(‘nà a fà ül Biönc….turnà néghér!!!)
E’ il 18 luglio e l’idea è quella di fare il Monte Bianco.
Ormai sono lustri che ci prepariamo a questa salita, a volte vista come un incubo, …per la fatica che dobbiamo fare (o, meglio, per allenarci a sopportare la fatica!)
Quest’anno la sfortuna è durata parecchio e noi siamo lì, pronti a cogliere l’attimo in cui si arriverà al fatidico tornante: è lì che verremo fuori noi; il resto sarà una “volata”.
Già un punto a nostro favore c’è: la fine del Corso di Alpinismo ’97 (quest’anno non una gita senz’acqua….ma non nei ruscelli o nei torrenti, ….sulle crape!!!).
Dopo questa Via Crucis il tempo si spera tornerà al bello, anche se gli svizzeri danno 7 settimane di brutto-bruttissimo, anzi schifo!
Comunque, indipendentemente da tutto ciò, che non interessa a nessuno e nessuno ce l’ha chiesto (anzi non capisco perchè bisogna continuare a menarla!!!) vorremmo raccontare a quelli che ancora avessero l’intenzione di ascoltarci cosa diavolo abbiamo combinato in questi 3 giorni valdostani, quando invece avremmo potuto trastullarci nelle acque balneari mucillaginose.
Tralasciamo il viaggio…senza emozioni. Arriviamo al dunque: arrivo alle 17.15 a Courmayeur dove facciamo coda prima di porcheggiare in piazza.
Tutto bello fino a quando guardiamo orizzontalmente…quando alziamo gli occhi….è un casino:
nel cielo è tutto un frastuono, con angeli e diavoli che soffiano sul Bianco, buttano secchiate d’acqua e spiumano cuscini imbiancando cime, creste e giazé.
Qui i primi insulti ad Anna, che tutti conosciamo…poi a qualcuno sembra di intravvedere qualche elemento del Corso di Alpinismo ’97 in gita da quelle parti….!!!
Nessun commento! Altri saluti ad Anna.
Passiamo dalle Guide per vedere il meteo: proprio davanti all’ufficio stanno sacrificando il metereologo della Rai su una pila di legna ardente!!, mentre la gente urla e picchetta con cartelli del tipo:
E’ ora di finirla!
Diamo tempo al tempo!
Facciamo noi il bello e il cattivo tempo!
La caciarra è assordante, mentre una guida piangendo, ci supplica di non andare al Bianco e men che meno olterpassare il confine, risparmiando così 50 sacchi che andranno come fondo per la ricostruzione della Brenva: davanti ai nostri occhi, sotto l’immane parete sud glaciale del Bianco, migliaia di volontari in fila indiana portano, ciascuno, un sasso o un blocco di giazzirollo, necessari a ricostruire lo sperone, meglio il tocco di sperone squarciatosi l’anno addietro.
E’ commovente vedere come la gente tiene a queste vie superbe e al volere mantenerle intatte: che alpinisti, che öm!!!
Tornando a noi, tutto sta baccano ci ha fatto venire fame.
Detto fatto: le pasticcerie ci sono proprio per questo e in 4 e 8 i conti tornano positivi (solo ai negozianti però): raid aereo e di dolci neanche più l’ombra!!!
Piove dalle nuole sparse….e dai nostri volti silvani, per usare una terminologia cara a quel poeta che non so più chi era e di cui non mi frega niente, se non il pensare che anzichè andare a donne era là….m’è ‘n bigul!!!
Esuliamo da ciò…stavamo dicendo che piove e quindi dobbiamo svegliarci a piazzare tutto l’ambaradan necessario per dormire (tenda e aggeggi).
Siamo dunque in Val Veny ai piedi della Noire, dove tra brontolii vari ed insistenti riusciamo a piazzare le tende, non senza inciamparci una decina di volte. Tutto pronto…per la pasta…ahhhh la pasta!
Siamo fornello-muniti e abbiamo intenzione di spaccare il culo ai passeri piazzandone 2 proprio davanti a noi: sono 2 cucine Dada, potenti e rapide:
1,50 ORE PER SCALDARE UN GUTIN DE ACQUA!!!
Quando buttiamo la pasta arrivano i falegnami e gli imbianchini di Courmayeur in massa: “Grazie, grazie”.
Noi non capiamo, poi uno di loro si avvicina alla pasta ed esclama: “Il vinavil in confronto si può attaccare al tram!!”
Solo in quel momento capiamo la gravità della situazione:
* l’acquolina in bocca diventa trippa secca;
* la fame si trasforma in appetito vorace;
* Anna questa volta si saluta da sola!!!
* coi sottovasi e i caschi facciamo il giro delle tende!!
Trovato poco o nulla decidiamo di rintanarci in un bar ristorante posto alla destra orografica del campeggio: sulla porta c’era la scritta….classica: ATTENTI AL CANE!!!
Noi non l’abbiamo visto per tutto il tempo in cui ci siamo rimasti. Abbiamo invece capito poi,….quando siamo usciti: 21 sacchi per un primo e un dolce!!!
Commento: se passate di lì non andateci, potreste digerire in modo migliore, magari anche cacciando una bella serie di rutti,…..sarebbe meno maleducazione!!!….comunque nonostante tutto costui è uno che conosce i propri limiti e che….li appende sulle porte…non è da tutti!!!
Per la serie:” Chi trova un amico, trova un tesoro; chi trova dei “polli”…uguale!”
