- COSA: Cima di Castello (Quota 3.109 mt) con l’aggiunta della Punta Allievi (3.165 mt)
- DOVE: al fresco della Val di Zocca, con base al Rif Allievi;
- DISLIVELLO & SVILUPPO: veramente tanti, soprattutto perché è bene tornare a casa;
- DIFFICOLTA’: solo mentali, per il resto P+ (piutéra esagerata);
- NOTE: adesso abbiam capito perché c’eravamo solo noi!
A distanza di poche ora abbiamo compreso molto bene il motivo per il quale non c’era nessuno come noi, perché la nostra meta era solo nostra e perché durante la salita abbiamo incontrato solo sassi.
La prossima volta ci restano un paio di possibilità: andare al mare per fare il Castello in spiaggia, magari in competizione con qualche altro gruppo spiaggiaiolo oppure andare dove il mare non c’è, cioè in Svizzera magari partendo dal Pranzaira, giusto per comparare i dislivelli e salirlo dal rif Albigna.
Gita Cai Desio, meta ambita nonostante fuori dalle logiche recenti, subito apprezzata e allibrata senza troppi fronzoli; attesa sino al momento in cui siamo sbucati alla Bocchetta del Castel….giusto a 3.000 mt. Lì abbiamo capito che sarebbe stata lunga e instabile…..
Una due giorni che ci ha permesso di andare a trovare anche il nostro amico Armando, da anni orientato a lavorare in quota. Lo abbiamo trovato in forma e super organizzato con la sua Myriam, ma anche con Marco Villa, nostra conoscenza della VDS, lì questa settimana ad aiutarlo.
Partiti il sabato con un cielo che faceva paura anche ai peggiori produttori di film orror nei pressi del Fuentes di Colico, ci immettiamo nella Val di Mello con una caldazza da schifo; già alle 9.00 del mattino ci sono soggetti persi che deambulano intorno al torrente della Val di Mello alla ricerca di refrigerio, mentre un paio di giannizzeri hanno posizionato la tenda sul masso-materasso che fa da contr’altare al Bidet della Contessa: la stavano facendo asciugare? Pensavano di utilizzare la piattaforma di granito come scialuppa su cui appoggiare la loro tenda, quasi fosse una love boat, senza sapere che una volta fuori dalla Valle sarebbe piombati nel fondale dell’Adda?
Lasciamo tutti questi episodi di schizofrenia e tutti quelli, la maggior parte ragazzi, che vediamo percorrere la valle senza però alzarsi di un metro e prendiamo finalmente il sentiero della speranza, quello che dopo poco più di tre ore ci deposita in Allievi.
Arriviamo presto e quindi la giornata si dipana fra un piccolo pranzetto, una birretta e un po’ di fatica: chi va in avanscoperta e chi fa le faccende in camera. Durante la cena incontriamo un paio di giùinott di Bergamo che saliranno lo Spigolo Gervasutti: sono gli unici entusiasti nel sentire la nostra meta…..anzi chiedono se anche loro, all’uscita della loro via, la possono fare; potenza dell’essere giovane e senza fatica.
Dormiamo bene e ancor di più colazioniamo di buon grado, perché la salita è irta da subito; guadagniamo metri su metri ed in un’ora siamo sotto la bastionata sud della Bocchetta del Castel, una specie di “ponte levatoio” che anziché essere orizzontale, si presenta innalzato verso l’alto e con una traccia nascosta al suo interno. Un dedalo di cenge che piano piano ti porta fuori sulla piùtèra che caratterizza la quota 3.000 metri, dove un panorama lunare ti si presenta davanti. Una sassera senza fine ed un dedalo da percorrere con assoluta tranquillità sino a quando il percorso diventa obbligato e probabilmente poco interessante visto che bisogna perdere quota, passare sotto a ‘tavoli’ che accoglierebbero dieci matrimoni e aggiramenti degni di altre epoche. Ad un certo punto decidiamo che non vale la pena rischiare e che nessuno ha tre giorni di ferie per finire tutto il giro.
Già da qui saranno un bel 2.000 mt di dislivello in discesa da appoggiare sulle ginocchia; decidiamo quindi di andare a fare un giro sulla Punta Allievi, proprio in fianco a noi. Si sale agevolmente e su una roccia semplicemente fantastica. Dal un lato, il nostro, la salita è agevole, mentre dall’altro (a sud) la parete ha un salto come minimo di 600 mt……puro stremizio. Tutt’intorno è un’emozione grande: le pareti del Castello, la Punta Rasica (che per me ha anche un significato oggi), il Torrone e tutto il resto, anche nel lato svizzero. L’unica cosa che stona è l’assenza della neve o il nero dei piccoli jazé rimasti……
Dopo qualche foto iniziamo una discesa infinita che si conclude con i piedi ormai piccolissimi, consumati e possi, posizionati qualche minuto nel torrente giù in Val di Mello, dove una colossale mandria di umani ha pensato bene di alzare i decibel e spiaggiarsi al fresco.
Noi, come i Sioux, tra movimenti felini e rinfrescamento, pigiamo sulla tavoletta e ci fondiamo a casa per evitare code inutili.
Partecipanti: Anna, Patrizia, Sibilla, Enrico, GigiM, Andrea, Eugenio, Davide, Fabio e Patajean.
By Patajean