- CIMA: nessuna!
- GIRO: Franciacorta su due ruote (la nostra e quella di Rovato, dove volevamo giocare un bel terno: 6/10/19….)
- LUNGHEZZA & DISLIVELLO: un totale di 42 km per i seguenti dislivelli in salita e discesa: 465 mt D+ e 581 mt D-;
- NOTE: è un giro a cerchio che si apre e si chiude a Rovato (BS), per il quale basta andare sempre dritto!
Chiudere un cerchio è sempre un’emozione particolare, farlo andando sempre dritto è da Guinness. Non so come, ma ci siamo riusciti.
Partiamo da Rovato, appena fuori dall’autostrada…..con la voce automatica del casellante che risuona in lontananza: “Arrivederci!”
Sentirsi dire arrivederci alla partenza, appena arrivati, non è un segnale positivo, ma esiste il metodo del c.d. “Tùaja” che prevede di fare orecchie da mercante.
Gita cultural-sportiva nel cuore della Franciacorta, tra colline verdi e filari di viti che nascondono il buon vino che verrà; ci sono anche cantine che sorgono tra borghi incredibili ed altrettanti cascinali che ti fan venir voglia di pagare l’IMU. In posti come questi, se vuoi rilassarti, ti addormenti ancor prima di pensarlo.
La prima parte del nostro viaggio si svolge in questo contesto, con l’aggiunta del silenzio che non è un elemento di poco conto; in certi momenti mi ha fatto venire in mente le domeniche di tanti anni fa, quando il traffico era ridotto se non addirittura inesistente e quando ci si trovava in famiglia a mangiare tutti insieme. Oggi è il 06/10 e quindi non potevamo che essere in sei!
“Da che parte, Stefy?”…. “Sempre dritto”…… e voilà che arriviamo alla Berlucchi; anche qui, arrivarci in questo modo e prima di assaggiare fa un po’ specie. Foto e via per la meta successiva che si trova sempre nei dintorni e più precisamente a Provaglio d’Iseo, al Monastero di S. Pietro in Lamosa, struttura piccola e caratte(a)ristica, proprio a ridosso delle Torbiere del Sebino. Visita al suo interno, una barretta e via verso la fase complessa del giro: una salita di circa due km, molto ripida e ciotolosa dopo un primo tratto asfaltato. Arriviamo in questo modo alla Chiesa della Madonna del Corno, dove ci rifocilliamo per la prima volta; poi raccogliamo i cenci e ci portiamo in prossimità del Monte della Madonna, a prendere la nostra croce!
Il ritorno è un susseguirsi di sterrati, saliscendi, salite e discesone; qualche attraversamento di strada alla garibaldina riapre la mente all’idea del ‘gatto in tangenziale’, ma poi alla fine tutto viene riportato alla normalità. Un ultimo salto della carreggiata per ritornare al parcheggio di Rovato, dove la solita eco della voce elettronica del Casello dice: “Arrivederci!” quando in realtà siamo di nuovo arrivati…..
Insomma il messaggio è chiaro: non ci vogliono, ma noi abbiam fatto quello che il Capo-gita Stefy ci ha detto e consigliato e quindi siam contenti.
Che dire: un’altra bella domenica con una gita del Cai Desio che si dipana in una zona molto interessante; una piccola idea di Toscana con filari e precisione ovunque. Grazie a Stefy per tutta l’organizzazione e la sua memoria nel condurre il gruppo fra le mille deviazioni necessarie per chiudere il cerchio.
Partecipanti: Stefy, Roby, Patrizia, Gigi, MaxT. e Patajean.
by® Patajean