Dopo i soliti ruttazzi, gli stuzzicadenti nei campanelli delle tende e qualche vomitata nei serbatoi dei vicini, torniamo in tenda con la voglia di dormire, voglia che viene piegata quasi subito dall’arrivo di una decina di pezzenti intenti solo a fare baccano e per giunta per tutta la notte.
Con qualche breve insulto riusciamo a prendere finalmente sonno, ma al 1° sogno suona la sveglia.
la giornata si annuncia pesante:
* viaggettino al paese;
* brioches + colazione;
* …partenza per la nostra meta: il Mont Dolent. Ormai il Bianco è un sogno!!!
Partiamo dalle fondamenta della Val Ferret e in 3 ore circa siamo al Bivacco Fiorio. La salita è erta e il vento ci sbatte come bandierine, ma noi teniamo duro e grazie al nostro fiuto becchiamo la stamberga in cui dormiremo.
Non c’è nessuno e abbiamo subito freddo; ecco la soluzione: un the. Si scoprirà poi l’utilità del fornello: 4 the nell’arco di 6 ore.
decidiamo di tracciare la pista per il giorno dopo, ma verso i 7.100 metri la fatica comincia a farsi sentire e quindi torniamo nel nostro bivacco a riposare, a mangiare e a sorseggiare un bel the.
Qualche topo nel frattempo ci fa visita, ma ci dice subito di stare tranquilli…che non romperà più di tanto.
Alle 20.35 una voce rimbomba nella valle:” Il proprietario della cadillac targata VIONE 1-2-3 STELLA è pregato di parcheggiare la sua auto in modo più decente”; (fortuna vuole che l’aveva messa per la lunga……di traverso avrebbe benissimo svolto la funzione di diga!).
Comunque ormai è troppo tardi per scendere e quindi facciamo gli gnorri e non sentiamo. Provvederemo.
E’ l’ora del sonno: andiamo ai piani alti, anche se temiamo per il tavolato; fra spifferi e cigolii vari tentiamo di dormire.
Gary il randagio non riesce a prendere sonno. “E’ la quota” dice, e così scende (o pensa di scendere!) al letto più basso. “L’è mattt!!” pensiamo noi.
Tutto tace…tranne il vento che sembra voler abbattere il bivacco.
Ore 4.00 sveglia: quatti quatti temiamo di vedere saette, neve, pioggia e vento…invece….fuori è tutto un programma, ma di quelli che non si riescono ancora a vedere alla tv: cielo fantastico con una nuvoletta bianca davanti al bivacco, con la scritta: “Nemm c’à l’è ura!!”
“Chi l’avrà mai scritto?”. Beh sicuramente qualcuno, visto che sono venuti al bivacco, hanno portato i sassi per chiudere l’uscio e poi….si sono dileguati!
Sotto di noi e ai lati un mare bianco che si dissolve in entrata nella Val Ferret: qualcuno pensa subito all’ultima marachella dei terribili fratelli Wheather: Staü e Föhn, opposti…di carattere, ma sempre pronti a offrire spettacolo ogni volta che lo si chiede loro.
Partiamo dal campo 2 a circa 5.600 metri ripercorrendo la pista già abbondantemente battuta il giorno avanti, ma la fatica, l’altezza e la sà l’osti….si fanno sentire.
Giunti che siamo allo zoccolo dello sperone del porco reo, incontriamo le prime difficoltà: pendii da stremizio, crepacci nascosti e tanta caga sotto radice quadrata, per un risultato uguale al…..ritorno.
Con le orecchie ramponate rientriamo al campo 2, buttando a terra le bombole di ossigeno: anche oggi Anna l’abbiamo ricordata!!!
Rifatti i sacchi torniamo in direzione Val Ferret prima e Courmayeur poi, non prima però di passare dal rif. Elena e dal rif. Bertone.
Qui, prima di ridiscendere per tornare à la maison, abbiamo incontrato la “Pazza”, una ragazza non molto registrata: per la serie non raccontarmi i tuoi problemi…ne ho già abbastanza dei miei, alle 13.55 comincia lo spettacolino:
Lei: “Ciao,……sono pazz…ehm io sono Gertrude!”
Noi:” Noi..no!!!!!!”
Lei: “Lavoro al rifugio!”
Noi:”Chi te l’ha chiesto!??!!”
Lei:”Ho qualche problemino!”
Noi:”Si vede!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!”
Lei:”No perchè oggi sono venuta qui al rifugio per far pascolare il cane, siccome che ho dei problemi col commercialista, ho chiesto ospitalità ad un amico, che non conosco!; comunque il soccorso alpino non è distante e l’altro giorno uno è scomparso…non l’hanno più trovato!”
Noi:”Ma dove…..sul Bianco?”
Lei:”No, no….l’hanno trovato dopo qualche giorno….in macchina!”
Noi:”Ehm ….scusaci, ma noi ….come possiamo dire……avremmo da fare!!!”
Lei:”Ci avete messo tanto a salire???”
Noi:”BIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIPPPPPPPPPPPPPPPPP”
Lei:”E a scendere …..quanto impiegherò?”
Noi:” Poco……se non la pianti e….comunque prima scendi e prima possono “portarti via!!!”
Lei:”Piacere di avervi conosciuto!”
Noi:”Il piacere è tutto tuo!!!!!”
Il mondo è bello perchè è vario, diceva qualcuno; e noi speriamo di non doverlo sempre verificare!!!
Salutini e, come sempre, alla prossima.
PJ