QUESTIONE DI BALZ….ETTI!!!! (15-16 LUGLIO 1997 ALBIGNA)

Difficoltà: D certo ci sono!

Consigli utili: una corda da 50 mt. …..(nuova!!!!!!!), qualche nuts…e la Bibbia!

Già che ci siete…state a casa a curare il Tamagoetchi!!!

Discesa: ….dall’altra parte!!! Se la relazione dice a dx…..a sx; se dice a sx….voi andate a dx…insomma sempre dall’altra parte.

…..A pescare no ehhh! Darsi ogni tanto all’ippica (giocando ai cavalli) no ehhh! Va bene ugualmente! Però in questo modo uno è costretto anche a dover buttare via tonnellate di ore del suo tempo libero per annotare le boiate combinate.

Questa volta si potrebbe iniziare dicendo che la giornata è cominciata bene, con un sole stupendo, un freddo pizzicoso e la voglia di mettere le mani su quel granito fantastico….e va bene.

Poi si potrebbe continuare spiegando che l’attacco della via lo abbiamo trovato subito, che abbiamo “dato la paga” a molti salendo (noi abbiamo le donne che viaggiano, mentre gli altri …dipende) e…..anche qui va bene.

Che siamo contenti di essere arrivati UNO sulla cima……e va bene.

Quando, invece, parliamo della nostra discesa……allora NON VA PIU’ BENE!!!!!!!!!!!

E’ inutile soffermarsi sulle fantastiche evoluzioni compiute sulla via (Cresta s-s-o) del Pizzo Balzetto: capriole carpiate per superare passi di 7a; trazioni su microtacche con “sbuffo” da duri…..magari ripetuto in modo che anche quelli sotto, sul zentiero, possano avvertirlo; soste brividose dopo aver superato con le sole mani un tetto di VII+ in libera!!!!

Ciò di cui bisogna parlare, invece, è la discesa.

Di solito la libretta riporta, dopo la relazione di salita, una dicitura: D-I-S-C-E-S-A scritta a chiare lettere. Uno sano…di mente non può sbagliare nel leggere, ma noi chissà cosa vediamo dietro questa parola!!

Comunque sta di fatto che giunti sulla Sciom abbiamo “fatto su” le corde e, dopo il solito snack leggero, abbiamo cominciato il rientro. Sono le 16.00.

Scendiamo a destra per vedere com’è: un casino, arrampicata seria e slegata: mahhhh!

Ora io mi domando e dico: ma se a sinistra c’è un sentiero diciamo “comodo” e a destra solo voragini con sensazioni da cagotto…al quadrato, …..voi cosa scegliereste???!!!?

Nello stesso istante altri umani stanno scendendo dalla cima vera e propria del Balzetto e ci chiedono a gran voce istruzioni.

Dopo vari consulti, urla e schiamazzi da circo ci decidiamo a scendere tutti nel canale evidente posto alla nostra sinistra (destra guardando il basso…..so che non ve ne frega nulla, ma lo dico ugualmente….VA BENEEEE!!!!)

Se non altro in questo modo siamo in compagnia!!!!

Col senno di poi siamo andati a vedere (a casa però) la relazione della via; c’era anche una postilla nascosta tra le righe. Diceva:

  • PETTOLE: dal greco pettulus, pettus, casinus; in due parole…trovarsi nella mmerda!!
  • PREMI: regali, pensierini, oro,….mongolini!

Pettole, premi…..cosa sono ‘ste cose? Cu fu????

Oggi capiamo molto bene, anzi benissimo e comunque il mongolino speriamo di levarcelo di torno molto presto!!!

Per tornare a noi, improvvisamente sentiamo un forte odore di quella cosa marrone che finisce, di solito, nelle tazze: è il preludio a qualcosa??? Ma certo!!!

La discesa comincia a farsi meno agevole e quindi, ben presto, siamo costretti a lanciare la 1a doppia. Si, ma dove?????

Dopo un cerca-cerca spasmodico eccolo il posto giusto: un bel paio di corna di stambecco conficcate fra 2 massi: un ancoraggio solido e….bestiale!!!

Davanti a noi gli “altri” continuano a scendere tranquilli senza doppie ed è proprio qui il 1° episodio (per qualcuno poteva anche trattarsi dell’ultimo!): parte una scarica e si muove un masso grosso come una scrivania; parte, si stacca completamente, precipita, “accarezza” il braccio di uno dei 5 davanti a noi, continua la corsa verso il basso, non si ferma, si schianta nel canale con un boato da paura…….e se sotto c’era qualcuno????? Boh!

……..Comunque tutte le biro in giro, fogli dappertutto, il calamaio nuovo a due metri da noi tutto rovinato: insomma una scrivania nuova, appena inserita nell’arredamento, perduta in questo modo. La ritroveremo 400 mt. più in basso…molto, ma molto sfrisata!

Il tipo colpito di striscio sta bene e la discesa continua; quindi anche la nostra: durante la 1a doppia mi accerto che “l’armadio” a cui è legato il cordino tenga: non vorrei mai perdere anche questo!!!

Tiene!!!!, che bello, si scende!

Fatto tutto, da qui si scende nuovamente a piedi per circa 150 mt., alla ricerca di una via di uscita. La ricerca è lunga, ma alla fine troviamo le doppie (siamo più o meno a metà discesa!).

Ancoraggi solidi, luccicanti, bellissimi………1 CHIODO!!!!!!!!!!!!

I compari davanti a noi hanno giusto giusto qualche oggetto metallico del genere appeso all’imbrago, ma non lo usano: Eh si, l’armamentario…..fa figo!!!

