- COSA: Traversata Bormio-Livigno
- COME: ….a metà o, forse, un terzo;
- DOVE: dalla Vallaccia Lunga presso il Ponte del Rez;
Ogni tanto è necessario farsi cullare dalla natura, prendersi cura delle quattro mura naturali che ci circondano, per vedere se è tutto a posto, se tutto è rimasto come la/le volte precedenti e per convincersi che è veramente tutto reale e ideale per vivere una qualche forma di armonia, non solo interiore. Stupenda cornice per un Evento che, causa varie ragioni fra cui Covid-19 e impossibilità di frequentare i rifugi intermedi, non si è potuto svolgere al cento per cento della sua etimologica definizione, ma tant’é. In attesa di poterla vedere da vicino e affrontare completa nel suo lungo sviluppo da Bormio a Livigno, quest’anno ci siamo accontentati di percorrerne una parte.
Ci siamo dati appuntamento al Ponte del Rez, appena prima di Trepalle per salire il Monte delle Mine (2.883 mt) e poi attraversare in dorsale verso il Monte della Neve (2.797 mt), per finire nuovamente a Trepalle, tutt’altro che due mmaroni!
Stavo lumando da almeno tre anni questo giro, tra i più belli nel momento in cui si parla di Traversate, qualcosa di unico in Alta Valtellina ed un territorio che mi è caro per ragioni storico-famigliari. Nelle sue tappe permette di salire cime importanti, cime meno conosciute, di pernottare “a casa” e di condurre in porto il gitone laddove il bianco splende sempre di più rispetto agli altri posti.
Il tutto si è svolto nella sola giornata di domenica 13 marzo, con organizzazione logistica da parte della Ski-Trab, contattata telefonicamente e apprezzata soprattutto nel c.d. Terzo Tempo, ossia nel buffet organizzato a chiusura evento.
Partiamo da casa in modo da essere in loco verso le 8.30 e ci riusciamo molto bene, traffico assente e poche auto in giro, colazione compresa che facciamo in quel di Tirano.
In questi giorni in cui la speculazione sta prendendo il sopravvento in alcuni ambiti commerciali siamo in balia di una doppia paura: a quella del ‘vuoto’ per le cime e creste corniciate si aggiunge quella del ‘pieno’ di benzina. I prezzi che si vedono di fronte ai distributori invitano a fare altri tipi di guerre, poi la vicinanza di Livigno riporta gli occhi su prezzi più accettabili.
Partiamo verso la Vallaccia Lunga e verso le baite che caratterizzano l’ingresso visivo di questo incredibile angolino di benessere, siamo insieme ad una quindicina di soci del Cai Valfurva. Percorriamo il tratto in piano che ci porta alle baite per poi azionare il turbo verso la cima piramidale del Monte delle Mine.
Giornata incredibilmente bella e calda, talmente calda che nel centro del pendio l’assenza totale di vento rende il trick e track degli assi abbastanza pedante; poi arriva un bigolo d’aria che sembra percularti e tutto ciò rianima anche la voglia. Arriviamo in cima per qualche foto e poi via: giù per il lato opposto senza però perdere troppa quota. Il cielo verso il Bernina è strano: ci sono nubi cotonate che avvolgono tutte le principali cime, ma davanti ci sono altrettanti nubi il cui colore non comprendiamo. Scopriremo in serata che un incendio presso Tirano ha causato non pochi problemi così come nubi lenticolari dal colore giallastro come se i merli ci avessero fatto i loro bisogni sopra in volo.
Il vento da debolissimo diventa moderato e scoccia parecchio in cresta, non permettendoci di togliere piumino e giacca-a-vento. Ce ne facciamo una ragione e finalizziamo il raggiungimento della seconda cima, il Monte della Neve.
Qui rifocilliamo l’animo e cerchiamo una soluzione ideale: meglio scendere a Livigno direttamente per andare al Mond Vei oppure scendere nuovamente a Trepalle, recuperare l’auto e finire nuovamente a Livigno? Meglio questa seconda opzione, visto che la merenda impegnerà le ore del pomeriggio e risalire verso il Mottolino alle 16.30 con il mangiare nello stomaco, la stanchezza pomeridiana ed il venticello sui mmaroni non è il massimo. Scelta azzeccata, visto anche il prolungarsi del conclave e della merenda tenutesi al Mond Vei, posto incredibilmente accogliente in Livigno.
Ci sono tutti i partecipanti (circa cento!) che arrivano a conclusione di tutti gli itinerari percorsi: dalle dighe di Cancano alla Vallaccia Corta, passando da Foppe e doppie pellate; c’è una lauta merenda con parecchia roba, tutto offerto da Ski-Trab, ma c’è anche il tempo di versare una quota simbolica per l’Ucraina.
Dopo i ringraziamenti si trascorre un po’ di tempo ad informarsi sulla Traversata, sul giusto peso da darle e sugli sviluppi futuri, non senza la consegna di un gadget Ski-Trab a tutti i partecipanti.
Due passi a Livigno tra mille turisti ci fanno venir voglia di risalire in auto: vento e freddo sono meglio affrontabili nell’abitacolo caldo dell’auto. In questo modo anche il ritorno si svolge molto bene e senza traffico. Siamo a casa in tempi molto ragionevoli e quasi standard.
Giornata molto intensa ma molto bella, vissuta tra la passione di salire e scendere pendii intonsi e l’allegria di ritrovarsi dopo parecchio tempo. Comunque fankulo come al solito Covid e Guerra!
I Valtellinesi di questa domenica: Ale Nicchio, Pier, Alfredo e Patajean
by Patajean®