di riempirlo ogni volta che usciamo: è il contenitore più vuoto e, nello stesso tempo, più pesante che c’è: quello dell’esperienza!!).

Pensavamo di aver risolto tutti i problemi, ma non abbiamo fatto i conti con le doppie.

Buttiamo le corde dove ci sembra + logico (tranquilli, le abbiamo prima ancorate!) e dove la doppia risulta anche + comoda (1 sola da 50 mt, anzichè 3 sulla via normale).

Fatti i dovuti calcoli, trovata la varianza e moltiplicato per 2 il quoto, ci rendiamo conto che, con quell’unica doppia arriviamo alla base (…per un pelo) e quindi ci caliamo.

Giunti tutti e 3 (Zaccheo, Ezechiele e Tobia) alla base, tiriamo la corda giusta, ma questa non viene.

Alè, era tanto tempo che non finivamo in una situazione di stallo!

Uno, due…e tre via: “Porca hontas, merda, porco reo, vacca porca, tannna eva porca, zio caro, porco e vagone, purcelassa, porca miseriaccia bestia schifosa lurida e ripotannnnna eva…e pota!!”

Pausa.

“Mi sa che ci conviene andare a dare una mano all’Unicef…… pardon, non volevo; volevo dire che dobbiamo andare ad arrampicare sulle placche di Lourdes!”

La corda non ne vuol sapere di scendere; la tiriamo in tre, ma niente; recuperiamo tutto l’8% di allungamento, ma non se ne parla.

…tanna eva, perchè non scende, pota

zio caro, proprio adesso, purcela

porco reo, bisogna risalire, diaul porcu!…

Cosa facciamo?

Allora… prendi tre uova e un po’ di funghi, li fai trifolare poi fai soffriggere delle cipolle e butti tutto dentro…..

Belli e contenti estraiamo a sorte chi deve risalire: la monetina cade tre volte in piedi e quindi sale Zaccheo, sotto strapiombi di Pio IX-.

Dopo nemanco 12 mt. lo stesso Zaccheo è troppo contento della giostra che ridiscende per risalire l’indomani.

Lasciamo dunque le doppie e scendiamo “più leggeri” al rifugio, dove chiediamo gentilmente una corda per tornare lassù a prendere quelle lasciate.

Al rifugio abbiamo tutti quanti la sensazione di non essere minimamente “cagati”; ci sentiamo dei fantasmi, nessuno ci vede, ognuno è intento a prepararsi le sue “scodelle”…mah!

“Cià, scendo alla macchina a prendere la corda di scorta; no scendo io: No, allora scendiamo tutti e tre; ochei vado io, vado, prendo e torno!”

Detto fatto. Giusto il tempo di andare e tornare e siamo di nuovo riuniti in rifugio a bere un the caldo (chellì al meti a post mi cunt una bela picuzada!)

DOMENICA

L’indomani è una giornata “tranquilla”. La corda viene recuperata – ci si accorge che è una corda ostiata – e i tre bigoli rimangono distesi al sole come lucertole; siamo talmente rimba che Teobaldo arriva, ci guarda, ci guarda, ci guarda………..meno male che è arrivato qualcuno che ci vede.

Sono ormai quasi le 16.00 e dopo un po’ di sole, qualche sorso d’acqua, qualche soccorso in elicottero ecco che Zaccheo ed Ezechiele ci lasciano per tornare in patria.

Rimangono dunque Teobaldo, Remigia e Tobia.

“Ma noi dobbiamo dormire in siffatto misero tugurio?”

“Ehh si…. questa polveriera fa proprio al caso nostro!”

La giornata volge al termine: Dino scende sgambettando verso la valle, lasciandoci però un bel piatto di spaghetti; si parla del PIU’ e del MENO, dopodichè, finalmente, si prepara una bella sssssüpa ai funghi porcini……ma non solo: abbiamo grana, tonno…eva, salame a iosa, 1 kg di speck, crackers, brioches, ecc. ecc.

Dopo l’ultimo the in compagnia eccoci sotto la polvere a tentare di prendere sonno: c’è chi sogna il principe azzurro, chi sogna a ripetizione, chi grida nel sonno…..insomma è un guazzabuglio!!

Alle 5.45 suona quel….. dell’orologio di Teobaldo e alle 5.46 siamo già in marcia.

L’avvicinamento è rapido, la via un po’ spigolosa, ma con grande gioia raggiungiamo il “naso” della Sfinge.

Qui decidiamo di aprire una variante: “Como-Faccio l’ultimo tiro??”

Una stretta di mano, un gioco da villano ed arriviamo all’intaglio, dove ci caliamo e su cordini nuovi e su cordini “diciamo leggermente sdruciti”.

L’appagamento è grande, sicchè al ritorno ci svacchiamo sulle pietre alla base dell’attacco, dove non c’è anima viva.

Purtroppo anche il lunedì è volato; “ma siamo proprio sicuri di dover scendere?”

Volere, potere, dovere questo è l’eterno trilemma!

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