Partono i soliti 5 davanti a noi, tutto tiene (meno male) e quindi anche noi “ci fidiamo”.

Sotto recuperiamo le corde, ma queste fanno muovere i sassi: ne parte uno (era il portamatite!!!) che vuole entrare a tutti i costi nel mio zaino: scappo, mi abbasso, mi allontano di 10 metri, salgo di 2, scendo di 3…….niente da fare: canestro!!!!……e mi spacca anche una fibbietta. Pazienza: tanto domenica prossima c’è già pronto un pulmann per Lourdes!

Ripartiamo con un ‘altra doppia, mentre dal basso gli altri ci avvertono che siamo a buon punto.

Altro episodio: scendo in doppia, raccolgo le corde che sono a pochi mt. da me (non essendo la doppia proprio verticale!) e parte un sassone che si sposta solo di qualche metro,…SUFFICIENTE però a tranciarmi una delle due corde (QUELLA NUOVA!!!!).

Porca Hontas! Che giornata, ma cosa succedeeeeeeee???????

Facendo molta attenzione riusciamo a calarci tutti fino ad una nuova cengia; siamo cotti, ma si resiste, si deve resistere, mentre dentro l’agitazione comincia a sgomitare.

L’importante è uscire e che non ci debbano venire a prendere. Manca un’ultima doppia, su cordino, diciamo messo “alla buona”.

Dopo lungo penare finalmente vediamo la porta con la scritta:”USCITA….DAI PREMI!!!!

Che sia finita???

Cominciamo a vedere….casa. In realtà non è ancora finita del tutto:

  • il canalino finale è impestato di neve e quindi decidiamo di fare una “fissa” usando la corda NUOVA-VECCHIA-ROTTA-TRANCIATA…PORC…
  • ci sono ancora gli zaini da recuperare (sono 2) dall’altra parte….del mondo!!!!

Facciamo finta che tutto fa brodo, che il brodo lo si fa con la gallina, che è meglio la gallina e anche l’uovo, che l’uovo è pane per i nostri denti: ……si ma il pane….poi…..finisce in mmerda e quindi torniamo sempre al solito punto!!!!

Volevo dire…facciamo finta che tutto fa allenamento!!!!! Compiuti questi ultimi sforzi sono le 20.40 e noi siamo in mezzo a gandoni immensi a baciare terra. Sfiniti ci abbracciamo: 4,40 ore di discesa.

….Però…..ehhh c’è sempre un ma e un però!

Siamo ancora in alto, ad almeno 1 ora dalla diga e a 3 dalla macchina…..che puntualità!!!!

Scendiamo il pendio sperando di non trovare sotto di noi la strada sbarrata da qualche salto roccioso e con le ginocchia che scricchiolano, arriviamo alla diga alle 21.40 mezzo stravolti: siamo nuovamente fregati!

Nessuno in giro, la funivia ferma (dalle ore 17.30!!!) e noi soli sulla grande muraglia a guardarci con gli occhi dolci…………………TENERI………LORO!!!!!!

Scendere col buio e senza frontali può essere un casino, quindi decidiamo di rimanere, di dormire dove meglio riusciamo e di scendere l’indomani.

Qui la parte più delicata della fazenda: riuscire a mettersi in contatto con casa: apriamo l’sos, telefoniamo, ma ci dicono che alle soglie del 2000 in Svizzera ci vuole il nulla osta telefonico del Presidente degli Stati Uniti! e piangendo ci invitano a sperare.

Diamo i nostri numeri di telefono, ma questi chiamano le hot line, dicendo che è l’unico numero che riescono a fare (marpioni!!!!)

Uno dei problemi più impellenti è quello di avvisare casa e di non far muovere i nostri amici, pronti a tutto pur di andare in montagna e non al lavoro di lunedì!! ( come veniamo a sapere dopo, erano già pronti sul piede di guerra!!).

Finalmente il tipo riesce a telefonare almeno ad una delle persone indicate e ad avvisare che noi tutti si sta da Dio: almeno adesso sanno che non torniamo per la notte.

Messa l’anima in pace (e sulla panca a riposare), mangiamo un boccone, facciamo rivista materiale e poi via verso il mondo dei sogni.

Fa molto freddo e il materasso ha “qualche” problemino: può darsi che le molle non siano nuove, boh!

Comunque chiudiamo gli occhi 4-5 minuti e poi si va in bagno a scaldarsi grazie a due piccoli caloriferi.

L’agonia dura fino alle 3,45 quando comincia ad albeggiare: è l’ora!!!

Se tutto va come da programma, si parte alle 4,30 per essere giù alla macchina alle 6,00.

Detto fatto: usciamo dal bivacco e scendiamo a razzo verso la civiltà, dove vi giungiamo alle 6,01.

Non ci cambiamo nemmeno, montiamo in macchina e via verso l’Italia.

Arriviamo a casa alle 8,00 puntuali: al che ognuno pensa: “Ma cosa ci faccio io qui, così?”

“Tra meno di mezz’ora si comincia a lavorare!!”

E così è stato: alle 9,30 siamo sotto la scrivania.

Nessuno sa, nessuno immagina, ma dentro di noi c’è di tutto: stanchezza, sonno bestia, rabbia…..ma anche una grande gioia, quella di aver scoperto nuove emozioni, di sapere che gli altri sarebbero venuti comunque, ma soprattutto qualcosa di nuovo: che, a partire da oggi, 16 giugno 1997, il weekend non è più di 2, ma di 3 giorni!!!!!!!!!!

Coda a Lecco?????? TAC!

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